suoi principi artistici e la diffusione del ritratto in
Età Ellenistica. Alla raffigurazione di Alessandro
Magno realizzato da Lisippo (
Fig. 30
) si ispirava cer-
tamente la testa rinvenuta a Rodi (
Fig. 31
), che se-
condo alcuni studiosi riproduce la testa del
Colosso
di Rodi
e che rispetto all’opera di Lisippo presenta i
capelli più scomposti e la testa rovesciata all’indie-
tro, come se dirigesse lo sguardo verso l’alto.
La ritrattistica ellenistica fu spiccatamente realisti-
ca, in quanto espressiva di una verità umana nelle
sue più diverse sfumature legate alla quotidianità.
I personaggi ritratti dagli scultori ellenistici, sia che
fossero sovrani sia filosofi o poeti, come l’
Omero
cieco (
Fig. 32
), sia gente umile, come una vecchia
contadina (
Fig. 33
), sono colti con una profondità
psicologica capace spesso di portare in luce l’inte-
riorità o di rivelarne l’emotività. A ciò si unisce una
tecnica raffinatissima e virtuosistica, che trasforma
il realismo in un verismo che si compiace dell’imi-
tazione minuziosa dei volti dei ritrattati.
Alessandro Magno e gli artisti
L’
educazione giovanile di Alessandro, gra-
zie anche al suo straordinario tutore Ari-
stotele, ebbe grande influenza nella sua vi-
ta: la cultura rimase infatti sempre al centro
dei suoi interessi ed egli fece assegnamen-
to anche sull’incontro di culture diverse per te-
nere insieme il suo gigantesco impero. Una del-
le principali aspirazioni di Alessandro era quel-
la di essere riconosciuto come uomo di stirpe gre-
ca, pienamente partecipe della lingua, della religione
e della cultura dei Greci: anche per questo, quando
riuscì a sconfiggere la resistenza di Tebe mettendo-
la a ferro e fuoco, non distrusse il tempio di Zeus né
la casa del poeta Pindaro.
La sua ostilità all’Impero Persiano proveniva an-
che dal desiderio di vendicare i Greci per la di-
struzione dei templi che i Persiani avevano com-
piuto nel 480 a.C.
Ma Alessandro si distinse dagli uomini del suo tempo so-
prattutto per l’attenzione che egli mostrò verso gli artisti.
Nella società greca, infatti, gli scultori e i pittori occupava-
no ranghi inferiori poiché erano assimilati ai lavoratori ma-
nuali. Lo attestano gli stessi Platone e Aristotele, celebri per
le loro posizioni spregiative nei confronti delle arti figurative.
Nell’età di Alessandro, invece, architetti, scultori e pittori fu-
rono ben considerati e ottennero fama e denaro come mai
era accaduto in precedenza. Non è un caso che in questo
periodo comparvero i primi trattati sull’arte: Panfilio scris-
se un libro sulla geometria e l’aritmetica come basi teoriche
della pittura; Eufranore produsse un trattato sulla simmetria
e sul colore; Nicia scrisse sui soggetti artistici; Apelle realiz-
zò un trattato sulla teoria dell’arte. Tutti sono andati perduti,
tranne alcuni frammenti di Duride di Samo, autore di una Vi-
ta degli artisti, che si ritiene sia stata presa a modello da Pli-
nio il Vecchio (I secolo d.C.).
Alcuni artisti, come Apelle, furono amici personali di Ales-
sandro: ad Apelle sono attribuiti i ritratti del condottiero più
citati nella storia
ettendo-
Arte e storia
g
Fig. 30
- Ritratto
di Alessandro,
da un originale di Lisippo,
marmo pentelico,
altezza 27,5 cm,
I secolo a.C.; Atene,
Museo dell’Acropoli.
f
Fig. 31
- Testa
di Helios, da Rodi,
forse copia del Colosso
di Rodi, marmo,
altezza 55 cm,
60-150 a.C.; Rodi,
Museo Archeologico.
g
Fig. 33
- Vecchia contadina
al mercato, da Roma, marmo,
altezza 125,7 cm, II secolo a.C.;
New York, Metropolitan Museum.
g
Fig. 32
- Busto di Omero,
copia romana in marmo
da un originale del II secolo a.C.,
altezza 55 cm; Napoli, Museo
Archeologico Nazionale.
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