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L’investitura di Lancillotto
Lancillotto è uno dei cavalieri di re Artù, il più valoroso e fidato, anche se poi tra-
dirà il suo signore per amore della regina Ginevra. Nel brano che stai per leggere
si racconta della cerimonia dell’investitura, il momento in cui, dopo una lunga
preparazione alla corte di un signore feudale, il paggio diventava cavaliere.
L’investitura era preceduta da una notte di digiuno e di preghiera e spesso veniva
fatta coincidere con un’importante festa religiosa, in genere il Natale o la
Pentecoste. L’investitura di Lancillotto avviene invece nel giorno del matrimonio
tra Artù e Ginevra.
La luce del sole sembrava esplodere attraverso le grandi vetrate della facciata orienta-
le della cattedrale e riempiva l’aria e il pavimento di meravigliose schegge colorate,
rosso rubino, viola ametista, blu cobalto e giallo topazio. Delineata dai contorni di
piombo, la figura di Cristo in gloria splendeva sui fedeli raccolti, con le mani alzate
per la benedizione. Alcuni sostenevano che il volto dell’Agnello di Dio era straordi-
nariamènte somigliante a quello di Artù da giovane.
Una tromba ripeté una melodia che echeggiò fra le volte e le arcate della cattedrale,
fino a disperdersi attraverso il soffitto a capriate
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, come una preghiera rivolta al cielo.
Appena il silenzio si diffuse, Artù avanzò nel riflesso della luce filtrata dai vetri colo-
rati e abbassò lo sguardo sulla testa china di un uomo inginocchiato. Il re impugnava
la spada del potere regale e il sole fece scintillare un bagliore lungo la lama, avvolgen-
done l’acciaio di riverberi iridescenti
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.
Artù appoggiò leggermente la lama di piatto su ognuna delle spalle di Lancillotto nel
gesto che conferiva l’investitura a cavaliere. «In piedi, sir Lancillotto», dichiarò.
Lancillotto si alzò e i colori cristallini della vetrata di Cristo splendettero anche sul
suo volto. Artù sguainò la spada e sollevò la mano destra stringendo la mano di
Lancillotto in una morsa potente. «Da fratello a fratello. Tuo nella vita e nella morte.»
Le parole risuonarono ferme e solenni, affinché tutti le udissero, quindi Artù si spo-
stò e Agravaine
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prese il suo posto, ripetendo la stretta di mano.
«Da fratello a fratello. Tuo nella vita e nella morte.»
Uno dopo l’altro, i cavalieri dell’Alto consiglio ripeterono il giuramento e accettarono
Lancillotto fra loro. Anche Kay e Mador, che avevano protestato contro la sua investi-
tura, dissero le parole con sincerità, senza ombra di rancore. Era la volontà del gran-
de re Artù e non lo avrebbero contrastato nel giorno del suo matrimonio. Che fosse
un regalo per celebrare le sue nozze.
Per la sua investitura a cavaliere e il suo accesso a un seggio della Tavola Rotonda,
Lancillotto si era preparato a qualcosa come un corteo sfarzoso, ma in quel momento
le sue aspettative furono deluse. Anche se tutti portavano gli abiti e i gioielli più pre-
ziosi, la cerimonia in sé era stata semplice e diretta, una promessa di lealtà fino alla
Unità
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La società feudale
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Adatt. da E. Chadwick,
il primo cavaliere
,
Salani
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12/01/