Pareidolia, sfingi e fluidodinamica
di Alberto Monte
- Materie coinvolte: Fisica
1. La pareidolia
L’esistenza di una realtà oggettiva rappresenta un problema filosofico su cui l’uomo si lambicca da secoli ed è frutto di dibattiti, contrasti e speculazioni. Esula dai nostri scopi approfondire il tema; nondimeno, limitandosi a pensare alla nostra esperienza, possiamo dire che i nostri sensi, combinati con la nostra immaginazione, incidono significativamente su ciò che vediamo e percepiamo intorno a noi. Di fatto, c’è una “mediazione soggettiva” tra noi e il mondo, e a governare questa mediazione è la nostra mente.
Un esempio concreto è la pareidolia: in questo fenomeno, ciò che percepiamo con i nostri occhi si combina con la nostra immaginazione influenzando la nostra rappresentazione della realtà. Si tratta di un processo psichico che ci spinge a riconoscere forme o oggetti noti in forme casuali o indefinite, siano esse presenti in Natura o di origine artificiale.
Tutti, nell’arco della vita, prima o poi sperimentiamo la pareidolia: per esempio, alzando gli occhi al cielo mentre camminiamo in città ci capita di vedere l’immagine di un uccello nelle nuvole, oppure, durante una passeggiata in montagna, ci accorgiamo di vedere un volto nella corteccia di un albero o tra le rocce di una montagna [Figura 1].
Figura 1. Talvolta abbiamo l’impressione di distinguere un uccello o un altro animale tra le nuvole, oppure dei volti incastonati nelle cortecce degli alberi o nelle rocce delle montagne.
2. La Grande Sfinge di Giza
Secondo le stime, la Grande Sfinge è stata costruita attorno al 2500 a.C. Non si tratta dell’unica sfinge egizia, ma è l’unica a essere “isolata” e non posta a guardia di una piramide; inoltre è la più grande: è lunga più di 73 metri, alta 20 e larga 19.
Studi fatti nel corso del Novecento hanno dimostrato che la composizione della Grande Sfinge è variabile: il monumento è formato da tre diversi strati rocciosi: lo strato inferiore è di pietra calcarea dura ma fragile, lo strato mediano è meno resistente, e non a caso presenta varie crepe, mentre quello superiore che compone la testa è di pietra calcarea dura e resistente, e non a caso è la parte meglio conservata.
3. La fluidodinamica
I liquidi e i gas rientrano a loro volta nella categoria dei fluidi, che sono sostanze che non possiedono un volume proprio: in termini semplici, ciò significa che quando un fluido viene messo all’interno di un recipiente assume la forma del recipiente stesso; al contrario, i solidi hanno una forma propria.
La fluidodinamica è la branca della fisica, e più nello specifico della meccanica dei fluidi, che si occupa di studiare il comportamento dei fluidi quando essi sono in movimento. Si tratta di una disciplina in cui entrano in gioco delle equazioni molto complesse, dette equazioni alle derivate parziali, fondamentale in molti campi, come per esempio l’astronautica [Figura 3], l’aeronautica, la meteorologia e l’oceanografia.
4. Uno studio recente a cavallo tra fisica, geologia e storia
L’articolo di Boury, Weady e Ristroph s’intitola Sculpting the Sphinx ed è stato pubblicato sulla Physical Review Fluids nel novembre di quest’anno. Boury, Weady e Ristroph hanno condotto degli esperimenti in laboratorio per replicare quello che accade alle rocce presenti nel deserto a seguito dell’esposizione prolungata al flusso del vento. Per farlo, hanno utilizzato dei blocchi di argilla, aventi una generica forma ellissoidale di partenza, e li hanno sottoposti a un flusso di acqua, atto a simulare l’azione del vento. Inoltre, per tenere traccia della diversa composizione rocciosa della Grande Sfinge, dimodoché il modello fosse il più possibile attinente alla realtà, hanno usato diverse tipologie di argilla, più e meno resistenti all’erosione causata dall’acqua. Ebbene, alla fine dell’esperimento i blocchi d’argilla hanno assunto una forma che, in effetti, ricorda un “abbozzo di sfinge” [Figura 4].
Attività per la classe
- Dividetevi in gruppi e scegliete uno dei temi sopra indicati o altri sullo stesso argomento.
- Fate una ricerca e preparate una breve presentazione, dando particolare rilevanza agli aspetti fisici che entrano in gioco. In aggiunta, potete realizzare un modello relativo all’argomento scelto con TinkerCAD o con uno strumento analogo.
- Ogni gruppo presenta il proprio lavoro alla classe.
[1] https://journals.aps.org/prfluids/pdf/10.1103/PhysRevFluids.8.110503
[2] https://www.raicultura.it/scienza/articoli/2019/06/Le-neuroscienze-98639b5d-b78f-4177-bf2b-41321746692e.html
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Grande_Sfinge_di_Giza
[4] https://www.nasa.gov/
Crediti fotografici
Apertura – Foto di Pawel Czerwinski
Figura 1Dx – Foto di Caio Santos
Figura 2 – Foto di Lea Kobal
Figura 3 – NASA
Figura 4 – Samuel Boury, Scott Weady, Leif Ristroph, Sculpting the Sphinx (2023), Physical Review Fluids, https://doi.org/10.1103/PhysRevFluids.8.110503