Il circolo di Mecenate
Il richiamo del
circolo di Mecenate
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, tanto prestigioso per gli intellettuali contempora-
nei, dipendeva dalla
nuova identità professionale assunta dalla letteratura
, che usciva dal-
le secche della segregazione sociale per divenire proposta di idee e di valori per la comuni-
tà. Facendosi interprete di una visione della vita e di un progetto morale in linea con quelli
dell’impero, il poeta assumeva un compito vicino a quello della dirigenza politica e con es-
sa collaborava nell’
organizzazione del consenso
.
Mecenate legò poeti e artisti intorno a sé e tra loro grazie anche alla concessione di
benefici
materiali
e al clima disteso che riuscì a creare. All’interno del gruppo, infatti,
non vigeva-
no rapporti di subalternità, ma di fraterna amicizia
, come si può desumere da tutta la sa-
tira
I 5 di Orazio (vd. Capitolo 4, T3, p. 172). In realtà questi poeti, anche se elogiavano il
princeps
, non vivevano alla sua corte né svolgevano mansioni subalterne. Alcuni di loro non
erano neppure stati partigiani di Augusto: basta pensare a
Orazio
, che a Filippi aveva mili-
tato nelle schiere repubblicane, o a
Virgilio
e a
Properzio
, che erano stati colpiti dalle con-
fische triumvirali. Tuttavia Mecenate talvolta stimolava attraverso
haud mollia iussa
(«ordi-
ni insistenti»), come ricorda lo stesso Virgilio, il contributo a una letteratura alta da parte di
poeti che per proprio conto avrebbero preferito forme di poesia meno impegnata.
Gli altri circoli culturali
Questo atteggiamento di Augusto verso i letterati della prima generazione augustea è di-
mostrato anche dalla tolleranza verso circoli diversi da quello di Mecenate e con diverso
orientamento.
Messalla Corvino
riunì un cenacolo di poeti tra cui Tibullo, Ligdamo e il giovane Ovidio,
che passò poi al gruppo di Mecenate. Il circolo di Messalla si teneva ai margini della politica e
preferiva una
poesia di evasione nella pace della natura
, come si coglie nei versi di Tibullo.
Asinio Pollione
invece fu un organizzatore di cultura. Oratore e poeta tragico, aveva aper-
to al pubblico una biblioteca e diffuso la moda delle
recitationes
, cioè delle
pubbliche let-
ture di poesia
, che con le declamazioni costituiranno il fulcro della
performance
letteraria
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Auditorium
di
Mecenate.
Si ritiene che questa
grande aula rettangolare
seminterrata (m 24 x
10 circa), con abside
su uno dei lati minori,
appartenesse alla villa di
Mecenate sull’Esquilino
e che in essa i poeti del
circolo di Mecenate si
riunissero per leggere le
loro opere.
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