Arriano
Vita Nato a Nicomedia in Bitinia intorno al 95 d.C., Flavio Arriano frequentò in gioventù le lezioni del filosofo Epittéto, i cui insegnamenti raccolse in alcuni libri pubblicati dopo la morte del maestro (138 ca.). A Roma, sotto l'imperatore (sto →) Adriano ricoprì incarichi politici, fino ad ottenere in qualità di legatus Augusti pro praetore il governo della Cappadocia, durante il quale si distinse per aver respinto un attacco di barbari Alani (132-137). Successivamente lo ritroviamo ad Atene, città dove ricoprì importanti cariche politiche (147-171). Morì nel 175.
Opera Oltre alle opere sul pensiero di Epitteto (vd. autore), Arriano compose numerosi scritti, parte dei quali perduti. Ci restano: Periplo del Ponto Eusino (descrizione delle città costiere del Mar Nero); Schieramento di battaglia contro gli Alani (nato dalle sue esperienze militari nelle guerre combattute in Cappadocia); e, soprattutto, l'Anabasi di Alessandro Magno, considerata giustamente il suo capolavoro.
Caratteristiche generali dell'opera Come è già chiaro dal titolo (Anabasi di Alessandro Magno) l'opera di Arriano si ricollega a Senofonte, il modello che lo storico di Nicomedia tenne presente sia nelle scelte di stile sia nell'impostazione stessa dell'opera (l'Anabasi di Alessandro è in sette libri, come l'Anabasi senofontea). Quella di Arriano, infatti, resta in primo luogo una squisita operazione letteraria concepita per lettori appassionati di Senofonte in grado di identificare e apprezzare la fitta rete di reminescenze senofontee disseminate per tutta l'opera. Nel ricostruire l'impresa di (sto →) Alessandro Magno in Asia, Arriano si serve di numerose fonti, ma, in particolare si avvale del resoconto di (sto →) Tolomeo I, che, a ragione, veniva considerato il più attendibile fra gli storici del macedone. E poiché la produzione storica coeva di Alessandro è andata pressoché perduta, si capisce che l'opera di Arriano costituisce per noi una fonte storica di primaria importanza.
Lingua e stile Arriano tiene particolarmente ad imitare Senofonte, oltre che nella forma, anche nella lingua attica. C'è da dire, però, che, se, da un lato, la grazia del suo modello resta insuperabile; dall'altro Arriano appare fortemente influenzato dalla lingua degli altri storici, Tucidide in primis, soprattutto nell'uso quanto mai frequente di sostantivi in -tes e in -sis.
Vedi versioni 475-484, alle pp. 439-443 di Saphéneia.
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