Flossie Wong-Staal: una vita all’insegna della scienza
Di Ylenia Nicolini
- Obiettivo Primario: 3 - Salute e benessere
Virologa e biologa molecolare, è stata la prima scienziata a identificare l’agente responsabile dell’AIDS (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita). Avendo contribuito a migliorare la qualità della vita delle persone affette dal virus dell’HIV (virus dell’immunodeficienza umana) e dell’epatite C, Flossie Wong-Staal è tuttora ricordata per i suoi studi pionieristici sui retrovirus.
Nata a Guangzhou (Cina) il 27 agosto 1946, all’età di sette anni Wong Yee Ching si trasferisce con la propria famiglia a Hong Kong, dove frequenta una scuola cattolica gestita da suore americane. È in questa sede che le viene suggerito di scegliere un nome inglese e, su consiglio del padre, opta per “Flossie”, il nome di un tifone che si era appena abbattuto sulla Cina meridionale.
Appassionata sia di poesia che di scienza, all’età di 18 anni decide di trasferirsi a Los Angeles per studiare Biologia Molecolare all’Università della California (UCLA), dove incontra anche il collega Stephen Staal che diventerà suo marito. Qui si laurea con lode in soli tre anni e, dopo aver ottenuto un dottorato di ricerca in Biologia Molecolare, nel 1973 si trasferisce a Bethesda (Maryland) dove inizia a lavorare come post-doc nel Laboratorio di Biologia delle Cellule Tumorali, guidato da Robert C. Gallo, presso il National Cancer Institute of Health (NIH).
Nel 1982, Wong-Staal assume la guida della Sezione di Genetica Molecolare delle Cellule Ematopoietiche e in questi stessi anni concentra le proprie ricerche sui retrovirus. Nonostante lo scetticismo dell’epoca, la scienziata sostiene fermamente che questi virus, in grado di convertire il proprio genoma da RNA a DNA per poi inserirlo nella cellula ospite, possano essere responsabili di alcune malattie umane. Proprio in questi anni, durante i quali Flossie e il suo team cercano di comprendere questi tipi di virus, una nuova malattia, in seguito chiamata AIDS, inizia a diffondersi negli Stati Uniti. Wong-Staal concentra così le proprie ricerche su questa infezione e sul virus in seguito associato ad essa, l’HIV, rivelandone la diversità genetica, cruciale per la sua capacità di eludere il sistema immunitario.
Tramite analisi di tipo molecolare, Wong-Staal dimostra infatti che il virus presenta mutazioni sia nelle cellule dello stesso soggetto sia tra pazienti diversi; e ciò significa una cosa sola: il virus muta costantemente in risposta alle pressioni immunitarie, generando cloni virali differenti.
Questa scoperta e in particolare la mappatura completa del genoma del virus hanno così consentito lo sviluppo di terapie antivirali efficaci per trattare l’AIDS, oltre che di test diagnostici in grado di rilevare, nel sangue dei pazienti, il genoma del virus.
Durante la sua carriera, Wong-Staal ha formato un gran numero di ricercatori post-doc, molti dei quali sono divenuti leader nei rispettivi settori di competenza. Ma il suo contributo scientifico non si è limitato alle scoperte sull’HIV. La scienziata ha infatti condotto ricerche anche sul retrovirus HTLV-1, associato alla leucemia delle cellule T dell’adulto, sugli attivatori di trascrizione Tax e Tat dei virus HTLV-1 e HIV-1 e sui processi di regolazione della trascrizione e di trasporto dell’RNA. Al termine della carriera, inoltre, Wong-Staal ha sfruttato le proprie conoscenze sull’HIV per comprendere meglio l’epatite C, contribuendo allo sviluppo di farmaci contro questa malattia.
Grazie al suo lavoro e alla sua determinazione e tenacia, la scienziata è stata insignita di numerosi premi e riconoscimenti; già membro della National Academy of Medicine, nel 2002 è stata inserita dal magazine Discover tra le 50 donne di scienza più importanti e nel 2019 è entrata a far parte della National Women’s Hall of Fame, insieme a Angela Davis, Jane Fonda e Sonia Sotomayor.
Appassionata sia di poesia che di scienza, all’età di 18 anni decide di trasferirsi a Los Angeles per studiare Biologia Molecolare all’Università della California (UCLA), dove incontra anche il collega Stephen Staal che diventerà suo marito. Qui si laurea con lode in soli tre anni e, dopo aver ottenuto un dottorato di ricerca in Biologia Molecolare, nel 1973 si trasferisce a Bethesda (Maryland) dove inizia a lavorare come post-doc nel Laboratorio di Biologia delle Cellule Tumorali, guidato da Robert C. Gallo, presso il National Cancer Institute of Health (NIH).
Nel 1982, Wong-Staal assume la guida della Sezione di Genetica Molecolare delle Cellule Ematopoietiche e in questi stessi anni concentra le proprie ricerche sui retrovirus. Nonostante lo scetticismo dell’epoca, la scienziata sostiene fermamente che questi virus, in grado di convertire il proprio genoma da RNA a DNA per poi inserirlo nella cellula ospite, possano essere responsabili di alcune malattie umane. Proprio in questi anni, durante i quali Flossie e il suo team cercano di comprendere questi tipi di virus, una nuova malattia, in seguito chiamata AIDS, inizia a diffondersi negli Stati Uniti. Wong-Staal concentra così le proprie ricerche su questa infezione e sul virus in seguito associato ad essa, l’HIV, rivelandone la diversità genetica, cruciale per la sua capacità di eludere il sistema immunitario.
Tramite analisi di tipo molecolare, Wong-Staal dimostra infatti che il virus presenta mutazioni sia nelle cellule dello stesso soggetto sia tra pazienti diversi; e ciò significa una cosa sola: il virus muta costantemente in risposta alle pressioni immunitarie, generando cloni virali differenti.
Questa scoperta e in particolare la mappatura completa del genoma del virus hanno così consentito lo sviluppo di terapie antivirali efficaci per trattare l’AIDS, oltre che di test diagnostici in grado di rilevare, nel sangue dei pazienti, il genoma del virus.
Durante la sua carriera, Wong-Staal ha formato un gran numero di ricercatori post-doc, molti dei quali sono divenuti leader nei rispettivi settori di competenza. Ma il suo contributo scientifico non si è limitato alle scoperte sull’HIV. La scienziata ha infatti condotto ricerche anche sul retrovirus HTLV-1, associato alla leucemia delle cellule T dell’adulto, sugli attivatori di trascrizione Tax e Tat dei virus HTLV-1 e HIV-1 e sui processi di regolazione della trascrizione e di trasporto dell’RNA. Al termine della carriera, inoltre, Wong-Staal ha sfruttato le proprie conoscenze sull’HIV per comprendere meglio l’epatite C, contribuendo allo sviluppo di farmaci contro questa malattia.
Grazie al suo lavoro e alla sua determinazione e tenacia, la scienziata è stata insignita di numerosi premi e riconoscimenti; già membro della National Academy of Medicine, nel 2002 è stata inserita dal magazine Discover tra le 50 donne di scienza più importanti e nel 2019 è entrata a far parte della National Women’s Hall of Fame, insieme a Angela Davis, Jane Fonda e Sonia Sotomayor.
Attività da proporre alla classe
Nella parte conclusiva dell’articolo sono citate tre donne che nel 2019 sono state inserite nella National Women’s Hall of Fame insieme a Flossie Wong-Staal. Suddivisi in gruppi, scegliete una di queste donne e, dopo aver effettuato una ricerca in Internet, scrivetene la biografia soffermandovi sulle motivazioni per cui ciascuna di esse è entrata a far parte della National Women’s Hall of Fame. Quindi condividete ciò che avete scoperto con gli altri gruppi.
Bibliografia
Kenyon, G. (2020). Flossie Wong-Staal. The Lancet Infectious Diseases, 20(9), 1022.
Franchini, G. (2020). Flossie Wong-Staal (1946–2020). Science, 369(6509), 1308-1308.
Franchini, G. (2020). Flossie Wong-Staal (1946–2020). Science, 369(6509), 1308-1308.