L’interpretazione della meccanica quantistica e il Nobel per la Fisica 2022

La discussione sulla completezza della meccanica quantistica e su possibili interpretazioni alternative a quella standard è stata per lungo tempo ritenuta una speculazione impossibile da verificare sperimentalmente. Nel 1964 J.S.Bell riuscì per la prima volta a ricavare una serie di disuguaglianze che avrebbero dovuto essere rispettate applicando interpretazioni alternative a quella standard. I successivi esperimenti condotti per più di 30 anni, soprattutto da parte di A.Aspect, J.F.Clauser e A.Zeilinger, hanno dimostrato, con un grado crescente di accuratezza, la sistematica violazione delle disuguaglianze di Bell, confermando così la correttezza dell’interpretazione standard della meccanica quantistica. Per l’enorme importanza concettuale dei risultati ottenuti, che getta le basi per lo sviluppo della quantum information, ad  A.Aspect, J.F.Clauser e A.Zeilinger è stato assegnato il premio Nobel per la Fisica del 2022.




Relatore


Andrea Brognara è fisico teorico e dottore di ricerca in fisica. Insegna con passione fisica e matematica nei licei scientifici da oltre 20 anni. Attualmente insegna al Liceo Copernico di Bologna. È autore, per Mondadori Education, di HUBBLE Con gli occhi della fisica (2022).

 

Moderatrice


Rita Occhipinti - Progettista redazione scientifica SS2 Mondadori Education

 

Un altro Pascoli

Gli obiettivi


La lezione intende presentare qualche aspetto meno ‘scolastico’ della poesia di Giovanni Pascoli, a partire da un approfondimento sugli stessi temi più noti e frequentati, quali quello dei morti familiari e della Natura. Inoltre, si attraverseranno temi fondanti delle sue prose che sono alla base anche della sua poesia, e l’influenza di alcuni poeti più rilevanti, italiani e non. Sempre sulla base di esempi poetici, si concluderà argomentando come sin dalla più nota raccolta, Myricae, la sua sia stata una poesia lirica e del ‘frammento’, come solitamente si definisce, ma altrettanto narrativa e di più ampio respiro.

Si parlerà di:

  • Andare oltre il poeta dei morti familiari e della Natura. Si metteranno in luce il respiro universale e speculativo del suo pensiero sulla morte, come emerge in Ultimo viaggio, e la visione tragica e contemporaneamente consolatoria della Natura come ciclo cosmico di morte-rinascita, nel quale scompare il principium individuationis.

  • Aspirazione a un ‘pensiero poetante’ sul modello principale di Leopardi. Si punterà l’attenzione sulle prose di Pascoli, approfondendo in particolare il Fanciullino (per quanto riguarda il rapporto tra positivismo e simbolismo), Èra nuova e Un poeta di lingua morta.

  • Influenze sulla sua poesia di Pascoli. Si faranno alcuni esempi delle influenze esercitate da Leopardi e Manzoni su Myricae, ma anche i contatti con la poesia straniera (Hugo e Poe, i poeti del Romanticismo inglese, i Preraffaelliti). Verranno prese in considerazione alcune traduzioni pascoliane nelle antologie scolastiche Fior da fiore e Sul limitare.

  • Non solo poeta lirico e del frammento, ma anche narrativo. A partire da Myricae, verranno analizzate le infiltrazioni narrative presenti nella poesia di Pascoli, concentrandosi in particolare sui ‘poemetti’, su Il giorno dei morti e il trittico Colloquio, In cammino e Ultimo sogno.



Relatrice


Carla Chiummo attualmente insegna Letteratura italiana presso l’Ateneo di Bari «Aldo Moro»; ha precedentemente insegnato presso l’Università di Cassino e del Lazio meridionale (1997-2019). È membro del Comitato scientifico della «Rivista pascoliana» e della rivista «Umanesimo dei moderni». Dal 2015 fa parte della Commissione per l’Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Pascoli e dal 2019 è «Accademico corrispondente» dell’Accademia pascoliana di San Mauro. Tra le ultime pubblicazioni: Note su Pascoli e il Quattrocento (2017), Burlesque Connotations in the Pictorial Language in Bronzino’s Poetry (2017), Ippolito Nievo’s politico-military poetry (2019), «Nella penombra dell’anima»: il chiaroscuro della creazione poetica in Pascoli (2019), Decostruzioni dell’Homo Italicus nella poesia italiana del Novecento (2020).

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

 

Robotica e STEM alla scuola primaria con FIRST ® LEGO® League Explore

La robotica educativa è una delle frontiere della didattica nelle scuole di ogni ordine e grado e il suo successo risiede nel grande coinvolgimento che le attività di robotica tendono a generare nei bambini, consentendo loro di sviluppare competenze che coinvolgono le materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). 

La FIRST® LEGO® League Explore, da anni inserita nell’Albo Nazionale delle Eccellenze del Ministero dell’Istruzione, è una manifestazione per squadre di bambine e bambini dai 6 ai 10 anni (guidati da almeno due coach adulti) che conducono una ricerca sul tema della gara, costruiscono un modello LEGO® e, infine, mostrano i risultati della ricerca realizzando un poster.

Gli eventi FIRST® LEGO® League Explore hanno lo scopo di far scoprire ai bambini quale impatto abbiano scienza e tecnologia nel mondo che li circonda.

In questo webinar, Sara La Rizza, responsabile nazionale per l'organizzazione di FIRST® LEGO® League Italia, e Paola Mattioli, maestra che ha partecipato a diverse edizioni di FIRST® LEGO® League Explore, ci spiegheranno come la manifestazione possa essere utilizzata come un utilissimo strumento di apprendimento e divertimento anche in un contesto scolastico.

 

Relatrici


Sara La Rizza è laureata in Biologia e Biologia marina. Dopo un percorso di Servizio Civile svolto presso la Fondazione Museo Civico di Rovereto nell'ambito della ricerca scientifica, della didattica e delle attività museali, continua a collaborare con la Fondazione per lo svolgimento della didattica STEM per le scuole. Nello stesso periodo diventa referente nazionale per l'organizzazione della manifestazione FIRST® LEGO® League Italia.

Paola Mattioli è docente di lingua cinese e tecnologia presso la Fondazione Istituto Marymount di Roma, dove propone ai bambini attività sulle STEAM e di tinkering. Da diversi anni segue con passione il progetto della FIRST® LEGO® League e ha partecipato alle ultime edizioni con diversi gruppi di bambini. Dall'anno scorso si occupa dell'organizzazione dell'evento Explore nel centro Italia in qualità di partner regionale della Fondazione Museo Civico di Rovereto.

 

Moderatrice


Fabiana Polese, Redazione Scuola Primaria Mondadori Education

 

Ricucire la «spaccatura»: Primo Levi testimone incompreso

Gli obiettivi


L’obiettivo dell’incontro è analizzare l’opera di Primo Levi come testimonianza di una «spaccatura» tra la vita del lager e le sue rappresentazioni correnti. Le ‘finzioni’ narrative di Levi si ripropongono di abbattere stereotipi e falsificazioni intorno al tema concentrazionario, da un lato rispettando la complessità propria di qualunque evento storico, dall’altro salvaguardando il valore esperienziale derivante da una conoscenza diretti dei fatti. Verranno mostrati gli stili e le forme attraverso cui Levi compie la sua opera di ripulitura dell’immaginario, ma saranno esposti anche i punti di resistenza del dibattito pubblico italiano, che avrebbe accolto le sollecitazioni provenienti dalla sua opera solo dopo la morte dell’autore.

 

Gli interventi


1) Il paradosso di Levi, di Fabio Levi

L’intento è di ripercorrere per sommi capi il percorso intellettuale di Primo Levi in relazione allo sterminio per spiegare un dato a prima vista paradossale: il fatto cioè che, pur impegnandosi più di moltissimi altri nel racconto della Shoah e nella riflessione sui suoi innumerevoli risvolti, lo scrittore non abbia potuto incontrare nel corso della sua vita le sollecitazioni venute dal mondo circostante, che avrebbero poi fatto di quei temi un luogo cruciale e molto frequentato della cultura occidentale; sollecitazioni manifestatasi soltanto a partire dagli anni immediatamente successivi alla sua scomparsa.

Si parlerà di:

  • Il percorso ‘politico’ di Levi fino ad Auschwitz. Si intende tracciare per sommi capi il rapporto che lo scrittore ebbe con il fascismo prima e dopo le leggi del 1938 fino alla deportazione. 

  • Le riflessioni dopo il ritorno. Si esporranno i caratteri della sua testimonianza su Auschwitz.

  • La svolta alla fine degli anni Ottanta. Si rifletterà sul mancato incontro di Levi con la rottura traumatica attraversata dall’Europa in seguito alla crisi del sistema sovietico.


2) Memoria, stereotipo, ‘invenzione’: I sommersi e i salvati di Primo Levi, di Niccolò Scaffai

Nei Sommersi e i salvati (1986), Primo Levi prende la parola non più come solo come testimone che parla a chi non sa, ma come autore che si rivolge anche a chi sa o crede di sapere. Il suo obiettivo non è solo quello di colmare una lacuna nella conoscenza altrui, ma anche quello di escludere i malintesi, le falsificazioni, gli stereotipi. Gli strumenti adottati da Levi a questo scopo sono di natura stilistico-retorica; in particolare, nei Sommersi e i salvati vengono instaurati due diversi ‘stili della memoria’: l’uno è teso a confutare la falsa chiarezza di chi semplifica o addirittura nega in malafede l’esperienza concentrazionaria, riducendola a ‘leggenda’; l’altra modalità stilistica, basata sul parallelismo e la reciprocità degli opposti, rivela la natura della riflessione di Levi, che aderisce alla complessità della storia.

Si parlerà di:

  • Contro gli stereotipi. Attraverso le parole di Levi, si rifletterà su ciò che nei Sommersi e i salvati l’autore stesso ha definito come una «spaccatura […] fra le cose com’erano ‘laggiù’ e le cose quali vengono rappresentate dalla immaginazione corrente».

  • Testimonianza, racconto, riflessione nel ‘macrotesto Auschwitz’. Si rifletterà sul concetto di ‘invenzione’ e sulla sua legittimità rispetto al tema concentrazionario, attraverso passi ed esempi tratti dall’opera leviana.

  • Stili della memoria. Attraverso la lettura e l’analisi di alcuni passi esemplari dei Sommersi e i salvati, si rifletterà sul rapporto tra linguaggio, verità e storia.



Relatori


Fabio Levi, professore onorario di Storia contemporanea all’Università di Torino, è presidente del Centro Internazionale di Studi Primo Levi. Ha studiato per molti anni le vicende della persecuzione antiebraica in Italia pubblicando, in un’assidua collaborazione con l’editore Zamorani, vari libri sul tema. Fra gli altri L’ebreo in oggetto. L’applicazione della normativa antiebraica a Torino 1938-1943 (1991), L’identità imposta. Un padre ebreo di fronte alle leggi razziali di Mussolini (1996), Le case e le cose. La persecuzione degli ebrei torinesi nelle carte dell’EGELI. 1938-1945 (1998), La persecuzione antiebraica dal fascismo al dopoguerra (2009).
Per Feltrinelli ha pubblicato In viaggio con Alex, la biografia del fondatore dei Verdi in Italia Alexander Langer, con Il Mulino Un mondo a parte, dedicato all’universo della cecità. Insieme a Domenico Scarpa ha curato per Einaudi il libro di Primo Levi e Leonardo De Benedetti Cosí fu Auschwitz. Testimonianze 1945-1986. Nel 2019 sono usciti, sempre da Einaudi, Dialoghi, decima Lezione Primo Levi e, curata insieme con Domenico Scarpa, l’intera raccolta delle Lezioni Primo Levi da Mondadori.

Niccolò Scaffai insegna Critica letteraria all’Università di Siena, dove dirige il Centro di ricerca ‘Franco Fortini’. Ha insegnato dal 2010 al 2019 Letteratura contemporanea all’Università di Losanna. Tra i suoi libri recenti, ricordiamo per Carocci Il lavoro del poeta (2015) e Letteratura e ecologia (2017), per Mondadori i commenti alle opere di Montale, La bufera e altro (2019) e Farfalla di Dinard (2021); per Einaudi l’antologia Racconti del pianeta Terra (2022, premio speciale Città di Fiesole). Ha dedicato a Primo Levi diversi saggi e sta lavorando a una monografia sull’autore.

 

Moderatore


Alessandro Mongatti, Responsabile editoriale del settore Università, Periodici e Varia di Mondadori Education.Alessandro Mongatti, Responsabile editoriale del settore Università, Periodici e Varia di Mondadori Education.

 

 

Settecento in movimento

Gli obiettivi


Il Settecento sigla il passaggio dall’antico regime ai nuovi, promuovendo cambiamenti sul piano politico, istituzionale e culturale. Iniziano a diffondersi la prosa saggistica, giornalistica, scientifica e narrativa, mentre cresce di molto la fortuna della letteratura di viaggio e dell’autobiografia, dai Viaggi di Russia di Algarotti alle autobiografie di Casanova e di Alfieri. Al centro del secolo campeggia la grande utopia illuministica, che vede l’Italia e la scuola di Milano in un ruolo di rilievo.

Si parlerà di:

  • Letterati, divulgatori, cosmopoliti. Si parlerà di Algarotti e il Newtonianismo per le dame, con riferimenti da Newton a Voltaire, da Genovesi a Galiani. 

  • Giornalisti e saggisti. Verranno presi in considerazione Baretti e la Frusta Letteraria, i fratelli Verri, Beccaria e Il Caffè.

  • Il piacere di raccontarsi. Si analizzeranno le autobiografie di Vico, Rousseau, Casanova e Alfieri.

  • Poesia didascalica, satirica e civile. Si farà un rapido excursus su questi generi della poesia italiana, da Metastasio a Parini e Alfieri

  • Teatro comico ed eroico. Si tratteranno alcune opere teatrali italiane, da Goldoni ad Alfieri.



Relatore


Gino Ruozzi ha insegnato Letteratura italiana nell’Università di Bologna. I suoi interessi principali sono rivolti allo studio delle forme brevi e morali della letteratura italiana (aforismi, epigrammi, favole, apologhi) e al Settecento, di cui ama la curiosità e il cosmopolitismo. Ha pubblicato Scrittori italiani di aforismi (2 voll., «I Meridiani» Mondadori, 1994-1996), Epigrammi italiani (Einaudi, 2001), Favole, apologhi e bestiari (BUR, 2007), Ennio Flaiano, una verità personale (Carocci, 2012).

 

Moderatore


Alessandro Mongatti, Responsabile editoriale del settore Università, Periodici e Varia di Mondadori Education.Alessandro Mongatti, Responsabile editoriale del settore Università, Periodici e Varia di Mondadori Education.

 

Ideologia e compassione: alcuni aspetti della poetica di Torquato Tasso

Gli obiettivi


I relatori proporranno letture dell’Aminta, della Gerusalemme liberata e della Gerusalemme conquistata, mettendo innanzitutto in luce come Tasso stabilisca un rapporto dialettico con la tradizione, fatto di riprese e innovazione, fedeltà e tradimento. Inoltre, dopo aver mostrato i limiti della ricezione tassiana nel corso dei secoli (troppo spesso schiacciata sulla censura controriformistica, oppure sull’erudizione barocca), ci si soffermerà sugli aspetti più moderni della sensibilità tassiana, che non si limita a reagire al presente in cui l’autore era immerso, ma riesce con straordinaria lungimiranza a prefigurare le forme e le oscillazioni di una soggettività già moderna. Infine, vengono discussi e rivalutati alcuni aspetti del cosiddetto «secondo Tasso», troppo spesso sottovalutato, ricostruendone la poetica complessa e tutta tesa alla ricerca di un valore sapienziale per la parola poetica.

 

Gli interventi


1) «Mille forme e mille apparenze»: l’Aminta di Torquato Tasso, di Davide Colussi

L’Aminta è «un portento»: così si espresse Giosuè Carducci, mostrando un apprezzamento per la favola pastorale tassiana che risale alle sue prime messe in scena e perdura sino ad oggi. Costante è stata anche l’attenzione critica riservata all’opera da parte degli studiosi e dei commentatori, così che oggi siamo in grado di osservare l’Aminta sotto più prospettive. Se ne considereranno qui tre: gli elementi di innovazione introdotti nella tradizione della pastorale; la rappresentazione allusiva della vita di corte; le strategie retoriche dei personaggi che interagiscono in scena.

Si parlerà di: 

  • La forma della pastorale. L’Aminta si iscrive in una tradizione di genere che ha trovato una sua precisa codificazione a Ferrara nei decenni precedenti. Rispetto ai modelli, Tasso innova la forma della pastorale teatrale in alcuni dei suoi caratteri drammaturgici essenziali.

  • Un’Arcadia ferrarese: la corte in scena e fuori dalla scena. Nell’Aminta trovano spazio ripetute allusioni all’ambiente di corte al quale l’opera era destinata. Da un lato il travestimento pastorale dei personaggi in scena mira al divertimento del pubblico di corte; dall’altro consente di insinuare elementi di critica e contraddizione.

  • Le voci dei personaggi. I personaggi del dramma perseguono obiettivi diversi: lo mostra bene la varietà di soluzioni linguistiche e retoriche adottate da Tasso di scena in scena, in una polifonia che sinora non è stata rilevata con l’attenzione che meriterebbe.


2) Il poeta della condivisione emotiva, di Stefano Prandi

Considerato, nella sua prima ricezione critica, la vittima di una Controriforma oscurantistica e, più tardi, l’esponente di un manierismo ripiegato nel culto della forma e nell’erudizione, il Tasso appare oggi come il poeta che per primo ha saputo interpretare la moderna soggettività, con le sue fragilità e contraddizioni, aprendosi, come mostra in particolare la Gerusalemme liberata, all’ascolto emotivo delle ragioni dell’altro e del diverso da sé.

Si parlerà di:

  • Il mito biografico tassiano e i suoi fraintendimenti. Si fornirà una breve ricostruzione della ricezione tassiana nel corso dei secoli, mostrando come, di volta in volta, i lettori hanno frainteso la complessità dell’autobiografia tassiana, schiacciando le loro interpretazioni su un aspetto piuttosto che su un altro.

  • Una teoria della compassione. Attraverso l’analisi di alcuni passaggi tassiani, si metterà in luce l’importanza che Tasso attribuisce all’empatia e all’ascolto dell’altro.

  • Logica del dominio vs logica dell’empatia: la Gerusalemme liberata. Si tenterà una lettura del poema tassiano alla luce delle teorie precedentemente delineate, mettendo in evidenza come la Gerusalemme liberata sia costantemente attraversata dal conflitto tra una logica del dominio e una logica dell’empatia.


3) La Gerusalemme conquistata e il secondo Tasso, di Franco Tomasi

L’intervento intende avanzare una proposta di lettura della Gerusalemme conquistata. Lo scopo è duplice: da un lato cercare di dare ragione dell’ideologia poetica che muove Tasso dopo la stagione di Sant’Anna, facendo emergere un progetto artistico che affida alla parola letteraria un ambizioso e complesso discorso sapienziale; dall’altro lato si vuole avanzare una riflessione sul tardo Rinascimento italiano e sulla produzione poetica del cosiddetto secondo Tasso.

Si parlerà di:

  • Il ‘poeta doctus’ e il tramonto del Rinascimento. Primo inquadramento della stagione poetica del secondo Tasso e illustrazione delle ragioni di una nuova poesia sapienziale.

  • Il progetto di una poesia testimone del vero: il caso della «Conquistata». Le ragioni teoriche e ideologiche che animano la ‘riforma’ del poema: la Conquistata non come tarda e stanca riproposizione della Liberata, ma come nuovo e complesso poema epico della modernità.

  • Il senso della storia (e della guerra): osservazioni sul canto XX della «Conquistata». Si propone un’interpretazione del canto XX della Conquistata, vero «poema nel poema» (Gigante), nel quale Tasso illustra la sua interpretazione universale del senso della storia e del ruolo della guerra.



Relatori


Davide Colussi insegna Linguistica italiana all’Università di Milano-Bicocca. Si è occupato di prosa critica, filosofica e storica e di poesia cinquecentesca. Ha pubblicato fra gli altri i volumi Tra grammatica e logica. Saggio sulla lingua di Benedetto Croce (Serra, 2007), Figure della diligenza. Costanti e varianti del Tasso lirico (Antenore, 2011) e Stili della critica novecentesca (Carocci, 2017). Fra le sue pubblicazioni più recenti: una nuova edizione critica commentata dell’Aminta di Torquato Tasso (con P. Trovato, Einaudi, 2021) e la curatela di Rabelais. La formazione di parole come strumento stilistico di Leo Spitzer (con L. Assenzi, Quodlibet, 2021).

Stefano Prandi si è formato all’Università di Bologna con Ezio Raimondi. Dal 2001 al 2017 è stato titolare della cattedra di Letteratura italiana all’Università di Berna; attualmente è Direttore dell’Istituto di studi italiani presso l’Università della Svizzera Italiana. Ha pubblicato saggi sulla letteratura medievale, su quella umanistica e rinascimentale (tra cui il volume tassiano Quasi ombra e figura de la verità. Pensiero e poesia in Torquato Tasso, 2014) e sulla poesia del Novecento. Infine, è autore di vari testi per le scuole, tra cui storie letterarie e guide allo studio di Dante.

Franco Tomasi è docente di letteratura italiana presso l’Università di Padova. Si occupa principalmente di letteratura rinascimentale, con particolare attenzione alla tradizione lirica (Studi sulla lirica rinascimentale, Roma-Padova, 2012), alle forme del poema epico cavalleresco (ha curato i due volumi della Lettura del «Furioso», Firenze, 2017-2019), e alla figura di Torquato Tasso (Gerusalemme liberata, Milano, 2009). Si occupa inoltre di narrativa novecentesca e contemporanea (Geografia del racconto. Sguardi interdisciplinari sul paesaggio urbano nella narrativa italiana contemporanea, Bruxelles, 2014). Per Mondadori Università ha pubblicato (con Giancarlo Alfano, Paola Italia e Emilio Russo) i manuali Letteratura italiana (in due volumi, 2018) e Profilo di letteratura italiana (2020).

 

Moderatore


Alessandro Mongatti, Responsabile editoriale del settore Università, Periodici e Varia di Mondadori Education.Alessandro Mongatti, Responsabile editoriale del settore Università, Periodici e Varia di Mondadori Education.

 

 

Pirandello e l’alienazione nel mondo delle macchine

Gli obiettivi


La lezione considera il romanzo di Pirandello Si gira... (1915), riproposto nel 1925 con il titolo Quaderni di Serafino Gubbio operatore. Ambientato nel mondo del cinema, la nuova arte celebrata dal Futurismo come espressione rivoluzionaria della modernità, il romanzo, nell’anno in cui l’Italia entra nel primo conflitto mondiale, s’interroga sugli aspetti della nuova civiltà delle macchine.

Si parlerà di:

  • Storia esterna. Il romanzo ha una lenta gestazione: dalla prima stampa in rivista nel 1915 all’edizione ultima in volume nel 1925.

  • Struttura e vicenda. Il romanzo, composto in prima persona e articolato in sette Quaderni, a loro volta suddivisi in 35 capitoli senza titolo, si svolge in buona parte nel mondo del cinema, in forma di note diaristiche scritte da un operatore cinematografico.

  • Chi è Serafino? Serafino Gubbio, il narratore-protagonista, dopo avere tentato strade diverse, si trova a lavorare come operatore cinematografico, presso la casa Kosmograph, a Roma. Si identifica con la sua macchina da presa, tanto da diventare «una mano che gira una manovella». La macchina da presa è da lui definita il «mio grosso ragno nero in agguato sul treppiedi».

  • Pirandello e Walter Benjamin. Walter Benjamin fa riferimento a Si gira… nel saggio L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (1936, trad. it. 1966), il che consente utili riflessioni sul testo pirandelliano.

  • Significato del romanzo. Interessa considerare il significato del romanzo che, al di là dell’ambientazione nel mondo cinematografico, affronta in effetti la questione della libertà dell’individuo, della sua autonomia e della sua umanità, in una realtà totalmente industrializzata e meccanizzata.


Relatore


Gino Tellini, professore emerito di Letteratura italiana dell’Università di Firenze, ha fondato il Dottorato internazionale di ricerca in Italianistica e il Centro di Studi «Aldo Palazzeschi» dell’Università di Firenze. Insegna dal 1994 alla Italian School del Middlebury College (Usa, Vermont e California). Ha tenuto corsi per vari anni all’Università di Bonn. Si è dedicato a ricerche sulla civiltà letteraria dal Trecento al Novecento. Per Le Monnier Università/Mondadori Education ha pubblicato: Metodi e protagonisti della critica letteraria (2010, 2019); Letteratura italiana. Un metodo di studio (2011, 2014); Natura e arte nella letteratura italiana. Tra giardini, orti e frutteti (2015); Storia del romanzo italiano (2017); con Gino Ruozzi, ha curato il volume Didattica della letteratura italiana (2020).

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

 

Scienza, letteratura e pseudoscienza

Gli obiettivi


Che cosa è la scienza? Qual è il confine fra scienza, letteratura e pseudoscienza? L’immaginazione ha un ruolo nella costruzione del sapere scientifico? In che modo la letteratura può essere influenzata dalla scienza? Ci confronteremo con queste domande, utilizzando soprattutto un approccio di tipo storico.

Si parlerà di:

  • Scienza e letteratura. Il rapporto tra scienza e letteratura secondo Galileo Galilei e Samuel Taylor Coleridge. I valori della scienza moderna.

  • Scienza e immaginazione. Esempi del ruolo della letteratura, dell’immaginazione e della fantasia nello sviluppo del sapere scientifico.

  • Scienza e pseudoscienza. La scienza prima di essere un insieme di conoscenze è un modo di pensare. Strumenti per distinguere la scienza dalla pseudoscienza

  • Pseudoscienza e letteratura. La letteratura può fare uso della pseudoscienza? Quando una fantasia letteraria si trasforma in un convincimento pseudoscientifico?

  • Contenuti scientifici delle opere letterarie. La letteratura contiene molta più scienza di quanto in genere si pensi. Saranno forniti alcuni esempi, riferiti all’esperienza didattica del relatore, tratti anche dalla letteratura a fumetti.



Relatore


Marco Ciardi è professore ordinario di Storia della scienza all’Università di Firenze, Dipartimento di Lettere e Filosofia. È autore di oltre duecento pubblicazioni in Italia e all’estero, tra cui una trentina di libri. Il suo settore di indagine concerne principalmente la storia del pensiero scientifico moderno e contemporaneo. Si interessa anche allo studio dei rapporti tra scienza, letteratura, cinema e fumetti, tra scienza, pseudoscienza e magia, e all’analisi delle relazioni tra cultura scientifica, educazione e democrazia. Oltre alla ricerca, svolge un’intensa attività di comunicazione della scienza per la quale ha ottenuto vari premi e riconoscimenti. Il suo ultimo libro è: Benvenuti ad Atlantide. Passato e futuro di una città senza luogo (Carocci, 2022).

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

 

Il ruolo della Cina come potenza globale

La Repubblica Popolare Cinese riveste oggi un ruolo determinante negli affari internazionali, come dimostrano l’evoluzione della collaborazione con l’Unione Europea, la relazione ambivalente con la Federazione Russa alla luce della guerra in Ucraina e il rapporto con gli Stati Uniti.Indicativa, in tal senso, è la modifica dello Statuto, approvata nel corso del XX Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese (PCC), che ha consentito la rielezione del presidente Xi Jinping per un terzo mandato.

Ma come comprendere il ruolo sempre più complesso giocato da questo Paese a livello globale, considerate le difficoltà a relazionarci con la Repubblica Popolare?

 Discuteremo del ruolo della Cina come potenza globale dal punto di vista economico politico e militare e approfondiremo le sue relazioni con gli altri Paesi asiatici, con l’Europa e con l’USA,
venerdì 2 dicembre a partire dalle 17,30 in un evento online con esperti e studiosi autorevoli:
Antonio Fiori, Silvia Menegazzi e Luciano Monzali.

Il live streaming sarà moderato dal giornalista Domenico Cerabona.

 

Relatori


Silvia Menegazzi insegna Relazioni Internazionali e Chinese Studies presso il Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli. Socia fondatrice del Centro Studi sulla Cina Contemporanea (CSCC), è stata Visiting Research Scholar alla China Foreign Affairs University di Pechino e presso il PAIS (Politics and International Studies) dell’università di Warwick, UK. I suoi principali interessi di ricerca vertono su temi inerenti il regionalismo comparato e la global governance, le politiche dell’Unione Europea in Asia, politica estera, think tanks e attori non governativi della Cina contemporanea. Autrice di diversi libri, per Mondadori Education  sta per uscire La Cina e la politica globale. Tra cambiamento e continuità.

Antonio Fiori è Professore Associato di Storia e Istituzioni dell’Asia all’Università di Bologna e da più di un decennio insegna come Adjunct Professor in diversi atenei sudcoreani. Gli interessi di ricerca sono rivolti in particolare alle relazioni inter-coreane, alla politica estera della Repubblica Democratica Popolare di Corea e della Repubblica Popolare Cinese. È tra i fondatori dell’Asia Institute, che ha sede a Bologna, e di cui è attualmente Presidente. Autore di diversi libri, con Mondadori Education ha pubblicato Asia. Storia, Istituzioni e Relazioni Internazionali (Le Monnier) e Il Nido del Falco. Mondo e Potere in Corea del Nord (Le Monnier).

Luciano Monzali è Professore Ordinario in Storia delle Relazioni Internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. È autore e curatore di numerosi studi sulla storia della politica estera dell’Italia unitaria tra Ottocento e Novecento. Con Mondadori Education  ha pubblicato Storia delle relazioni internazionali. Dall’ascesa dell’Europa alla prima guerra mondiale

 

Moderatore


Domenico Cerabona, laureato in Studi Internazionali, giornalista e collaboratore di diverse testate, lavora presso la Fondazione Giorgio Amendola.

 

I Mondiali di calcio tra storia, politica e diplomazia

Dal 20 novembre al 18 dicembre si svolgono i Mondiali di calcio e, anche se l’Italia non partecipa all’edizione 2022, non si può ignorare questo importante appuntamento.

Tanto più che la Coppa del mondo non è soltanto una manifestazione sportiva, ma è anche un evento con importanti condizionamenti e riflessi politici e diplomatici.

Celebri sono le strumentalizzazioni propagandistiche delle vittorie mondiali della nazionale italiana e argentina effettuate rispettivamente dai dittatori Mussolini e Videla. Seppur meno noti, altrettanto importanti dal punto di vista storico e politico sono altri episodi, come i festeggiamenti in Iran per la qualificazione ai Mondiali del 1998, che portarono migliaia di donne a scendere in piazza, o l’appello effettuato da Didier Drogba a deporre le armi e organizzare libere elezioni in una Costa d’Avorio lacerata dalla guerra civile, proprio in occasione della qualificazione alla Coppa del mondo 2006.

Parleremo dei Mondiali di calcio e di come negli anni si siano trasformati in un mega-evento globale, lunedì 5 dicembre dalle 18,00 alle 19,00, in un live streaming con Riccardo Brizzi e Nicola Sbetti, autori del volume La diplomazia nel pallone. Storia politica dei mondiali di calcio (1930-2022).

L’evento online sarà moderato dal giornalista Jo Araf.

 

Relatori


Riccardo Brizzi è docente di Storia contemporanea e Storia della Comunicazione presso l’Università di Bologna ed è stato Visiting Professor presso varie università europee. È direttore del Master in Comunicazione e Marketing dello Sport dell’Università di Bologna. È autore di varie monografie su temi di storia politica. Per Le Monnier ha pubblicato Osservata speciale. La neutralità italiana nella Prima guerra mondiale e l'opinione pubblica internazionale (1914-15)Storia politica della Francia repubblicana (1871-2011) con Michele Marchi La diplomazia del pallone. Storia politica dei Mondiali di calcio (1930-2022), con Nicola Sbetti.

Nicola Sbetti insegna Storia dell’Educazione fisica e dello sport, Sport and International Politics in Europe e World History of Tourism all’Università di Bologna. È autore di monografie e saggi di storia politica dello sport con particolare attenzione al contesto internazionale. Per Le Monnier ha pubblicato Giochi di Potere. Olimpiadi e politica da Atene a Londra (1896-2012) e con Riccardo Brizzi La diplomazia del pallone. Storia politica dei Mondiali di calcio (1930-2022).

 

Moderatore


Jo Araf è autore di Generazione Wunderteam e La Coppa Dimenticata, opere pubblicate per il mercato italiano ed internazionale. Araf è al contempo co-fondatore del magazine online Gameofgoals.it ed esercita la professione di docente e traduttore.

 

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