Non solo Ischia: la fragilità del territorio italiano tra frane e alluvioni
di Chiara Anzolini
- Materie coinvolte: Scienze della Terra
Non solo Ischia: la fragilità del territorio italiano tra frane e alluvioni
La recente tragedia non fa che confermare l’estrema fragilità del territorio italiano: più di 9 comuni su 10 sono a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera. Quasi un quinto dell’intero territorio (18,4%) è classificato a maggiore pericolosità per frane e alluvioni e il 17,9% delle coste basse italiane è in erosione, per un totale di 841 km di litorali. A dirlo è l’ultimo rapporto sul dissesto idrogeologico redatto dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Sempre dal rapporto ISPRA sappiamo che in Italia oltre 7 milioni di persone vivono in zone vulnerabili. In particolare, le regioni maggiormente interessate dal dissesto idrogeologico sono Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia. Nonostante questo, le istituzioni continuano a non dare sufficiente attenzione ai pericoli del nostro territorio e a non mettere in atto azioni concrete di prevenzione come lo stop al consumo di suolo e un piano di adattamento ai cambiamenti climatici.
La proposta di legge sullo stop al consumo del suolo, il cui iter legislativo è iniziato 10 anni fa, è bloccata in Parlamento dal 2016: approvata dalla Camera dei deputati, prevedeva di arrivare a quota zero, cioè a non cementificare un metro quadrato in più, entro il 2050. Nel frattempo, il consumo di suolo continua a cresce a ritmi insostenibili, tanto che nel 2021 ha raggiunto il valore più alto dell’ultimo decennio, con 69,1 km2 sacrificati per costruire edifici e infrastrutture.
È importante ricordare che in Italia manca ancora un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici: anche quello, infatti, è in stallo dal 2018, dopo che nel 2015 l’Italia aveva approvato la Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. A tutto ciò si aggiunge poi l’abusivismo edilizio: ogni anno vengono costruite circa 20 000 nuove case abusive e quelle che dovrebbero essere disabitate e abbattute, perché si trovano in territori a rischio, vengono messe in regola, grazie ai cosiddetti “condoni” edilizi.
Questo è purtroppo anche il caso di Ischia: un’area già vulnerabile dal punto di vista idrogeologico, a cui si sono sommati l’aumento di eventi meteorologici estremi causati dalla crisi climatica e l’abusivismo edilizio. Nonostante sull’intera Isola siano presenti diversi vincoli di edificazione, proprio per prevenire i danni dovuti al rischio idrogeologico, molte di queste case sono state invece regolarizzate e potrebbero diventare (di nuovo) un pericolo per i propri abitanti.