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U 3
LE ORIGINI DELL’EUROPA
Le imprese di Carlo Magno
1 COMPRENDERE IL DOCUMENTO
1. Leggi con attenzione il documento riportato qui sopra e, se
occorre, chiedi all’insegnante il significato dell’espressione
sottolineata in azzurro.
2. Cerca sul vocabolario le parole sottolineate in arancio e
trascrivine il significato sul quaderno.
3. Individua e cerchia i tre nomi geografici presenti nel testo
e trascrivili qui:
1. .................................................................................
2. .................................................................................
3. .................................................................................
•
In quale pianura italiana si trovano? ....................................
•
In quale regione moderna rientrano, almeno in parte, tutti e tre?
..................................................................................
•
Da quale popolo prese il nome quella regione?
..................................................................................
2
INQUADRARE IL DOCUMENTO
1. Inquadra il contenuto del documento rispondendo alla
domanda: a quale episodio storico si riferisce un brano che
parla di Pavia e di due personaggi che si chiamano Desiderio
e Carlo? Se non ti ricordi, rileggi il paragrafo 6 del Capitolo 9.
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• Comprendere e inquadrare
la narrazione storica di un evento.
LABORATORIO
Tipo di documento:
Narrazione storica
Data:
IX secolo
Autore:
Monaco di San Gallo
Titolo dell’opera:
Le imprese di Carlo
Note
Dei tre personaggi citati nel
documento, Oggerio è un
conte che ha tradito Carlo
Magno ed è passato dalla
parte del nemico.
D
esiderio e Oggerio salirono su un’altissima torre, da dove si poteva vede-
re in lungo e in largo chi arrivava. Apparve un esercito di gente raccolta
dall’immenso impero, e poi vescovi e abàti, con i loro accompagnatori.
Vedendo ciò Desiderio smarrito balbettò: “Discendiamo e nascondiamoci sot-
to terra, via dalla vista di un tanto formidabile nemico”.
Allora Oggerio rispose impaurito anch’egli: “Eppure manca ancora Carlo con
i suoi guerrieri. Solo quando vedrai i campi irti di messi ferree, e il Po e il
Ticino gonfi di questo mare di ferro inondare le città dei loro neri flutti, quel-
lo sarà forse il segno del giungere di Carlo”.
Avevano appena finito di parlare, che ad occidente comparve un tenebroso
nembo gonfio di tremendo uragano, che mutò la luce del giorno in spavento-
sa tenebra: ma, avvicinandosi l’imperatore, il balenìo delle armi illuminò gli
assediati d’un giorno più nero ancora della notte. E lo videro allora, Carlo in
persona, l’imperatore di ferro chiuso in un ferreo casco, le braccia protette da
guanti di ferro, il ferreo petto e le larghe spalle coperti da una ferrea corazza,
la sinistra occupata da una lancia di ferro tenuta alta, mentre la destra era sem-
pre tesa verso la spada; anche nello scudo non appariva altro che ferro. Perfino
il suo cavallo splendeva del colore del ferro.
Tutti coloro che lo precedevano o lo seguivano, avevano il suo stesso armamen-
to. Il ferro riempiva i campi e le pianure; i raggi del sole si riflettevano nello
splendore del ferro; e così il popolo di Pavia, gelido di terrore più del ferro
stesso, s’inchinò dinanzi al gelido ferro, e un confuso clamore riempì la città:
“Oh, il ferro! Ohimè, il ferro!”.