Anno
n2
STATO PATRIMONIALE
S.P.
in 10 step
1
Immobilizzazioni (In)
2
Capitale sociale e Riserve
3
Capitale proprio economico
4
Utile dell’esercizio
5
Patrimonio netto
6
Capitale proprio patrimoniale/finanziario
(Pn)
7
Passività consolidate (Pc)
8
CALCOLO
DELLA VARIAZIONE DEL CCNFUN
9
Attivo circolante: importi analitici
e importo totale, Totale impieghi
(Ac)
10
Passività correnti: importi
analitici e importo totale, Totale
fonti (Pc) |
Lavoriamo
direttamente sui dati “funzionali”,
sia per procedere a una più
rapida compilazione del prospetto,
sia per ottenere i dati utili alla
redazione del Rendiconto finanziario
delle variazioni di CCN, il quale,
come solitamente avviene nella pratica
delle imprese, viene ricavato dagli
schemi non rielaborati.
S’intende
che, in caso si voglia poi eseguire
l’analisi di bilancio, si procederà:
a) al calcolo di indici “approssimativi”
(su dati non rielaborati)
b) alla preventiva riclassificazione
dello Stato patrimoniale dal punto
di vista finanziario
Cominciamo dall’area
a medio-lungo (funzionale)
per passare in un secondo momento
all’area
a breve (funzionale).
Nella tabella seguente schematizziamo
le scelte compiute in merito a ciascun
aggregato. Le voci indicate nei riquadri
contrassegnati con In,
Pn
e Pc
corrispondono all’area
medio-lungo,
mentre le voci indicate nei riquadri
contrassegnati con Ac
e Pb
corrispondono all’area
breve.
È utile tenere a portata di
mano i prospetti
di Bilancio dell’anno n1.
|
BI
Immobilizzazioni Immateriali
BII Immobilizzazioni materiali
NO
acquisti o vendite
Ammortamenti costanti |
|
AI
Capitale
AIV Riserva legale
AV Riserve statutarie
AVII Altre riserve – Riserva
straordinaria
AIX Utile dell’esercizio
NO
aumenti o diminuzioni di Capitale
sociale
Aumenti delle Riserve per l’autofinanziamento
programmato sull’utile n1
Utile d’esercizio n2 con
ROE costante |
|
CI
Rimanenze
CII Crediti
CIII Attività finanziarie
che non costituiscono immobilizzazioni
CIV Disponibilità liquide
Tutti
gli elementi subiscono un amento |
|
C
Trattamento di fine rapporto di
lavoro subordinato
NO
assunzioni o licenziamenti
Quota Tfr costante |
D1
Obbligazioni
D4 Debiti v/banche (quota Mutui
passivi)
NO
accensioni o rinegoziazioni
Rimborsi delle rate programmate |
|
D4
Debiti v/banche (quota C/c passivi)
D7 Debiti v/fornitori
D12 Debiti tributari
D13 Debiti v/istituti di previdenza
e di sicurezza sociale
Debiti
v/banche e Debiti v/fornitori
subiscono una diminuzione
Debiti tributari e Debiti previdenziali
subiscono un aumento |
In
questo contesto naturalmente le espressioni
“a medio-lungo” e “a
breve” assumono un significato
“funzionale”
e non “finanziario”, che
attiene non alla scadenza temporale
degli elementi patrimoniali ma alla
loro “natura”.
In esempi semplificati come quelli
qui esposti, Ac
e In “funzionali” sono
uguali ad Ac e In “finanziari”
e si riscontrano differenze soltanto
dal lato delle Fonti, poiché
nei dati “funzionali”:
- non si tiene conto della distribuzione
programmata dell’utile per cui,
quali mezzi propri, in luogo di CP2
si considera l’intero Pn e le
Pb “funzionali” non comprendono
dunque i dividendi
- non si tiene conto della più
breve scadenza delle rate dei Prestiti
obbligazionari e dei Mutui passivi
che si considerano, per il loro importo
complessivo, debiti a medio-lungo
(per natura) e facenti parte delle
Pc “funzionali”. Le Pb
“funzionali”, conseguentemente,
non comprendono le relative rate dei
prestiti e dei mutui.
Mano a mano che definiamo i dati patrimoniali
indichiamo con
i corrispondenti valori del Conto
economico che vengono direttamente
vincolati o influenzati nel loro importo.
Area
medio-lungo:
Pn,
In, Pc
Iniziamo
dalle Immobilizzazioni.
Indichiamo
in
blu
i
valori di Bilancio n1 e in
rosso
i
valori di Bilancio n2 |
1
Definiamo il valore delle Immobilizzazioni.
Manteniamo
immutato il parco dei costi pluriennali
evitando di considerare eventuali
aumenti o diminuzioni per acquisti
o vendite.
Ipotizziamo ammortamenti
costanti: Ammortamento
delle immobilizzazioni immateriali:
€ 32.557, Ammortamento
delle immobilizzazioni materiali:
€ 130.227.
CE
* voci B 10) a) e B 10) b) |
B Immobilizzazioni
€ 787.500
B I Immateriali € 157.500
B II Materiali € 630.000
B Immobilizzazioni
€ 624.716
B I Immateriali € 124.943
B II Materiali € 499.773
In
sono calate di € 162.784 |
Passiamo
poi al Patrimonio
netto e alle Passività
consolidate.
2
Manteniamo
immutato l’importo del
Capitale
sociale evitando di considerare
eventuali aumenti o diminuzioni.
A I Capitale
sociale € 400.00
A I Capitale
sociale € 400.000
Incrementiamo
i valori delle Riserve sulla base
dell’autofinanziamento programmato
in relazione all’utile dell’anno
n1. L’autofinanziamento totale
ammontava a € 30.000, che possiamo
suddividere abbastanza liberamente
come segue:
- Riserva
legale: 5% dell’utile
di € 60.000 = € 3.000
- Riserva
statutaria: 10% dell’utile
di € 60.000 = € 6.000
- Riserva
straordinaria: per il residuo
di € 30.000 – € 3.000
– € 6.000 = € 21.000
A IV Riserva
legale € 20.000
A V Riserve statutarie € 40.000
A VII Altre riserve
- Riserva straordinaria € 140.000
A IV Riserva
legale € 23.000
A VI Riserve statutarie € 46.000
A VII Altre riserve
- Riserva straordinaria € 161.000
3
Calcoliamo il nuovo CP1 = Capitale
proprio economico che
ammonta a € 400.000 + €
230.000 = € 630.000.
CP1
dell’anno n2 è uguale
a CP2 dell’anno n2 |
4
Ipotizziamo un Indice
di redditività del capitale
proprio (ROE = Rn/CP1%) costante,
pari al 10%, e calcoliamo
l’Utile
dell’esercizio (Rn)
dell’anno n2.
A IX Utile
dell’esercizio € 60.000
A
IX Utile dell’esercizio €
63.000
5
Sommando CP1 e Utile otteniamo il
Patrimonio netto (Pn) che ammonta
a € 630.000 + € 63.000 =
€ 693.000.
Totale
A del Passivo
Patrimonio netto € 660.000
Totale
A del Passivo
Patrimonio netto € 693.000
6
Visto che utilizziamo i dati non rielaborati,
non vi è alcun bisogno di fare
ipotesi sulla futura destinazione
dell’Utile dell’anno n2
per calcolare CP2.
Pn
è cresciuto di € 33.000 |
7
Definiamo il valore delle Passività
consolidate.
Le Passività
consolidate “funzionali”
del Bilancio civilistico comprendono
i Debiti
per Tfr,
i Prestiti
obbligazionari
(importo totale) e i Mutui
passivi
(importo totale).
Passività
consolidate € 345.000
Il
totale delle Passività consolidate
verrà ottenuto quale somma
degli importi analitici
Cominciamo dai Debiti
per Tfr.
Manteniamo
immutato il numero dei dipendenti
e pressoché stabile il livello
retributivo e contributivo
(salvo piccole variazioni fisiologiche)
evitando di considerare eventuali
assunzioni o licenziamenti. Ipotizziamo
una quota
Tfr costante:
Trattamento
di fine rapporto
€ 16.278, arrotondato per eccesso
a € 16.500.
C
Debiti per TFR € 115.000
C
Debiti per TFR € 131.500
L’ipotesi assunta della stabilità
del numero degli addetti e dei livelli
retributivi e contributivi vincola
anche l’importo di Salari
e stipendi
e Oneri
sociali,
che rimarranno pressoché costanti
ai valori dell’anno n1 e possono
magari venire fisiologicamente arrotondati
per eccesso, rispettivamente a €
217.000 e € 93.000.
CE
* voci B 9) a) e B 9) b) |
Passiamo
poi agli altri Debiti
consolidati (Prestiti obbligazionari
e Mutui passivi). Ci limitiamo a rimborsare
le rate di debito già programmate
evitando di considerare eventuali
nuove accensioni di prestiti o rinegoziazioni
di quelli esistenti.
Quota
D
Debiti consolidati € 230.000
D1 Prestiti
obbligazionari € 110.000 (di
cui € 100.000 esigibili
oltre l’anno)
quota
D4 Mutui
passivi € 120.000 (di cui €
100.000 esigibili
oltre l’anno)
Quota
D
Debiti consolidati € 200.000
D1
Prestiti obbligazionari € 100.000
(di cui € 90.000 esigibili
oltre l’anno)
quota
D4
Mutui passivi € 100.000 (di cui
€ 80.000 esigibili
oltre l’anno)
Influenza
oneri finanziari CE * voce
C 17 |
La
riduzione dell’importo dei Prestiti
obbligazionari
e dei Mutui
passivi
incide sul valore degli oneri
finanziari,
che, a parità di tasso applicato
(6%) sul debito residuo, vedono ridurre
il loro importo rispetto a quello
calcolato per l’anno n1.
Lo
Stato patrimoniale civilistico non
distingue i Mutui passivi dai C/c
passivi, ma indica il totale dei due
importi in D4.
Passività consolidate €
331.500
Pc
sono calate di € 13.500 |
Area
breve:
Ac,
Pb
8
Nel presente modello il
passaggio dall’area a medio-lungo
(funzionale) all’area a breve
(funzionale) si basa sul calcolo della
variazione del Margine di struttura
allargato (funzionale) = Capitale
circolante netto (funzionale)
e sulla sua distribuzione
tra i componenti dell’Attivo
e del Passivo corrente.
Il ragionamento è il seguente.
Per esigenze di simmetricità,
l’avanzo (disavanzo) che si
crea nella zona consolidata del capitale
(margine
di struttura allargato funzionale)
deve trovare corrispondenza in una
uguale eccedenza dello stesso segno
nella zona a breve (capitale
circolante netto funzionale),
per cui è possibile distribuire
(“spalmare”) abbastanza
liberamente l’eccedenza tra
i componenti dell’Attivo e del
Passivo corrente funzionale, garantendo
così la quadratura dello Stato
patrimoniale.
Calcolo
del CCNFUN al 31/12/n2 € 399.784
Calcolo
della variazione del CCNFUN avvenuta
nell’anno n2 € 182.284
CCNFUN
n2 – CCNFUN n1 = € 399.784
– € 217.500 = € 182.284
La variazione complessiva di CCNFUN
è naturalmente dovuta alle
variazioni analitiche di Pn (aumento
di € 33.000 ≥ aumento CCNFUN),
di In (diminuzione di € 162.784
≥ aumento di CCNFUN) e di Pc
(diminuzione di € 13.500 ≥
diminuzione di CCNFUN).
Procediamo adesso alla distribuzione
della variazione di Capitale circolante
netto
tra l’ Attivo
circolante
e le Passività
correnti (“funzionali”)
definendo così i dati dell’area
del breve
e infine i Totali degli Impieghi e
delle Fonti.
L’aumento del CCNFUN è
generalmente compatibile con:
- un aumento
delle zone correnti dell’attivo
- una riduzione
dell’indebitamento a breve
Abbiamo
a disposizione € 182.284
da distribuire tra i componenti
dell’area a breve funzionale
+ Ac e/o – Pb |
La
scelta dei dati può anche prevedere
variazioni nei componenti dell’Area
corrente che, invece di assorbire
CCN, ne mettono a disposizione un’altra
quota,
attraverso, ad esempio, un aumento
dei debiti a breve
e/o una riduzione
di attivo a breve,
quota che, naturalmente, andrà
poi coerentemente ridistribuita.
Ad esempio, in merito ai debiti in
D12 Debiti tributari e D13 Debiti
verso Istituti previdenziali è
certo possibile ridurre gli importi
o mantenerli costanti, ma è
forse più coerente prevedere
un loro aumento fisiologico. Ciò
metterà a disposizione una
quota supplementare di CCNFUN che
potrà essere destinata all’ulteriore
aumento di Ac o a ridurre altre voci
di debito.
Le
combinazioni, in assenza di vincoli,
sono potenzialmente “infinite”,
per cui è possibile fissare
i dati molto liberamente, magari insistendo
sulla riduzione dei debiti fruttiferi
(C/c
passivo).
Avendo tempo si possono aggiustare
i dati dell’Area corrente finché
non soddisfano del tutto, eventualmente
tenendo sotto controllo gli indicatori
patrimoniali, per ottenere i valori
desiderati, ad esempio, di elasticità
degli impieghi, capitalizzazione,
disponibilità, liquidità,
ecc. L’unico vero vincolo è
l’importo del CCNFUN (a meno
che non si voglia rimodificare anche
quello, ciò che costringerebbe
a ritoccare anche i dati consolidati).
Attivo
circolante:
importi analitici e importo totale,
Totale Impieghi (e Totale Fonti)
9
Definiamo i valori dei componenti
dell’Attivo
circolante.
In seguito calcoleremo poi il suo
importo
complessivo
e il Totale
Impieghi
(e Fonti). Supponiamo che tutti i
componenti dell’Attivo circolante
abbiano subito un aumento.
C
I Rimanenze.
1) Materie prime, 4) Prodotti finiti.
Supponiamo che nell’anno n2
il magazzino materie sia aumentato
di € 10.000 e che il magazzino
prodotti sia aumentato di € 19.000.
C I
Rimanenze € 231.000
1) Materie prime € 100.000
4) Prodotti finiti € 131.000
C
I Rimanenze € 260.000
1) Materie prime € 110.000
Variazione
(segno meno) CE * voce B 11 |
4) Prodotti finiti
€ 150.000
Variazione
(segno più) CE * voce A
2 |
C
II Liquidità differite.
1) Crediti v/clienti. Ipotizziamo
un aumento di € 20.400.
C II
Liquidità differite €
264.600
1) Crediti v/clienti
C
II Liquidità differite €
285.000
1) Crediti v/clienti
C
III Attività finanziarie non
immobilizzate.
6) Altri titoli. Ipotizziamo un investimento
in titoli pubblici di € 25.000,
allo scopo di appoggiare una parte
delle risorse disponibili.
Influenza
proventi finanziari CE
* voce C 16 c |
L’investimento
in titoli, dal punto di vista economico,
inciderà sul valore dei proventi
finanziari
sulla base di un certo tasso di rendimento
(es. 5%).
C
III Attività finanziarie non
immobilizzate € 25.000
1) Altri titoli
C
IV Liquidità immediate.
1) Banca 3) Cassa. Supponiamo che
nell’anno n2 il C/c bancario
sia aumentato di € 2.000 e che
il Denaro in cassa sia aumentato di
€ 200.
Influenza
proventi finanziari CE
* voce C 16 d |
Il
saldo del C/c attivo, dal punto di
vista economico, inciderà sul
valore dei proventi
finanziari sulla base del tasso
di remunerazione stabilito (es. 3%).
C IV Liquidità
immediate € 29.400
1) Banca € 28.000
3) Cassa € 1.400
C IV Liquidità
immediate € 31.600
1) Banca € 30.000
3) Cassa € 1.600
L’Attivo
circolante al 31/12/n2 si otterrà
sommando all’importo del 31/12/n1
(€ 525.000) l’incremento
avvenuto nell’anno n2 (€
76.600), per un totale di € 601.600.
È possibile ora trovare il
Totale
Impieghi (uguale al Totale
Fonti) sommando In (€ 624.716)
ad Ac (€ 601.600) = € 1.226.316.
C Attivo circolante
€ 525.000
Totale Impieghi (= Totale Fonti) €
1.312.500
C Attivo
circolante € 601.600
Totale Impieghi (= Totale Fonti) €
1.226.316
Le operazioni indicate hanno assorbito
CCNFUN per un totale di € 10.000
+ € 19.000 + € 20.400 +
€ 25.000 + € 2.000 + €
200 = €
76.600,
rispetto a una disponibilità
di €
182.284.
Rimangono
a disposizione € 105.684
(dati da € 182.284 –
€ 76.600) per la riduzione
dell’indebitamento a breve. |
Passività
correnti:
importi analitici e importo totale,
Totale Fonti (e Totale Impieghi)
10
Definiamo i valori dei componenti
delle Passività
correnti.
In seguito calcoleremo poi il loro
importo
complessivo
e il Totale
Fonti
(e Impieghi).
Supponiamo che tutti i componenti
del Passivo circolante abbiano subito
un decremento, tranne le voci in D
12 e in D 13, aumentate invece di
€ 1.000 ciascuna.
NB
Utilizziamo i dati civilistici non
rielaborati
L’aumento
delle componenti delle Passività
a breve mette a disposizione una quota
supplementare di CCNFUN. La diminuzione
delle componenti delle Passività
a breve assorbe una parte della variazione
annua del CCNFUN prodotto dall’impresa
migliorandone la struttura finanziaria.
Il
CCNFUN da destinare alla riduzione
dell’indebitamento a breve
ammonta a € 105.684 + €
2.000 = € 107.684. |
D4
Debiti verso banche.
C/c passivi. Ipotizziamo una diminuzione
di € 70.000.
Influenza
proventi finanziari CE
* voce C 17 |
La
riduzione dell’importo dei C/c
passivi
incide sul valore degli oneri
finanziari,
che, a parità di tasso applicato
(9%) sul debito residuo, vedono ridurre
il loro importo rispetto a quello
calcolato per l’anno n1.
quota
D4 C/c
passivi € 80.000
quota
D4
C/c passivi € 10.000
Lo Stato patrimoniale civilistico
non distingue i C/c passivi (€
10.000) dai Mutui passivi (€
100.000), ma indica il totale dei
due importi (€ 110.000) in D4.
D7
Debiti verso fornitori.
Ipotizziamo una diminuzione per l’importo
residuo di 107.684 – €
70.000 = € 37.684.
D7 Debiti
v/fornitori € 189.500
D7
Debiti v/fornitori € 151.816
D12
Debiti tributari
D12
Debiti tributari € 20.000
D7
Debiti tributari € 21.000
D13 Debiti verso Istituti previdenziali.
Come in precedenza deciso, gli importi
sono cresciuti di € 1.000 ciascuno.
D13
Debiti verso Istituti previdenziali
€ 18.000
D13
Debiti verso Istituti previdenziali
€ 19.000
Le Passività
correnti
al 31/12/n2 si otterranno sottraendo
dall’importo del 31/12/n1 (€
307.500) il decremento avvenuto nell’anno
n2 (€ 107.684) e sommando l’incremento
avvenuto nello stesso periodo (€
2.000), per un totale di € 201.816.
Quota
D Passività correnti €
307.500
Quota
D Passività correnti €
201.816
È possibile ora verificare
il Totale
Fonti
(uguale al Totale Impieghi) sommando
Pn € 693.000 + Tfr € 131.500
+ Debiti consolidati € 200.000
a Pb (€ 201.816).
Come
si nota, si tratta dello stesso importo
già calcolato precedentemente
al punto 9.
Totale
Fonti (= Totale Impieghi) € 1.312.500
Totale
Fonti (= Totale Impieghi) € 1.226.316
Riportiamo i dati nel prospetto di
Stato
patrimoniale
del Bilancio
d’esercizio
civilistico.
Anno
n2 CONTO ECONOMICO
In assenza di valori appartenenti
alla gestione accessoria, utilizziamo
direttamente lo schema civilistico.
Procediamo dal basso verso l’alto,
a partire dal risultato economico
già indicato nello Stato patrimoniale.
C.E.
in 10 step
1
Risultato economico (23)
2
Imposte sul reddito e Risultato
lordo (22)
3
Area straordinaria e Area delle
rettifiche di valore di attività
finanziarie (E,
D)
4
Area finanziaria: Proventi e oneri
finanziari (C)
5
Differenza A – B (A
– B)
6
Valore della produzione: Vendite
e Variazione delle rimanenze di
prodotti finiti (A)
7
Costi della produzione: Totale
B e Disaggregazione in quattro
componenti
8
Consumi materie prime: Acquisti
e Variazione delle rimanenze di
materie prime
9
Costi del personale
10
Ammortamenti e Costi per servizi
(saldo
di B) (B) |
Teniamo
conto dei soli vincoli
“fisiologici” o “di
sistema”,
che
discendono dalle scelte fatte in sede
di redazione dello Stato patrimoniale
(li indichiamo in verde
nella trattazione che segue) e fissiamo
abbastanza liberamente tutti gli altri
dati.
VINCOLI
IMPORTATI DALLO STATO PATRIMONIALE
1
Riprendiamo
il dato di Risultato
economico
già ottenuto durante la redazione
del conto patrimoniale
Rigo
23
Utile dell’esercizio €
63.000
2
Ipotizziamo un Indice
di carico fiscale
(Imposte sul reddito/Rl %) pari ad
esempio al 50% del risultato prima
delle imposte.
Rigo
22
Imposte sul reddito dell’esercizio
€ 63.000
Risultato prima delle imposte €
126.000
3
Risaliamo all’Area
straordinaria
(E - Proventi e oneri straordinari)
e all’Area (finanziaria) delle
Rettifiche di valore (D - Rettifiche
di valore di attività finanziarie)
lasciando a zero gli importi.
Area
E = 0
Area D = 0
4
Passiamo
all’Area
finanziaria
(C - Proventi e oneri finanziari)
e calcoliamo gli interessi attivi
e passivi. Applichiamo percentuali
differenziate alle consistenze finali
dei crediti e debiti fruttiferi.
Area
C
Proventi finanziari
C16 c) € 1.250
C16 d) € 900
Oneri finanziari
C17) € 12.900
Totale C = – € 10.750
5
Risaliamo alla Differenza
A – B
aggiungendo al Risultato lordo (€
126.000) il saldo negativo di C (€
10.750). Il valore così determinato
€ 136.750, in assenza di componenti
accessorie non caratteristiche, corrisponde
al Reddito
operativo.
A–B
(Reddito operativo) = € 136.750
È
utile calcolare l’Indice
di redditività del capitale
investito (ROI = Ro/TI%)
rapportando il Reddito operativo
così determinato al Totale
Impieghi: 136.750/1.226.316 x
100 = 11,15% |
6
Definiamo i dati dell’Area
della produzione
cominciando dalla zona “positiva”
(A
- Valore della produzione).
Iniziamo dalle Vendite
di prodotti finiti,
che possono essere determinate fissando
un Indice
di redditività delle vendite
(ROS = Ro/Ve%), inferiore al ROI.
Definiamo
poi la Variazione
delle scorte di prodotti finiti
riprendendo l’aumento di €
19.000 già scelto in sede di
redazione dello Stato patrimoniale.
Area
A
A1 Vendite € 1.820.000
A2 Variazioni
delle rimanenze di prodotti finiti
€ 19.000
Totale A
= € 1.839.000
7
Concludiamo i dati dell’Area
della produzione
passando alla zona “negativa”
(B
- Costi della produzione),
determinandone in primo luogo il totale
complessivo, semplicemente sottraendo
dal Totale A (€ 1.839.000) la
differenza positiva A – B (€136.750)
= € 1.702.250.
Totale
B = € 1.702.250
La disaggregazione
del totale B
(€ 1.702.250) nei singoli elementi
componenti, come per l’anno
n1, può avvenire in un primo
momento inserendo le quattro categorie
di costi principali, che, per ipotesi,
assorbono le seguenti quote percentuali
di B: Consumi
materie prime
50%, Costi
del personale
20%, Ammortamenti
10%, Costi
per servizi
20% (residuo) e suddividendo poi le
categorie in voci più analitiche.
I
valori vanno però adattati
per tenere conto dei vincoli ereditati
dallo Stato patrimoniale che indichiamo
con un fondino nella
tabella che segue.
8
– 9 – 10
Riportiamo
i dati nel prospetto di Conto
economico
del Bilancio
d’esercizio
civilistico.
Conto
economico (art. 2425 c.c.)
Anno
n2 RENDICONTO FINANZIARIO
Riprendiamo i dati
sintetici di flusso
già ricavati precedentemente
in sede di compilazione dello Stato
patrimoniale.
CCNFUN
al 31/12/n2:
€ 399.784
Variazione
del CCNFUN n2:
€ 182.284
La variazione del CCNFUN può
essere determinata, in maniera più
analitica, attraverso una completa
analisi
per flussi
e la redazione del Rendiconto
finanziario delle variazioni del Capitale
circolante netto,
solitamente basato sugli schemi civilistici
di S.P. non rielaborati.
Allo scopo di preparare i dati analitici
da esporre nel Rendiconto finanziario
è utile predisporre un foglio
di lavoro
per estrarre dai movimenti patrimoniali
i flussi
finanziari
e cioè le variazioni patrimoniali
rilevanti ai fini della produzione
e dell’assorbimento di CCNFUN.
Il foglio è suddiviso in due
tabelle,
utili, ciascuna, alla compilazione
di una delle due parti del rendiconto.
Foglio
di lavoro per la preparazione del
RF di CCN
In relazione ai dati a medio-lungo
la seguente tabella prevede sei
colonne,
nelle quali trovano posto, nell’ordine,
i dati relativi all’anno più
recente n2 (1), a quello precedente
n1 (2), alla variazione patrimoniale
(“flusso”) (3), alla sua
causa (4), alle variazioni che non
incidono sul CCN (5) e alle variazioni
che incidono sul CCN (6).
Non
tutte le operazioni hanno effetto
sul CCN:
qualcuna di esse, infatti, appare
“neutrale” (colonna 5),
in quanto dà vita a compensazioni
nell’area a lungo senza modificarne
il saldo.
RF
di CCN - Parte prima - Dati consolidati
RF
di CCN - Parte seconda - Dati correnti
Riportiamo infine i dati nello schema
di Rendiconto
finanziario.
Rendiconto
finanziario delle variazioni del CCN
Nell’anno n2 le operazioni di
gestione hanno complessivamente generato
un incremento netto di risorse pari
a €
182.284.
Il flusso
generato dalla gestione reddituale
è una delle fonti (certo la
più tipica e auspicabile) attraverso
la quale vengono prodotte le risorse
finanziarie delle imprese. Esso indica
gli effetti
provocati sul CCN dal risultato economico
dell’esercizio.
Si tratta del saldo tra ricavi e costi
monetari, che, con procedimento indiretto,
può essere calcolato anche
a partire dal risultato economico,
rettificandolo con le componenti non
monetarie, e cioè riaggiungendo
quei costi (non monetari) che hanno
depresso il reddito senza dar luogo
a uscite. Alternativamente, gli eventuali
ricavi (non monetari) che hanno incrementato
il reddito senza generare risorse
devono essere sottratti.
Il saldo può anche essere negativo,
testimoniando così un assorbimento
netto di risorse.
Nel
nostro esempio FGGR > Re.
Ciò significa che l’aumento
di CCN dovuto alla gestione è
più alto del risultato economico.
La
causa è da ascrivere ai costi
non monetari
(ammortamenti e Tfr) che riducono
il reddito senza dar luogo a riduzioni
di CCN, il quale, dunque, risulta
più alto del reddito.
Il CCN si alimenta e viene assorbito
anche attraverso altre operazioni
(flussi
della gestione patrimoniale),
nel nostro esempio: rimborsi di debiti
consolidati e pagamento di dividendi.