Le radici storiche e gli effetti del fascismo in Italia e in Europa
Obiettivi
Gli interventi si propongono di gettare nuova luce sulle condizioni politiche all’interno delle quali si è rafforzato e imposto il fascismo, analizzandone poi con attenzione la matrice ideologica e gli effetti sulle istituzioni italiane, ma anche sulle vicende politiche degli altri Paesi europei. L’intento è quello di superare alcuni luoghi comuni presenti nelle ricostruzioni storiografiche del fascismo, restituendo al contrario la complessità di un fenomeno suscettibili di molteplici interpretazioni.
Gli interventi
Angelo Ventrone
Dallo Stato totale allo Stato totalitario. Grande guerra e fascismo
La Grande guerra fu il punto di coagulo di una deriva totalitaria che in qualche modo interessò l’intero spettro della lotta politica italiana. Negli anni del conflitto, infatti, nacque e si diffuse in Italia una nuova mentalità politica dal carattere «rivoluzionario» e, per non pochi aspetti, «totalitario». Se questo percorso caratterizzò molti degli Stati in guerra, fu nella penisola che finì però con l’assumere caratteri estremi e realmente minacciosi per l’ordine costituito, cosicché molte delle «novità» che avrebbero caratterizzato il regime dittatoriale devono essere retrodatate, più di quanto abbiamo a lungo creduto, al periodo bellico.
Si parlerà di:
- Il «fascismo» interventista. Nell’autunno del 1914, inizia il progressivo avvicinamento – che spesso diventa fusione – degli interventisti di tutti gli orientamenti, e si avvia la definizione di una politica eversiva dell’ordine costituito.
- Rivoluzione nazionale e progetti eversivi. È in questo clima che vengono anticipati molti degli strumenti per gestire il consenso e il dissenso di massa che più tardi ispireranno il regime fascista.
Giulia Albanese
La marcia su Roma
La lezione avrà per oggetto l’evento della marcia su Roma, analizzando le ragioni per cui l’azione fascista ebbe successo e le ragioni per cui costituì una svolta anche istituzionale in Italia, determinando l'inizio della dittatura fascista. Brevemente si accennerà anche al modo in cui la marcia su Roma si impose come un evento nodale anche all’estero, con conseguenze di rilievo nell’Europa tra le due guerre.
Si parlerà di:
- La marcia su Roma. Nella prima parte dell’intervento si intende enucleare cos’è stato l’evento della marcia su Roma, come ci si è arrivati e perché esistono interpretazioni contrapposte del suo significato.
- La fine dello stato liberale. Si spiegherà poi come e perché questo evento è uno snodo fondamentale della storia d’Italia e costituisce una trasformazione netta a livello anche istituzionale, una trasformazione che verrà poi sancita e approfondita negli anni successivi.
- L’impatto internazionale. Infine verranno sottolineate le ragioni dell’impatto internazionale della marcia, malgrado lo scarso riconoscimento di questo dato da parte della storiografia
Alberto de Bernardi
Il fascismo come rivoluzione o come reazione?
L’interrogativo presente nel titolo fa riferimento a un dibattito storiografico sulla natura del fascismo che si è evoluta nel tempo: se fino agli anni Sessanta la storiografia antifascista era concorde nel definire il fascismo una reazione conservatrice e di estrema destra, dopo l’opera di De Felice e il dibattito nelle scienze sociali soprattutto anglosassoni, il quadro è cambiato ed è emersa la categoria della rivoluzione nazionalista, che contrapponeva i miti politici della grande guerra – lo «spirito del 1914» – ai miti della rivoluzione francese – i miti del 1789. Lo scopo è riflettere sulla natura del fascismo che emerge fin dalle sue origini.
Si parlerà di:
- Mussolini il rivoluzionario.
- La guerra come rivoluzione: Mussolini e Lenin.
- Da sinistra a destra.
Relatori
Angelo Ventrone insegna Storia contemporanea all’Università di Macerata. Studioso del Novecento italiano ed europeo, si è occupato del rapporto tra modernità e violenza politica, di partiti di massa e democrazia, della rappresentazione dell’avversario politico, di contestazione e lotta armata, della strategia della tensione. Tra i suoi lavori, La cittadinanza repubblicana. Come cattolici e comunisti hanno costruito la democrazia italiana. 1943-1948 (il Mulino, 20082), «Vogliamo tutto». Perché due generazioni hanno creduto nella rivoluzione. 1960-1988 (Laterza, 20193), Grande guerra e Novecento. La storia che ha cambiato il mondo (Donzelli, 2015), L’Italia delle stragi. Le trame eversive nella ricostruzione dei magistrati protagonisti delle inchieste (Donzelli, 2019) e La strategia della paura. Eversione e stragismo nell’Italia del Novecento (Mondadori, 2019).
Giulia Albanese è professoressa associata all’Università di Padova e coordinatrice del Dottorato in Studi storici, geografici e antropologici delle Università di Padova e Venezia. Nel corso degli anni i suoi interessi di ricerca si sono rivolti soprattutto all’indagine delle origini del fascismo, della violenza politica e delle culture autoritarie negli anni tra le due guerre, con attenzione via via crescente alla dimensione comparata e transnazionale. Tra le sue opere ricordiamo Dittature mediterranee. Sovversioni fasciste e colpi di stato in Italia, Spagna, Portogallo (Laterza, 2016) e La Marcia su Roma (Laterza, 2006, recentemente tradotto da Routledge, 2019). Ha da poco curato il volume: Il fascismo italiano. Storia e interpretazioni (Carocci, 2021).
Alberto De Bernardi è professore onorario Alma Mater dell’Università di Bologna, dove ha insegnato Storia contemporanea e Storia Globale. Ha compiuto numerosi soggiorni di studio a Parigi presso Université Paris Diderot 7 e in Portogallo presso l’Università di Coimbra e l’Università di Lisbona. È stato visiting professor presso la Brown University (Providence RI) e l’UCLA (Università della California) di Berkeley. È stato direttore scientifico e poi vicepresidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri (2011-2018) e presidente dell'Istituto storico per la storia e le memorie del Novecento-Parri Emilia-Romagna (2010-2016). Ha fondato e diretto le riviste «Società e Storia», «I Viaggi di Erodoto», «I Democratici», «Storicamente». È presidente di REFAT, Rete internazionale per la studio del fascismo, autoritarismo, totalitarismo e transizioni verso la democrazia, e della Fondazione PER – Progresso, Europa, Riforme.
Moderatore
Alessandro Mongatti, Responsabile editoriale del settore Università, Periodici e Varia di Mondadori Education