Cultura con EÑE: el enfoque intercultural en la clase de ELE

Obiettivi


En el Marco de referencia europeo sobre las competencias clave para el aprendizaje permanente se define la competencia multilingüe como la habilidad de utilizar distintas lenguas de forma adecuada y efectiva para la comunicación. Entre las actitudes esenciales relacionadas con esta competencia, destaca la apreciación de la diversidad cultural, y un interés y curiosidad por las distintas lenguas.

En este sentido, el desarrollo de la sola competencia comunicativa resulta ser insuficiente para responder a las demandas que exigen las nuevas sociedades multiculturales y multilingües: los estudiantes no solo necesitan comunicarse mediante lenguas extranjeras, sino que necesitan usar las lenguas como herramientas para comprender a otros hablantes y sus culturas dentro de su contexto sociocultural de comunicación. 

En el webinar se analizará la integración de la lengua y de la cultura en la clase de ELE según un enfoque intercultural, capaz de fomentar el interés y el respeto hacia culturas diferentes a partir de las raíces culturales de los alumnos.




Relatrici


Barbara Bonetto ha conseguido un máster en Formación del Profesorado en el proceso de enseñanza y aprendizaje de ELE por la Universidad de Milán. Ha sido profesora de apoyo para alumnos con necesidades específicas y ha desarrollado varios proyectos para el aprendizaje inclusivo a través de los Entornos Virtuales de Aprendizaje. En la actualidad, es profesora de ELE y vicedirectora en el I.C. “G. Giusti e C. D’Assisi” de Milán y colabora con varias editoriales italianas como autora de materiales didácticos y cursos de ELE.

Natalia Cancellieri es Doctora en Filología Hispánica por la Universidad de Bolonia. Ha sido profesora contratada de Cultura española y de Teoría y técnica de la traducción española en la Universidad de Milán y también de Lengua y lingüística española en la Universidad de Trento. En la actualidad, es profesora de ELE en el I.C. “E. Morosini e B. Di Savoia” de Milán y colabora con varias editoriales italianas como autora de materiales didácticos y cursos de ELE

 

Educación para la Ciudadanía: ¿un nuevo desafío para los profesores de ELE?

Obiettivi


La asignatura de Educación para la Ciudadanía forma parte del currículo escolar italiano desde hace muchísimos años, pero fue en 2019 que volvió a ser introducida en nuestro sistema educativo como disciplina autónoma aunque íntimamente relacionada con todas las demás.

A partir de ese momento, los profesores se han ido enfrentando al problema de tratar temas transversales a menudo bastante complejos con estudiantes de español de nivel A1 o a la dificultad de integrar de manera fluida dichos contenidos a su propia programación.

En el webinar se propondrán una serie de actividades con las que desarrollar algunos temas significativos de la Educación para la Ciudadanía en la clase de ELE de una forma integrada en el proceso de enseñanza/aprendizaje de la lengua extranjera, con el objetivo de indagar el potencial de los temas elegidos para la formación de futuros ciudadanos y, a la vez, desarrollar aún más las competencias comunicativas de los estudiantes.




Relatrici


Barbara Bonetto ha conseguido un máster en Formación del Profesorado en el proceso de enseñanza y aprendizaje de ELE por la Universidad de Milán. Ha sido profesora de apoyo para alumnos con necesidades específicas y ha desarrollado varios proyectos para el aprendizaje inclusivo a través de los Entornos Virtuales de Aprendizaje. En la actualidad, es profesora de ELE y vicedirectora en el I.C. “G. Giusti e C. D’Assisi” de Milán y colabora con varias editoriales italianas como autora de materiales didácticos y cursos de ELE.

Natalia Cancellieri es Doctora en Filología Hispánica por la Universidad de Bolonia. Ha sido profesora contratada de Cultura española y de Teoría y técnica de la traducción española en la Universidad de Milán y también de Lengua y lingüística española en la Universidad de Trento. En la actualidad, es profesora de ELE en el I.C. “E. Morosini e B. Di Savoia” de Milán y colabora con varias editoriales italianas como autora de materiales didácticos y cursos de ELE

 

La storia della matematica nella didattica

Obiettivi


La storia della matematica è spesso poco nota, ma è un utile strumento per la pratica didattica.

I due (e più) millenni di storia della matematica sono compressi in 13 anni nell’istruzione dei nostri studenti. Spesso ci sono voluti secoli per chiarire certi concetti matematici che a scuola vengono presentati in forma sintetica e tempi brevi. Dobbiamo sempre ricordarci che la strada che ha portato a un risultato è molto lunga. Perché non fare parte di quella strada insieme ai nostri alunni?

La storia della matematica ci ricorda che questa disciplina è un’opera collettiva e non individuale. Non sono i singoli geni a fare la matematica, ma le comunità scientifiche. Anche i vari aneddoti e la scoperta delle persone dietro ai teoremi può affascinare gli studenti.

La storia della matematica ci fornisce molte possibilità interessanti per la didattica: in questo webinar ne esploreremo alcune.




Relatore


Alberto Saracco è professore associato di geometria all’Università di Parma. Si occupa di geometria complessa e differenziale, e di divulgazione. Nel 2022 ha tenuto un corso di storia della matematica dal punto di vista del divulgatore. Editor del sito maddmaths, referente Piano Lauree Scientifiche di Matematica, ha scritto una storia apparsa su Topolino a tema matematico. Dal 2020 fa divulgazione e mette a disposizione le sue lezioni universitarie sui social (YouTube e Instagram).

 

Moderatrice


Alice Patria Redazione Area Scientifica SS1

 

GeoGebra per “vedere la matematica”

Obiettivi


GeoGebra è un software di geometria molto diffuso, che permette di realizzare costruzioni dinamiche e animazioni. Le costruzioni aiutano a visualizzare le figure e le loro proprietà geometriche. Le animazioni sono risorse da esplorare per visualizzare concetti e proprietà inerenti sia all'aritmetica, sia all'algebra, sia alla geometria. In questo webinar vengono presentate alcune proposte di attività e percorsi con GeoGebra, che operano in maniera integrata con le spiegazioni e gli esercizi in classe.




Relatrice


Edda Dal Santo ha conseguito il dottorato di ricerca in Matematica nel 2016 presso l’Università degli Studi di Udine. Dopo aver lavorato per un paio di anni nel campo della ricerca sulle equazioni differenziali alle derivate parziali, ha intrapreso la professione di docente nella scuola secondaria di secondo grado. Attualmente, collabora con Mondadori per la realizzazione di attività GeoGebra.

 

Moderatrice


Alice Patria Redazione Area Scientifica SS1

 

Competenze matematiche nei lavori del futuro

Obiettivi


La sostenibilità, la dematerializzazione del reale, la ricerca del benessere e la sicurezza dei dati sono solo alcuni dei grandi temi del prossimo futuro. Le donne e gli uomini del domani necessiteranno di creatività, esperienza, competenza e pensiero laterale per vivere e contribuire al miglioramento di una società tecnologicamente avanzata. Coltivare le proprie attitudini e imparare a gestire la potenzialità delle esperienze sono fattori fondamentali per inserirsi da protagonisti nella transizione tra i “vecchi” e i “nuovi” lavori. I mestieri del futuro che possiamo presumere e il contributo della matematica per immaginare il proprio posto in questa storia sono i temi trattati nel webinar. Una sfida della didattica della matematica per capire dove siamo e dove potremmo arrivare.




Relatore


Marco Tarocco è docente di matematica. È coautore per la casa editrice Mondadori Education di libri di testo per la scuola secondaria di primo grado e di materiali di didattica a supporto dei docenti. Dirige corsi di aggiornamento ministeriali per insegnanti sulle tematiche della matematica emozionale e delle competenze. È stato componente permanente della Commissione giudicatrice del concorso per titoli ed esami per posti di personale docente, relativa all’insegnamento della classe di concorso A028 - Matematica e scienze. È relatore presso numerosi convegni legati al mondo della scuola.

 

Moderatrice


Elena Panzeri Redazione Area Scientifica SS1

 

Il fascismo e la scuola

Gli obiettivi


Il fascismo tenne costantemente in alta considerazione la scuola e l’educazione, nella prospettiva di farne il cuore pulsante del regime e formare l’«uomo nuovo» voluto da Mussolini. In una prima fase, il duce si affidò al ministro dell’Istruzione Gentile, che però elaborò una riforma più di impostazione liberal-conservatrice che aderente agli ideali del fascismo. Per renderla compatibile con le finalità della dittatura, fu perciò avviata un’opera di fascistizzazione degli insegnanti e degli apparati scolastici. Dopo il 1929 – visti i modesti risultati raccolti – si passò a una seconda fase: il perseguimento della scuola fascista vera e propria (e non solo fascistizzata), affiancata dalle opere educative del regime (l’Opera Nazionale Balilla fondata nel 1926 e poi dal 1937 la Gioventù Italiana del Littorio).

Si parlerà di:

  • Mussolini e l’«uomo nuovo del fascismo» (il duce ambì a modellare gli italiani attraverso la scuola e le opere educative del regime in vista di un «uomo nuovo», disciplinato, consapevole di far parte di una grande Nazione, guerriero, leale al regime: il modello ispiratore era lo squadrista della prima ora).

  • La riforma scolastica del 1923 elaborata da Gentile nel suo tradizionalismo élitario rifletteva più gli ideali neoidealisti del filosofo che quelli del fascismo. Soltanto propagandistica la frase attribuita a Mussolini che si trattasse della più fascista delle riforme avviate dal regime.

  • La scuola fu rapidamente, sul piano esteriore, indiscutibilmente fascistizzata e poi fascista a tutto tondo. Ma gli insegnanti – dalla scuola elementare all’istruzione secondaria – furono spesso sotto traccia dei resistenti passivi che nel chiuso della loro aula perseguivano finalità educative non di rado indipendenti. Ricorrenti furono le lagnanze dei gerarchi per la scarsa affidabilità dei docenti.

  • Fu perciò necessario integrare l’opera della scuola con le istituzioni educative direttamente dipendenti dal regime come l’Opera Nazionale Balilla e in seguito la Gioventù Italiana del Littorio, in vista anche del potenziamento dell’educazione fisica sollecitato gli avversari di Gentile, che lo accusavano di aver predisposto una riforma troppo basata sul sapere intellettuale.

  • Fu il ministro Bottai a impostare il progetto della scuola fascista delineato nella Carta della Scuola del 1938, progetto tuttavia restato incompleto per lo scoppio della guerra.



Relatore


Giorgio Chiosso è professore emerito di Storia della Pedagogia nell’Università di Torino. Ha insegnato anche nelle Università Cattolica di Brescia, di Lecce e di Padova. Ha al suo attivo numerose ricerche sull’educazione in Italia tra Otto e Novecento, confluite nei volumi L’educazione nazionale da Giolitti al primo dopoguerra (1983), La stampa scolastica in Italia dal 1920 al 1943 (1997), i due volumi sull’editoria per l‘educazione e la scuola (Teseo, 2003 e Teseo 900, 2008) e il Dizionario Biografico dell’Educazione (2013), realizzato in collaborazione con il prof. Roberto Sani. Per Mondadori Education dirige la collana «I saperi dell’educazione» (oltre 50 titoli di argomento pedagogico, didattico, psicologico, sociologico e giuridico). Ha appena pubblicato il volume Il fascismo e i maestri (Mondadori Università)

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

Insegnare la Shoah: costruzione e ricostruzione della memoria pubblica

L’incontro si propone di riflettere sul complesso percorso che ha portato alla costruzione della memoria pubblica della Shoah e all’istituzione ufficiale del Giorno della Memoria in Italia. Particolare risalto sarà dato alla figura del testimone, che da un lato può vantare un’esperienza diretta dei fatti, ma, dall’altro, proprio alla luce del suo coinvolgimento personale, manca di quella distanza che è necessaria per la ricostruzione storica. Si discuterà anche la funzione che ha avuto l’artificio narrativo nel fissare e diffondere il senso dell’evento concentrazionario, riflettendo sul modo in cui la finzione letteraria consente di produrre un sapere esperienziale. Inoltre, si prenderà in considerazione la data scelta per il Giorno della Memoria e si mostrerà come la costruzione di un calendario civile contribuisca a orientare la memoria storica, dando risalto ad alcuni eventi e rimuovendone altri. Infine, si rifletterà sullo stato attuale della didattica sulla Shoah, discutendone punti di forza e possibili sviluppi futuri.

 

Gli interventi


Cominciare dal calendario. Letture e (caso mai) lezioni pensando ad alcune date, di Filippo Benfante

Nell’intervento si proporrà una riflessione critica sulla data del Giorno della Memoria e, più in generale, sul calendario civile. Due pagine di Primo Levi – la prefazione a Se questo è un uomo e l’incipit della Tregua – permettono di lavorare su due piani, quello del contesto storico e quello della valenza etica della testimonianza (per Levi) e del ricordo e della commemorazione (per noi, oggi). Parlando del 27 gennaio, conviene tenere presente che scegliendo una data e un luogo si rischia di oscurarne altri. Come è noto, in Italia il calendario civile offriva almeno un’alternativa: il 16 ottobre, quando, nel 1943, a Roma ci fu la grande razzia degli ebrei. Questo ci suggerisce, tra le altre cose, che i «treni della memoria» non debbono per forza avere destinazioni remote.

Si parlerà di:

  • Il 27 gennaio. Il calendario civile è diverso da quello storico: alla liberazione di Auschwitz, la macchina dello sterminio era ancora in moto. Per situare la data nel suo tempo e nel suo contesto, prima ancora che alla storiografia, si può ricorrere alla guida di Primo Levi.

  • Un possibile vademecum. Le prime pagine di Se questo è un uomo restano un vademecum per orientare lo sguardo e trovare il tono di voce. Primo Levi dichiara il suo bisogno primario di raccontare e la volontà di essere ascoltato: ci ricorda che prendere la parola è un atto vitale, di resistenza, e ci ammonisce che anche il nostro ascolto deve essere attivo.

  • Il 16 ottobre. Questa è la data che ci riporta in Italia, e pertanto direttamente alle responsabilità e al ruolo dell’Italia (intesa come governo e popolazione) nello sterminio. Non si tratta di mettere date o luoghi o soggetti in concorrenza tra loro, né di perdere di vista il quadro generale; al contrario si tratta di darne conto nella sua complessità, e di pensare che ci sono vari modi per costruire un calendario civile, anche dal basso, anche a livello locale, trovando declinazioni particolari.

  • Una memoria lunga un anno. Una costellazione di date può essere un modo per inventare percorsi inediti, all’interno di una disciplina o tra discipline diverse. Non mancano altri consigli sulla spinosa questione di uscire dalla ritualità e di coltivare una memoria attiva e consapevole.


Rappresentare la Shoah nell’era della post-testimonianza. Il Giorno della Memoria tra public history e calendario civile, di Orsetta Innocenti

L’intervento ha lo scopo di introdurre il paradigma che ha creato le «aporie della memoria» (Schwarz 2021), riflettendo sulla funzione del testimone, sulle modalità di creazione della memoria e sul rapporto tra ricostruzione storica e finzione. L’intervento prevede anche il collegamento a tre possibili percorsi didattici: dibattito a partire dalle mozioni di «unicità della Shoah» e «Giorno della Memoria»; lavoro a partire dal caso Eichmann, dal rapporto storico/testimone a quello della rappresentazione; percorso sperimentale su memoria, rappresentazione e finzione, ovvero quali sono i rischi dell’essere Guardiani della Memoria quando si prende il testimone dai carnefici e non dalle vittime.

Si parlerà di:

  • L’era del testimone? Si faranno delle riflessioni a partire dal testo di Annette Wieviorka, L’era del testimone (1999): «Il processo Eichmann [...] consacra il prestigio del testimone come suprema autorità per parlarne, ‘uomo-memoria’ che attesta che il passato è stato ed è sempre presente».

  • L’era del trauma. Il concetto di post memoria. Si partirà da alcune osservazioni avanzate da Guido Vitiello in Il testimone immaginario. Auschwitz, il cinema e la cultura pop (2011). Lo scopo sarà riflettere sul ruolo di film ‘realistici’ e immagini di finzione quali «inventori di tradizione»: «E tuttavia, l’efficace metafora del ‘passaggio di testimone’ può anch’essa trarre in errore».

  • Finzione o verità? / Finzione e verità. Facendo riferimento a Jorge Semprun, La scrittura e la vita (1994), si discuterà il ruolo del racconto finzionale nella rappresentazione della Shoah. «Non che l’esperienza vissuta sia indicibile. È caso mai invivibile, che è tutt’altra cosa, e si capisce. È qualcosa che non riguarda la forma di un racconto possibile, ma la sua sostanza. Non tanto la sua articolazione quanto la sua densità. Soltanto coloro che sapranno fare della loro testimonianza un oggetto artistico, uno spazio di creazione, o di ricreazione, riusciranno a raggiungere questa sostanza, questa densità trasparente. Soltanto l’artificio di un racconto abilmente condotto riuscirà a trasmettere in parte la verità della testimonianza».

  • La giusta distanza. Si presenteranno le conseguenze dell’#effettoPisanty sulla didattica della memoria, prendendo spunto da I. Calvino, Il barone rampante (1957): «Voltaire fu molto sorpreso, fors’anche perché il fratello di quel fenomeno appariva persona così normale, e si mise a farmi domande, come: – Mais c’est pour approcher du ciel, que votre frère reste làhaut? Mio fratello sostiene, – risposi, – che chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria, – e il Voltaire apprezzò molto la risposta».


Giorno della Memoria: una riflessione necessaria, di Laura Vergallo Levi

Scopo dell’intervento sarà offrire un momento di riflessione sul lavoro svolto nelle scuole da quando è stato istituito il Giorno della Memoria. Molti sono stati gli esempi virtuosi, ma con il passare degli anni e con la progressiva scomparsa dei Sopravvissuti stiamo assistendo a un nuovo fenomeno: il Giorno della Memoria è diventato qualcosa che le scuole, tutte, devono ricordare, che rientra nei Piani di Offerta Formativa e fa parte delle diverse proposte codificate dalle Istituzioni. Il rischio è che alla spinta propulsiva dei primi due decenni segua un momento di stasi in cui si perdano i contenuti veri di un momento di riflessione, relegato così all’ambito esclusivamente celebrativo, svuotato di un contenuto vero.

Si parlerà di:

  • Il Giorno della Memoria. Si farà una breve storia dell’istituzione del Giorno della Memoria, sancita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000.

  • Il lavoro svolto in questi 22 anni. Si rifletterà su quanto è stato fatto dall’istituzione del Giorno della Memoria, mettendo in luce tanto gli aspetti positivi (gli esempi virtuosi e il ruolo svolto dai testimoni), quanto le criticità e le sfide per ripensare questa ricorrenza.

  • Proposte per una didattica della Shoah efficace. Si proporranno alcune strategie didattiche che possano arricchire e rinnovare il discorso sulla Shoah proposto agli studenti.



Relatori


Filippo Benfante (1973) è dottore di ricerca in storia, con una tesi sugli anni fiorentini di Carlo Levi e la sua militanza politica tra guerra, Resistenza e Liberazione (1941-1945), discussa nel 2003. Ha pubblicato vari articoli intorno a questi argomenti; è in corso di stampa un suo contributo sui rapporti tra l’Orologio di Carlo Levi e Se questo è un uomo di Primo Levi. Lavora nell’editoria e negli ultimi anni ha collaborato alla progettazione e alla realizzazione di due manuali di storia per le scuole superiori (triennio) pubblicati da Mondadori Education (Miguel Gotor, Elena Valeri, Passaggi, prima ed. 2018; Adriano Roccucci, Lucio Caracciolo, Le carte del tempo, prima ed. 2022). Ha collaborato con Le Monnier Università come traduttore e come revisore per il manuale di Adriano Roccucci, Lucio Caracciolo, Storia contemporanea (2017).

Orsetta Innocenti dal 2001 è docente di Materie Letterarie negli istituti secondari di secondo grado (I.I.S. «Santoni», Pisa). Si è laureata in Teoria della Letteratura presso l’Università di Pisa (1996). È stata allieva della Scuola Normale Superiore (Pisa),  dove ha conseguito il Diploma nel 1997. La sua formazione post-universitaria in Letterature comparate è proseguita tra le Università di Roma Tre, Bologna, Cambridge (dottorato, assegni, post-doc, borse di ricerca). Nel gennaio 2014 ha conseguito all’unanimità l’abilitazione a professore di seconda fascia per il settore disciplinare 10/F1. Ha pubblicato due volumi (La biblioteca di Fenoglio e La letteratura giovanile) e diversi saggi sulla letteratura italiana ed europea moderna e postmoderna. Sue aree di ricerca sono la letteratura giovanile, letteratura e storia (in particolar modo: letteratura e Resistenza, letteratura concentrazionaria), letteratura e scienza e la rappresentazione del romance nella narrativa europea contemporanea. È membro del direttivo di Compalit per la scuola. Si occupa di formazione docenti, sia in ingresso sia in itinere e di questioni di scuola e didattica: suoi interventi militanti sono usciti su «Griselda», «Laletteraturaenoi», «Le parole e le cose», «Oblio», «Culture del testo».

Laura Vergallo Levi, docente di letteratura inglese al Liceo Virgilio di Milano e pianista, ha iniziato la sua formazione sulla didattica della Shoah nel 2007 presso l’istituto Yad Vashem di Gerusalemme. Ha insegnato didattica della Shoah nei corsi SILSIS dell’Università degli Studi di Milano dal 2007 al 2011, pubblicando una raccolta di materiali editi da CUEM. Nel 2008 ha pubblicato la storia della sua famiglia negli anni della guerra sulla rivista americana «Hidden Child» (sezione dell’Anti Defamation Leage, ADL New York). Dal 2013 al 2022 ha collaborato con il Memoriale della Shoah di Milano come guida. Ogni anno si reca in decine di scuole di ogni ordine e grado per parlare di ebraismo e Shoah attraverso progetti di didattica attiva. Per Mondadori Education ha curato la parte didattica del volume di Liliana Segre Scolpitelo nel vostro cuore e la parte relativa alla Shoah del fascicolo di Educazione Civica allegato al testo Una storia per il futuro (2020). In occasione del Giorno della Memoria pubblica annualmente un pezzo sulla rivista «La Tecnica della Scuola» edita da Giunti, offrendo spunti pratici per lezioni e attività didattiche. Al momento ha predisposto una lezione-concerto sulla «Musica Degenerata», che ripercorre la storia dell’esclusione degli ebrei dalla vita civile in Germania e in Italia attraverso la musica, partendo dalla mostra organizzata a Dusseldorf nel 1938. La lezione-concerto viene portata nelle scuole, nelle sale di enti e istituzioni.


Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

La nascita della Repubblica e la ripresa dell’attività partitica (1945 – aprile 1948)

Gli obiettivi


Dopo essersi ricostituiti clandestinamente negli ultimi anni del fascismo e aver dato il loro contributo alla Resistenza con la partecipazione al Comitato di liberazione nazionale, i partiti politici ebbero un ruolo determinante nella nascita della Repubblica e nello sviluppo democratico del Paese, che cominciò con il referendum istituzionale e i lavori dell’Assemblea costituente per la redazione della Costituzione. Le elezioni dell’aprile 1948 conclusero la fase originaria della Repubblica e svilupparono il futuro sistema dei partiti.

 

Si parlerà di:



  • Quadro dei partiti politici alla fine della guerra. Si esporranno le caratteristiche dei vari partiti, la loro ideologia, la loro importanza e il loro ruolo nella formazione dei governi, nonché la loro capacità di acquisire consensi.

  • I partiti di fronte al referendum istituzionale. Verranno discusse le posizioni assunte dei singoli partiti nel corso dei congressi in merito alla scelta tra monarchia e repubblica.

  • Le elezioni del giugno 1946 per l’Assemblea costituente. Saranno analizzati i risultati elettorali e la composizione dell’Assemblea costituente.

  • La nascita della Costituzione. Si traccerà un quadro dei punti di consenso e di dissenso dei vari partiti sugli aspetti più rilevanti della Costituzione.

  • Dal governo De Gasperi tripartito all’esclusione delle sinistre. Verranno ricostruite le vicende che portarono all’estromissione delle sinistre nel maggio 1947 viste nell’ottica dei vari partiti.

  • Le elezioni dell’aprile 1948. Sarà discussa l’entrata in vigore della Costituzione e lo scioglimento dell’Assemblea costituente, le posizioni dei partiti e la campagna elettorale, i risultati e le prospettive per il futuro.



Relatore


Ivano Granata ha insegnato Storia dell’Italia contemporanea e Storia dei partiti politici presso il corso di laurea specialistico di Scienze storiche dell’Università degli Studi di Milano. La sua attività di ricerca si è indirizzata in modo specifico verso il fascismo, il socialismo, il sindacalismo e, più in generale, sui partiti politici. Ha pubblicato alcuni libri e numerosi saggi. Tra le sue ultime pubblicazioni Milano «rossa». Ascesa e declino del socialismo (1919-1926) (Milano, 2018).

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

Genere e lingua. Inclusioni, esclusioni, cambiamenti sociali

Gli obiettivi


L’attualità, in Italia e non solo, è percorsa da un dibattito trasversale sul ruolo che le lingue hanno nel riprodurre le gerarchie sociali e, con esse, la gestione del potere, le inclusioni e le esclusioni. Da queste discussioni procedono proposte di intervento che coinvolgono la grammatica della lingua e il suo uso adeguato. Tali proposte generano reazioni diverse, talvolta violente. Reazioni che, da qualunque prospettiva le si osservi, rivelano un’importanza percepita della lingua che va oltre quella formale.

Si parlerà di:

  • Che si intende per inclusione quando si parla di lingua? Si partirà dal termine inclusione con esempi di lingua più o meno inclusiva.

  • A quali fenomeni linguistici ci si riferisce? Si rifletterà sulle nozioni di asimmetria semantica, asimmetria grammaticale e sulle parole violente.

  • Quali sono i problemi aperti? Si discuteranno i problemi di denominazione del non binario.

  • Includere nella lingua implica l’inclusione sociale? Si rifletterà sulla funzione della lingua come strumento di inclusione e sulla nominazione come definizione delle identità.

  • Quali sono i confini del dibattito? Uno sguardo ad altre realtà linguistiche e sociali, oltre i confini nazionali.

  • Quali conseguenze trarre? Si avanzeranno proposte e riflessioni conclusive.



Relatrici


Stefania Cavagnoli è professoressa presso l’Università di Roma «Tor Vergata», dove insegna Linguistica generale e applicata. I temi della sua ricerca riguardano i linguaggi specialistici e la loro didattica, la comunicazione specialistica giuridica e la lingua di genere, il plurilinguismo. Formatrice esperta, ha al suo attivo diverse pubblicazioni a livello internazionale, tra cui Introduzione al linguaggio giuridico italiano, La comunicazione specialistica (2007), Educare al plurilinguismo (2011), Gender in legislative languages, From EU to national law in English, French, German, Italian and Spanish (2019). Ha presieduto il CPO dell’Università di Macerata e attualmente è componente della Commissione provinciale per le pari opportunità del Trentino. Ha pubblicato, con F. Dragotto, Sessismo (Mondadori Education, 2021).

Francesca Dragotto è linguista, insegna in numerosi corsi dell’Università di Roma «Tor Vergata», dove dirige il centro di ricerca «Grammatica e sessismo» e il corso di formazione «Cittadinanza attiva e paritaria. La decostruzione degli stereotipi sociali per prevenire e contrastare la violenza di genere». Nel 2020 ha assunto la direzione del monitoraggio Rai per la rappresentazione della figura femminile, la coesione sociale e il contrasto all’hate speech nella programmazione. Svolge attività di formatrice esperta e di divulgatrice scientifica per conto di Zanichelli (videoblog «Sentieri di parole»). È autrice di 80 pubblicazioni scientifiche e di 200 pubblicazioni divulgative. L’ultimo titolo pubblicato è Sessismo, con S. Cavagnoli, per Mondadori Education (2021).

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

 

Dal nostro Catalogo

SESSISMO

di Stefania Cavagnoli e Francesca Dragotto


Più facile da definire che da riconoscere nelle azioni, verbali e non, che permea di sé, il sessismo costituisce una forma di discriminazione delle persone sulla base del sesso e del genere di appartenenza. Si sorregge e si esprime in una 'visione del mondo' per la quale, come corollario del riconoscimento, nell'individuo, dell'appartenenza a uno dei due generi sessuali, gli si attribuiscono qualità, anche caratteriali, e ruoli. Modi di essere e spazi di azione che prescindono dalle potenzialità, dall'autopercezione e dalle aspirazioni proprie della singola persona ma che vengono comunemente riconosciute e accettate come 'normali' in forza del ruolo che le narrazioni sociali hanno nella creazione della conoscenza condivisa in cui si riconosce una società. Breve il passo che conduce alla stigmatizzazione e, spesso, alla discriminazione, anche 'solo' morale, di chi, non rassegnandosi allo spazio in commedia di propria competenza, ricerca una emancipazione dal copione e rivendica il diritto di recitare a soggetto. In tal senso è necessaria una riflessione sulle norme a protezione dei soggetti che non si riconoscono in ruoli predefiniti. Il volume affronta queste tematiche, con l'obiettivo di far conoscere i meccanismi legati al sessismo e soprattutto di rendere consapevoli le persone verso un cambiamento sociale e giuridico, oltreché linguistico.
Scopri di più

L’italiano percepito

Gli obiettivi


La nozione di «italiano percepito» si lega da un lato ai riflessi delle cosiddette «ideologie linguistiche», dall’altro a quello che è stato chiamato «il sentimento della lingua». Oggi potremmo ricondurre questo secondo concetto alla nozione sociologica di sentiment: un comune sentire attestato su posizioni pessimistiche, influenzate da spinte emotive più che da dati obiettivi. Tipica, in questo senso, è la vicenda della «morte del congiuntivo»: morte presunta, ma annunciata già da oltre mezzo secolo proprio come quella del punto e virgola; o ancora – analogamente – della «scomparsa dei dialetti» e dell’«invasione» delle parole straniere. Il principale prodotto di questa ideologia conservatrice è una varietà di lingua che potremmo chiamare «trascendentale»: una lingua perfetta e immutabile che, collocata in una sorta di empireo, guarda dall’alto tutti gli usi concreti. E non può che giudicarli tutti più o meno difettosi, perché inevitabilmente nessuno coincide con quell’idealizzazione.

Si parlerà di:

  • Tra ideologia e sentimento. Per ideologia linguistica s’intende l’insieme di credenze e convinzioni sulla lingua che sono condivise da una determinata comunità in una determinata epoca. Il sentimento della lingua viene evocato da Luca Serianni come comune legame affettivo, prima ancora che normativo, nei confronti della lingua madre.

  • I rischi della percezione. La dialettologia percettiva ha in Italia un’amplissima bibliografia, almeno a partire dal 2000 (Il dialetto percepito s’intitola un libro di Gabriele Iannàccaro), nel quadro più generale di quella che a livello internazionale viene chiamata folk linguistics.

  • Il popurismo. L’ideologia linguistica prevalente ancora oggi è – non solo in Italia – un istintivo (perché così educato) conservatorismo. Una visione non propriamente purista, ma senz’altro un po’ purista: popurista, appunto.

  • Il pregiudizio universale. Alcune idées reçues sulla lingua si possono a buon diritto definire, come faceva l’illuminismo, pregiudizi. Eppure, nonostante tutti gli sforzi fatti in questi secoli, quei pregiudizi continuano ad agire in profondità.

  • L’italiano percepito. Di qui il rafforzarsi di un italiano percepito sempre più lontano dalla realtà. È alla luce di questo che si spiega la distanza tra ciò che molte persone dicono a proposito della lingua e ciò che davvero fanno quando parlano e scrivono.

  • Un nuovo standard. Data l’inarrestabile modificazione delle lingue vive, lo standard inteso come varietà di riferimento dovrebbe essere un concetto dinamico, sempre in fieri: una definizione che dovrebbe riempirsi via via di contenuti diversi.



Relatore


Giuseppe Antonelli è professore ordinario di Storia della lingua italiana all'Università di Pavia, dove presiede il Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei. Scrive su «7» e «la Lettura» del «Corriere della Sera»; per molti anni ha raccontato storie di parole su Rai3 e Rai Radio3. Con Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin ha curato la Storia dell'italiano scritto in sei volumi (2014-2021; premio Cesare Pavese per la saggistica); con la collaborazione di Giovanni Battista Boccardo e di Federico Milone, è stato curatore scientifico della mostra Dante. Un’epopea pop (Museo d’Arte della città di Ravenna). Tra i suoi ultimi libri: Volgare eloquenza (Laterza, 2017), Il museo della lingua italiana (Mondadori, 2018), Il mondo visto dalle parole (Solferino, 2020) e Il piacere del significante (Cesati, 2022). Per Einaudi ha pubblicato da poco Il Dante di tutti. Un'icona pop (2022).

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

 

Digita per effettuare una ricerca nel catalogo.
Per cercare tra i contenuti o tra gli eventi clicca sulla voce corrispondente.

Digita per effettuare una ricerca nel catalogo.
Per cercare tra i contenuti o tra gli eventi clicca sulla voce corrispondente.

Caricamento risultati ...