Nessun paese ne è immune: si stimano 2,5 milioni i bambini che lavorano nei paesi sviluppati e 2,5 milioni quelli che lavorano nei paesi in transizione quali gli Stati dell?ex Unione sovietica.
In base a ricerche svolte dall?ILO, alcuni esperti sostengono che il lavoro minorile sia un fenomeno che sta iniziando ad arginarsi grazie a vari fattori quali delle entrate pro capite maggiori, l?aumento del tasso di alfabetismo e la diminuzione del numero dei componenti della famiglia media. Comunque, nella maggior parte dei paesi asiatici, in particolar modo nell?Asia meridionale, ma anche nell'America meridionale e in Africa, tale problema è di notevole entità e non vi sono segnali di miglioramento a causa di un alto livello della povertà, della debolezza del sistema scolastico e di abitudini e tradizioni sociali difficili da superare.
Abbiamo riportato qui sotto i dati indicanti la situazione mondiale dei bambini schiavi:
"E' dall'anno scorso che faccio lo spaccapietre. C'? tanto lavoro, perch? questa cava ? vicina a Lima, e molti cantieri vengono qui a comprare materiali per costruire i palazzi e le strade. Siamo quasi tutti ragazzi, a lavorare con martello e piccone. Non ? un lavoro che mi piace, faccio tanta fatica che a volte mi sento morire. Ma cos'altro potrei fare, non ho finito neanche due anni di scuola. Siamo poveri. Meglio qui che in miniera, come tanti amici miei rimasti al paese." (Pedro, 10 anni, spaccapietre - Per?) (fonte: UNICEF)
"Qui nel distretto di Sialkot non conosco un ragazzino che non lavori. Io ho cominciato a 7 anni, aiutavo un parente. Adesso sto sotto padrone, 9-10 ore al giorno a cucire palloni, a mano. Sempre lo stesso lavoro, mi rovino le dita e non imparo altro. Questa ? la zona industriale del Pakistan, si produce di tutto. Ci sono molte fabbriche di strumenti chirurgici, bisturi ecc. Ma pi? di tutto si fanno palloni di cuoio, da rugby e da calcio. I palloni che mi arrivano hanno i marchi pi? diversi, molti li conosco, credo siano famosi in mezzo mondo." (Latif, 11 anni, cucitore di palloni - Pakistan) (fonte: UNICEF)
"Ci sorveglia un adulto. Si accerta che lavoriamo in continuazione: Quando si arrabbia, ci picchia con la bacchetta. E' da un anno che lavoro. Mangiamo e dormiamo qui dentro, c'? poco spazio e l'aria ? piena di polvere di lana: Per tessere un tappeto quattro bambini hanno un mese di tempo. Il capo dice che ha prestato dei soldi ai nostri genitori, che dovremo lavorare finch? non sar? ripagato il prestito. Ci possiamo riuscire solo se lavoriamo sedici ore al giorno, senza ammalarci. Spesso mi chiedo quanto dovr? rimanere ancora davanti al telaio..." (Guri, 9 anni, tessitrice di tappeti - Nepal) (fonte: UNICEF)
"Lavoro nella discarica da qualche mese, insieme ai miei amici. A casa ci torno ogni tanto, mio padre ? andato via e mia madre non ce la fa. Molte notti le passo qui vicino, sotto una tettoia con gli altri. Raccogliamo tante cose, tra i rifiuti, che si possono rivendere: bottiglie di vetro, lattine e barattoli, cartoni. Quasi sempre trovo anche roba da mangiare che ? stata buttata via. Qui non si sta poi tanto male, la polizia e i vigilantes non si vedono spesso, ? meno pericoloso che lavorare per strada o rubare. " (Sebastiao, 7 anni, raccoglitore d'immondizia - Brasile) (fonte: UNICEF)
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