L’Età Ellenistica: la pittura
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I generi e gli stili della pittura ellenistica sono
testimoniati da alcuni mosaici
Come sempre, a causa della maggiore deperibili-
tà delle opere, le testimonianze pittoriche sono in
numero estremamente minore rispetto a quelle
scultoree. Tuttavia il fatto che nelle città sepolte
dall’eruzione del Vesuvio, in particolare Pompei
ed Ercolano, siano rimasti intatti molti affreschi
di ispirazione ellenistica ci permette di conoscere
i gusti e gli stili dell’epoca.
Così come abbiamo visto per la scultura, anche
per la pittura le origini del linguaggio ellenistico
vanno ritrovate nel IV secolo a.C., il momento di
massima fioritura della pittura greca. Da Apelle e
da Filòsseno di Eretria discesero autori e scuole
pittoriche che approfondirono temi e stili classi-
ci per portarli verso modi espressivi più audaci e
complessi.
I tratti essenziali della pittura ellenistica sono:
• il fortissimo naturalismo, soprattutto nella de-
corazione parietale, dove abbondano i motivi
vegetali, principalmente quello della ghirlanda;
• il piacere per la scena di genere, cioè quelle di
vita quotidiana;
• lo scopo decorativo al servizio dell’architettura;
l’illusionismo;
• la ricerca dell’espressività;
• lo studio del carattere umano.
I generi prediletti erano: la natura morta, il ritrat-
to, il paesaggio e la megalografia, cioè un dipinto
di grandi dimensioni, fortemente spettacolare,
che raffigurava soggetti storici come le battaglie.
Ne abbiamo un esempio nella
Battaglia di Ales-
sandro
da Pompei (
Fig. 54
).
L’attenzione per il paesaggio è invece testimo-
niata dal
Mosaico di Palestrina
(
Fig. 51
), così
chiamato perché scoperto nel 1600 a Palestrina,
cittadina in provincia di Roma, datato agli inizi
del I secolo a.C., il quale riproduce un originale
ellenistico del secolo precedente. Il mosaico è
una riproduzione simbolica dell’abbondanza e
della ricchezza prodotte dal fiume Nilo e presen-
ta animali familiari e esotici (
Fig. 52
), costruzioni
di vario tipo, i molteplici lavori svolti dalla popo-
lazione e le diverse caratteristiche delle imbarca-
zioni (
Fig. 53
): in questo senso l’opera segnala la
vocazione enciclopedica della cultura ellenistica,
l’interesse cioè a classificare e conoscere le forme
naturali e animali dell’universo conosciuto.
I mosaici che testimoniano l’arte ellenistica sono
prevalentemente svolti con la tecnica alessandri-
na detta dai Romani
opus vermiculatum
: risulta-
no cioè composti di tessere molto piccole, mas-
simo 3 centimetri l’una, le quali permettevano di
riprodurre i contorni delle figure, al riparo dalla
discontinuità tipica dei mosaici formati da tesse-
re di dimensioni più ampie.
g h
Figg. 51-52-53
Scena nilotica
(detta Mosaico
di Palestrina),
insieme e particolari
da Palestrina, copia
del 100-80 a.C.
da un originale
del II secolo a.C., mosaico,
615x506 cm; Palestrina,
Museo Archeologico
Prenestino.
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