La popolazione indigena del Messico precolombiano, di stirpe nahua e di lingua nahuatl, provenienti da una mitica terra del nord (Aztlàn), si stanziarono in Messico nell'VIII sec., o, secondo la tradizione nazionale, circa il 1160. Nel 1325 fondarono Tenochtitlan, la loro capitale. Vinsero i Tepanechi di Atzcapotzalco e, unendosi alla città di Texcoco e di Tlacopàn, posero le basi di un grande impero che nel 1519 occupava tutte le terre comprese tra i due oceani. I sovrani più importanti furono: Itzcoatl, Montezuma I (1440-1469), Axayacatl (1469-1481), Avitzotl (1486-1503). Gli Spagnoli guidati da Cortés, sconfissero Montezuma II nel 1521, annientando in pochi anni una civiltà al massimo dello splendore. Attualmente i discendenti degli Aztechi, i Nahua, vivono in poche centinaia di migliaia di individui nel Messico meridionale, verso il Pacifico. La loro religione, politeista (alcuni degli dei: Tezcatlipoca, Quetzalcoàtl, Huitzilopochtli, Tlaloc,ecc.), costituiva parte importante della vita quotidiana e di quella politica e sociale. La società era divisa in clan patrilineari autonomi, raggruppati in fratrie. L'imperatore era assistito da un consiglio supremo. La civiltà azteca raggiunse altissimi livelli in tutti i campi: nell'arte (bassorilievo, scultura, architettura, ceramica policroma, oreficeria, mosaico, ecc.), nella scrittura e nella poesia. Poche le testimonianze dell'oreficeria giunte a noi, in quanto i conquistatori spagnoli fusero la maggior parte degli oggetti d'oro e d'argento.
Antica popolazione dell'America centrale, tra le piú evolute dell'era precolombiana; i Maya giunsero a importantissimi risultati, soprattutto in ambito scientifico, come nel caso del sistema ventesimale, che essi elaborarono molto precocemente. Possedevano, inoltre, una complessa scrittura figurata ed erano giunti ad eccezionali scoperte astronomiche, oltre ad aver creato un calendario molto preciso ed articolato. Fu un popolo di grandi navigatori, probabilmente l'unico dell'America. Diedero vita a straordinari esempi di architettura e a raffinate forme artistiche ma, purtroppo, nulla rimane della loro vastissima produzione letteraria e scientifica, a causa delle distruzioni conseguenti alle conquiste spagnole. La civiltà dei Maya é divisa in un'epoca antica o preclassica (2000 a.C.-250 d.C.), una classica (250-950), ed una postclassica (950-1500), distinzione prevalentemente basata sull'analisi dei diversi elementi artistico-culturali. Alla prima fase appartengono alcune lavorazioni in ceramica, sculture a bassorilievo e piramidi in terra battuta; l'epoca classica, periodo di maggiore splendore della civiltà Maya, fu caratterizzata dalla costruzione di templi e complessi urbani nella regione guatemalteca del Petén e dalla loro espansione verso occidente, a NE (Yucatan) e a sud. Costruirono, inoltre, monumenti grandiosi e, nello stesso periodo, comparve la metallurgia. Nei loro centri furono costruite strade lastricate e complesse opere di canalizzazione delle acque. Tale fase fu interrotta bruscamente, con l'abbandono intorno all'anno 1000 delle città, per motivi ancora poco noti, probabilmente in seguito a invasioni o epidemie, oppure a rivolte contadine.
I toltechi costituirono una delle principali cause della fine della civiltà Maya poiché, a partire dal XV sec., la loro volontà di supremazia determinò crescenti rivalità fra i diversi centri urbani; ne conseguì un indebolimento della struttura sociale dei Maya, che furono quindi facilmente soggetti alle conquiste spagnole. Queste ultime si protrassero per più di un secolo e vengono ricordate, specie in alcuni periodi, per la loro spietatezza; furono inoltre decisive per l'eliminazione di ogni traccia della loro civiltà. Gli attuali discendenti dei Maya assommano a circa due milioni di individui, stanziati prevalentemente in Messico, Belize e Guatemala.
Numerose le leggende sullle origini, la provenienza e l'insediamento della potenza inca nella regione andina dell'Ecuador fino al medio Cile. Si crede che un certo numero di Ayllu (tribù) convenuti nella Valle di Cuzco si confederò sotto il comando di uno dei loro Sinci. Questa dignità si trasformò poi in quella di Inca, ovvero in monarchia assoluta e teocratica ad opera dell'Inca Ruqqa. Secondo Vaca de Castro, uno dei primi cronisti della storia Inca, i reggenti del Cuzco furono 13. Il primo periodo dell'invasione è caratterizzato dalle lotte che gli Incas sostennero con gli aborigeni per imporre la loro supremazia nella vallata del Cuzco e successivamente fino all'Ecuador e al territorio cileno. Le guerre sanguinose per la successione al trono dopo la morte dell'Inca Qhapaq favorirono la conquista degli Spagnoli di Pizzarro. Tutta l'organizzazione politica faceva capo alla capitale Cuzco. La costituzione era a base nettamente comunistica. Le terre venivano lottizzate e date in concessione ai capi di famiglia in proporzione al numero dei famigliari. Il restante terreno era diviso in due parti, l'una riservata all'Inca, l'altra al culto, ed era coltivato a turno dalle persone valide (uomini e donne). L'economia era prevalentemente agricola. Costruirono strade che congiungevano Cuzco fino ai confini estremi. Tecnicamente all'avanguardia, costruirono giganteschi edifici e fortificazioni in muratura, lavorarono la ceramica, non conobbero l'uso del ferro ma solo del rame e dell'argento. Veneravano animali come il condor, il serpente, uccelli e pesci; inoltre alcune divinità mitiche, come Paciamac e Wiragocia; gli spiriti della terra, del mare e del fuoco, le personificazioni dei fenomeni meteorologici e tellurici , e, al di sopra degli altri, il culto del Sole nel quale si identificava lo Stato.