Nel 1776 l'economista inglese Adam Smith, nel suo libro Ricerca sopra la natura e sulla causa della ricchezza delle nazioni giudicò antieconomica la schiavitù e dimostrò che era più costoso mantenere uno schiavo anziché pagare il salario ad un bracciante libero. Le sue considerazioni, oltre ovviamente a quelle umanitarie, ebbero un peso significativo nella abolizione del commercio degli schiavi.