sociale, quindi, poteva esercitare un’influenza schiac-
ciante sugli altri, proprio perché ogni tribù riproduceva
in piccolo la società ateniese: tutti i suoi membri avevano
gli stessi diritti, indipendentemente dalla loro professio-
ne o dalla loro nascita e potevano quindi eleggere i magi-
strati ed essere eletti.
Inoltre in ogni tribù gli appartenenti alle classi più povere
(rappresentati nelle trittìe della montagna e della costa)
potevano avere la maggioranza (due trittìe su tre) e i
nobili che avevano dominato fino ad allora furono poli-
ticamente indeboliti. Per queste ragioni si può dire che
con la riforma di Clistene Atene inizia il cammino verso
la democrazia.
Gli arconti e la Bulé
Ogni tribù eleggeva un arconte.
Per fare in modo che ogni tribù avesse un suo magistra-
to, il numero degli arconti, prima di nove, fu portato a
dieci. Inoltre ogni tribù doveva eleggere ogni anno uno
stratega, cioè un capomilitare che si occupasse della dife-
sa del territorio. All’interno di ogni tribù, venivano ogni
anno estratti a sorte cinquanta cittadini, che entravano a
far parte di una nuova assemblea, il Consiglio dei cinque-
cento o Bulé che affiancò l’Areòpago, il Consiglio degli
anziani. Ciascun gruppo di cinquanta membri della
Bulé presiedeva l’assemblea per la decima parte dell’an-
no e il presidente, anch’esso scelto a sorte, cambiava ogni
giorno. Grazie a questo meccanismo di sorteggio e alla
brevità della durata delle cariche, ogni cittadino ateniese
poteva ragionevolmente sperare di trovarsi a capo della
Bulé almeno per un giorno nella sua vita.
I poteri dell’Ecclesía
I cinquecento membri della
Bulé controllavano l’operato degli arconti, esaminava-
no tutti i problemi della comunità, elaboravano le pro-
poste di legge. Ma l’ultima parola spettava all’assem-
blea popolare di tutti i cittadini, l’Ecclesía, che pote-
va approvare o respingere le proposte del consiglio e
decideva su tutte le questioni più importanti: la pace, la
guerra, le alleanze con altri popoli, le condanne.
I cittadini si riunivano nell’Ecclesia più volte l’anno.
Votavano per alzata di mano e ogni decisione veniva
presa a maggioranza, in altre parole una proposta veni-
va approvata solo se i favorevoli erano più numerosi dei
contrari.
I poteri dell’Ecclesía non avevano limiti, appunto perché
il potere risiedeva nella volontà di tutto il popolo: cia-
scuno poteva prendere la parola, esprimere le sue idee,
proporre le leggi. La libertà di parola fu una conquista
fondamentale, un dirit-
to-dovere che i greci
avrebbero trasmesso a
tutte le civiltà successi-
ve come un elemento
essenziale di un sistema
politico democratico.
areòpago
consiglio
degli anziani
(ex arconti)
arconti
9 magistrati
+ 1 segretario
Eletti annualmente
Bulé
consiglio dei 500
formato
da 50 membri
per ciascuna tribù
Funzioni:
amministrative
e di governo
strateghi
10 comandanti
militari
elièa
Tribunale popolare
sorteggiato
fra i cittadini liberi
L’orGanIZZaZIone PoLItICa e ammInIstratIVa atenIese doPo La rIForma dI CLIstene
tribù
Zone (costa, pianura, montagna) e Trittìe
Trittìe della costa
Trittìe della pianura
Trittìe della montagna
sorteggio partecipazione elezione
ecclesía
: assemblea dei cittadini liberi
Funzioni: legislative, giudiziarie
rispondi
Quali erano i poteri
dell’Ecclesía?
dIVerse Forme dI GoVerno
aristocrazia
oligarchia
timocrazia
tirannide
democrazia
governo in cui il potere è tenuto da una ristretta cerchia di famiglie di origine nobile.
governo in cui il potere è concentrato nelle mani di una minoranza della popolazione.
governo in cui il potere è esercitato dai cittadini in proporzione al censo.
governo in cui tutti i poteri sono concentrati nelle mani di una sola persona, il tiranno.
governo in cui il potere è esercitato dal popolo, il
démos
.
Storia07.indd 131
31/01/