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La Manovra di Bilancio 2025
Le principali novità fiscali introdotte dalla Legge di bilancio
di Paola Costa, gennaio 2025
Il 28 dicembre 2024 il Senato ha approvato con voto di fiducia la Legge di bilancio 2025. La Legge n. 207 del 30.12.2024 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale in data 31.12.2024.
In corrispondenza dei diversi argomenti, vengono segnalati i riferimenti puntuali alla trattazione effettuata nei testi economici per il triennio di Mondadori Education.
L'autore: Paola Costa è stata docente di materie economico aziendali, è dottore commercialista, pubblicista e docente in corsi di formazione aziendale. È autrice di diverse pubblicazioni a carattere sia professionale sia didattico.
Premessa
Esaminiamo le principali novità in materia tributaria introdotte dalla Legge di bilancio.
L’IRPEF e il taglio del cuneo fiscale
Le aliquote e gli scaglioni di imponibile IRPEF
La Manovra di Bilancio conferma e rende strutturale la riduzione da quattro a tre delle aliquote e degli scaglioni di reddito IRPEF, già applicati nel 2024 in via provvisoria, come dalla seguente tabella:
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Il taglio del cuneo fiscale
Cambia veste l’agevolazione del cuneo fiscale, introdotta per la prima volta nel 2022 in forma di riduzione della quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35.000 euro.
A partire dal 1° gennaio 2025 le ordinarie aliquote previdenziali tornano ad essere applicabili nei confronti di tutti i dipendenti, mentre la riduzione del cuneo fiscale viene attuata attraverso una combinazione di un’indennità esentasse (sulla falsariga del vecchio “bonus Renzi”) e di un incremento delle detrazioni fiscali.
In dettaglio, l’agevolazione è strutturata attraverso:
- un bonus esente da imposte e contributi, riconosciuto ai lavoratori che hanno un reddito complessivo fino a 20.000 euro, determinato applicando al reddito di lavoro dipendente del contribuente una percentuale pari al:
- 7,1% se il reddito di lavoro dipendente non è superiore a 8.500 euro;
- 5,3% se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 8.500 euro, ma non a 15.000 euro;
- 4,8% se il reddito di lavoro dipendente è superiore a 15.000 euro.
Ai soli fini dell’individuazione della percentuale, il reddito di lavoro dipendente è rapportato all’intero anno.
- un’ulteriore detrazione d’imposta rapportata al periodo di lavoro, spettante ai lavoratori che hanno un reddito complessivo superiore a 20.000 euro, di importo pari:
- a 1.000 euro, se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 20.000 euro ma non a 32.000 euro;
- al prodotto tra 1.000 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 40.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 8.000 euro, se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 32.000 euro ma non a 40.000 euro.
In pratica, oltre i 32.000 euro la detrazione è progressivamente decrescente, fino ad azzerarsi al raggiungimento della soglia dei 40.000 euro
Il bonus viene erogato direttamente in busta paga dal datore di lavoro, che matura un credito verso l’Erario, compensabile direttamente in F24.
Il sostituto d’imposta riconosce il bonus o l’ulteriore detrazione in via automatica, all’atto dell’erogazione delle retribuzioni, senza alcuna preventiva richiesta del lavoratore, verificando poi in sede di conguaglio la spettanza degli stessi. Eventuali benefici erogati e non spettanti saranno recuperati a partire dalla prima retribuzione alla quale si applicano gli effetti del conguaglio, rateizzandoli in dieci rate mensili se l’importo supera i 60 euro.
Infine, vengono confermati e messi a regime:
- l’innalzamento da 1.880 euro a 1.955 euro della detrazione per reddito da lavoro dipendente fino a 15.000 euro;
- la modifica al “trattamento integrativo della retribuzione” di cui al D.Lgs. n. 216/2023.
Questo nuovo sistema di agevolazioni diventa strutturale dal 2025 e si integra con il regime delle tre aliquote e scaglioni IRPEF introdotto nel 2024, portando vantaggi in busta paga mediamente superiori a quelli precedenti. Inoltre, grazie all'innalzamento della soglia massima di reddito agevolato, beneficeranno dell’agevolazione circa un milione e 300 mila lavoratori in precedenza esclusi.
Le detrazioni per carichi di famiglia
A partire dal 1° gennaio 2025, la Manovra riduce alcune detrazioni IRPEF per carichi di famiglia.
In dettaglio, vengono abolite:
- le detrazioni IRPEF per i figli a carico di età superiore a 30 anni non disabili (si ricorda che le detrazioni non spettano per i figli di età inferiore a 21, in quanto sostituite dall’assegno unico e universale);
- le detrazioni IRPEF per gli altri familiari fiscalmente a carico, diversi dagli ascendenti (genitori e nonni) conviventi con il contribuente. In pratica, vengono abolite le detrazioni per il coniuge legalmente ed effettivamente separato, i fratelli e le sorelle, i generi e le nuore, il suocero e la suocera ecc.;
- le detrazioni per familiari residenti all’estero fiscalmente a carico di contribuenti che non sono cittadini italiani o di uno Stato membro UE o di uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo (Norvegia, Islanda e Liechtenstein).
I titolari di redditi di lavoro dipendente, assimilato e di pensione devono comunicare tempestivamente al sostituto d’imposta i dati dei familiari per i quali non spettano più le detrazioni d’imposta, a pena di una sanzione da 250 a 2.000 euro.
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Gli oneri detraibili dall’imposta sul reddito delle persone fisiche
Il limite agli oneri detraibili
Per le spese sostenute a decorrere dal 1° gennaio 2025 viene previsto un limite massimo alla detrazione per i contribuenti con reddito complessivo superiore a 75.000 euro, fermi restando gli specifici limiti previsti da ciascuna norma agevolativa.
Tutti gli oneri e le spese per i quali è prevista una detrazione dall’imposta lorda, considerati complessivamente, sono ammessi in detrazione fino all’ammontare calcolato, moltiplicando l’importo base stabilito per fasce di reddito complessivo per un coefficiente stabilito in base al numero dei figli a carico presenti nel nucleo familiare del contribuente, come dalle seguenti tabelle.
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Ad esempio, un contribuente con un figlio a carico e un reddito complessivo di 90.000 euro, può detrarre spese di ammontare non superiore a 9.800 euro (pari a 14.000 x 0,70). Il limite si riduce a 4.000 euro per un contribuente con reddito complessivo pari a 110.000 euro senza figli.
Sono esclusi dal computo, e restano pertanto detraibili secondo le regole ordinarie, i seguenti oneri e spese:
- le spese sanitarie;
- le somme investite nelle start-up innovative e nelle piccole e medie imprese innovative;
- le spese derivanti da contratti conclusi entro il 31 dicembre 2024 per:
- premi di assicurazione per morte, invalidità permanente o non autosufficienza nonché quelli aventi a oggetto i rischi di calamità naturali;
- interessi passivi e altri oneri pagati in dipendenza di prestiti o mutui agrari e di mutui ipotecari contratti per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione edilizia dell’abitazione principale;
- tutte le spese detraibili sostenute fino al 31 dicembre 2024 in corso di rateazione (ad esempio quelle per interventi edilizi).
Restano ferme le limitazioni e parametrazioni già previste per i redditi superiori a 120.000 euro.
Le detrazioni per interventi edilizi
Il riordino delle detrazioni ha coinvolto anche gli interventi edilizi per i quali è possibile beneficiare di agevolazioni fiscali, quali riqualificazione edilizia, ecobonus, sismabonus, superbonus e bonus mobili.
In dettaglio, a decorrere dalle spese sostenute dal 1° gennaio 2025:
- gli interventi di recupero del patrimonio edilizio relativi all’abitazione principale consentiranno una detrazione IRPEF del 50% nel limite massimo di spesa di 96.000 euro, da ripartire in 10 anni (l’aliquota è destinata a scendere al 36% per le spese sostenute negli anni 2026 e 2027);
- gli interventi di recupero del patrimonio edilizio eseguiti su immobili diversi dall’abitazione principale consentiranno una detrazione del 36% con tetto di spesa di 96.000 euro, da ripartire in 10 anni (l’aliquota è destinata a scendere al 30% per le spese sostenute negli anni 2026 e 2027);
- le detrazioni per ecobonus e sismabonus sono prorogate nelle seguenti misure:
- 50% per le abitazioni principali (aliquota che scende al 36% per le spese sostenute negli anni 2026 e 2027);
- 36% per abitazioni diverse da quella principale (aliquota che scende al 30% per le spese sostenute negli anni 2026 e 2027);
- Il superbonus al 65% spetta solo se al 15 ottobre 2025 risultano presentati la CILA-S o l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo per la demolizione e la ricostruzione degli edifici. In caso di interventi su parti comuni condominiali, alla stessa data deve risultare approvata la delibera assembleare di esecuzione dei lavori;
- il bonus mobili viene prorogato con aliquota al 50% e tetto di spesa a 5.000 euro.
Infine, viene introdotto per il 2025 un contributo economico per incentivare l'acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica prodotti nell’Unione Europea, nei limiti delle risorse stanziate. Il contributo copre fino al 30% del costo, con un limite massimo di 100 euro, per singolo elettrodomestico. Il limite è elevato a 200 euro per le famiglie con un ISEE inferiore a 25.000 euro. In ogni caso, ogni nucleo familiare può beneficiare del contributo per un solo elettrodomestico.
I ritocchi ai limiti di alcune spese detraibili
Per le spese sostenute dal 1° gennaio 2025 vengono elevati:
- a 1.000 euro il limite massimo agevolato delle spese sostenute per la frequenza scolastica dei figli (fino al 2024 il limite era fissato a 800 euro);
- a 1.100 euro l’importo forfetario della detrazione spettante ai non vedenti per il mantenimento dei cani guida (fino al 2024 era 1.000 euro).
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Le novità in tema di reddito di lavoro dipendente
- 1.000 euro per tutti i dipendenti;
- 2.000 euro per i soli dipendenti con figli a carico.
Viene inoltre riformulata la determinazione del fringe benefit per autovetture, motocicli e ciclomotori di nuova immatricolazione concessi in uso promiscuo ai dipendenti con contratti stipulati a decorrere dal 1° gennaio 2025. La base imponibile viene assunta applicando al costo di esercizio (desumibile dalle tabelle ACI per una percorrenza convenzionale annua di 15.000 chilometri, al netto delle somme eventualmente trattenute al dipendente) le seguenti percentuali:
- 50% per i veicoli con motore endotermico;
- 20% per i veicoli elettrici ibridi plug-in;
- 10% per i veicoli a batteria a trazione esclusivamente elettrica.
Anche per gli anni 2025, 2026 e 2027 viene confermata la riduzione dal 10% al 5% dell’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali sui premi di risultato prevista dall’art. 1 c. 182 della Legge n. 208/2015.
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Le novità in tema di reddito d’impresa
- le spese di rappresentanza e per omaggi;
- i rimborsi delle spese di trasferta (che in tal caso non concorrono a formare il reddito dei dipendenti).
Viene prorogata per il triennio 2025-2027 la super-deduzione per nuove assunzioni di dipendenti a tempo indeterminato, di cui all’art. 4 del D.Lgs. n. 216/2023.
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Il regime forfettario
Viene infatti elevato da 30.000 a 35.000 euro il limite di reddito da lavoro dipendente, assimilato e/o da pensione percepito nell’anno precedente, che preclude l’accesso o la permanenza nel regime forfettario (soglia che può non essere considerata se il rapporto di lavoro è cessato).
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L’introduzione dell’IRES premiale
Il beneficio (potenzialmente molto elevato) richiede che si verifichino le seguenti condizioni:
- accantonamento ad apposita riserva di almeno l’80% dell’utile netto risultante dal bilancio al 31 dicembre 2024. La riserva deve essere mantenuta fino al termine dell’esercizio 2026, pena la debenza delle minori imposte versate;
- effettuazione di investimenti in beni strumentali con caratteristiche 4.0 o 5.0 per un importo non inferiore al 30% dell’utile 2024 accantonato alla riserva (cioè, al 24% dell’utile netto complessivo) e comunque non inferiore al 24% dell’utile 2023 né a 20.000 euro. Ad esempio, dati un utile netto 2023 di 100.000 euro e un utile netto 2024 di 90.000 euro, l’agevolazione spetta se viene destinata a riserva una quota di utili pari a 72.000 euro (80% di 90.000) e vengono effettuati investimenti per almeno 24.000 euro (24% dell’utile 2023, che risulta maggiore di quello 2024). Gli investimenti devono essere realizzati tra il 1° gennaio 2025 e il termine per la presentazione della dichiarazione modello Redditi 2026 e devono essere mantenuti fino al quinto anno successivo. In caso di cessione, dismissione o delocalizzazione all’estero nel periodo di osservazione, è previsto il recapture delle minori imposte versate;
- presenza nel 2025 di unità lavorative per anno non inferiori alla media del 2022-2024;
- assunzione nel 2025 di nuovi lavoratori a tempo indeterminato che costituiscano incremento occupazionale almeno pari all’1% del numero medio dei dipendenti del 2024 (e comunque non meno di una unità);
- assenza di ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni nel biennio 2024-2025 (salvo che in caso di situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, comprese le intemperie stagionali).
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Riapertura di agevolazioni
Sono inoltre stati riaperti i termini per l’effettuazione delle seguenti operazioni:
- assegnazione e cessione agevolata ai soci di beni immobili (con l’eccezione di quelli strumentali per destinazione) e di beni mobili registrati non strumentali;
- trasformazione in società semplice di società, di persone o di capitali, che hanno per oggetto esclusivo o principale la gestione dei predetti beni;
- estromissione agevolata dei beni strumentali dell’imprenditore individuale.