Apsirto
(gr. Ápsurtos; lat. Absyrtus)
Secondo la tradizione più consolidata, era figlio di Eèta, fratello di Medea e di Calcìope. A detta di Apollonio Rodio, invece, Apsirto fu generato da Asterodèa, ninfa del Caucaso, prima che il re prendesse come legittima sposa Idèa. I Colchi lo chiamavano Fetonte perché ‘brillava’ (cfr. phaeinós, «splendente») fra i suoi coetanei. La leggenda narra che Apsirto bambino, dopo aver aiutato Medea nel furto del vello d’oro, fu da costei ucciso e fatto a pezzi, i quali vennero poi disseminati lungo la via, allo scopo di fermare l’esercito inviato dal padre a inseguire i fuggitivi; esiste però anche un’altra versione del mito, accolta da Apollonio Rodio, secondo cui Apsirto avrebbe capeggiato gli uomini di Eeta, e sarebbe morto combattendo contro Giàsone.
[Elena Esposito]