Calvino dentro il labirinto. Forme e idee per affrontare la sfida del reale

Gli obiettivi


Nonostante la sua apparente ‘facilità’, l’opera di Calvino è senz’altro una tra le più ricche e complesse del Novecento italiano, divisa com’è tra un retaggio umanistico e illuminista, che vorrebbe rappresentare e comprendere il proprio tempo nella scrittura, e una vertigine già postmoderna, che ritiene persa in partenza la sfida ermeneutica posta dalla realtà e si abbandona a un gioco combinatorio senza uscita. Analizzando alcuni testi letterari, l’epistolario e quell’autobiografia intellettuale incompiuta che sono Le lezioni americane, la lezione si ripropone di mettere in luce alcuni degli aspetti salienti della figura di Calvino, non solo facendo luce su alcuni aspetti della sua opera letteraria e del suo lavoro editoriale, ma mostrando anche l’attualità del suo pensiero.

 

Gli interventi


Calvino, nostro contemporaneo, di Mario Barenghi

Calvino appartiene a una generazione ben definita, e non ha mai cercato di fingersi più giovane di quello che era. Tuttavia, più di altri scrittori novecenteschi, appare più che mai vicino alla sensibilità contemporanea. Una delle ragioni principali è la maniera in cui nella sua opera ha saputo conciliare coerenza e variabilità, adattando a circostanze storiche e culturali mutevoli le medesime istanze di fondo.

Si parlerà di:

  • Varietà e coerenza nell’opera di Calvino. Come si legge nel capitolo I di Se una notte d’inverno un viaggiatore, Calvino è uno scrittore che cambia molto da libro a libro. In effetti Calvino è uno sperimentatore, attento agli sviluppi della ricerca letteraria; nello stesso tempo rimane però fedele a una serie di principî ideali, di valori stilistici, di atteggiamenti verso il reale. Nonostante le differenze nella forma dei testi, l’immaginario calviniano gravita sempre attorno ad alcuni grandi temi, declinati in maniera diversa a seconda delle mutevoli circostanze storiche.

  • Pagine e opere a confronto. Si stabiliranno dei paralleli fra Il barone rampante e La speculazione edilizia (la distruzione dell’ambiente, il valore dell’auto-affermazione); La strada di San Giovanni e Dall’opaco (concretezza e astrazione: memoria personale e forma della conoscenza). Infine, si proporrà un confronto fra due incipit di Se una notte d’inverno un viaggiatore (varietà di modi e di ambienti, costanza di gusto e di misura).

  • Il valore della consistency. L’equilibrio tra plasticità di forme e coerenza di principî proprio dell’opera di Calvino è a tutt’oggi esemplare. È possibile dialogare con un presente instabile, mutevole, caotico, senza per ciò adattarsi all’esistente.


Calvino, il libro, i libri, di Laura Di Nicola

Partiamo dalla fine. Come è noto, negli ultimi otto mesi di vita Calvino scrive le difficili Norton Lectures: riattraversa, nelle trame della memoria, tutti i libri della sua biblioteca, ripensa alla sua intera opera e ai libri che ha scritto. Lezioni americane sono l’abbozzo di un’opera incompiuta e interrotta che tuttavia rappresenta la più celata e organica autobiografia intellettuale di Calvino e la sua più autentica ricerca dei valori esistenziali e culturali su cui fondare una visione del mondo e, in essa, un’idea della letteratura. Un’idea di Calvino su Calvino da cui è difficile, oggi, sfuggire.

Si parlerà di:

  • Il libro incompiuto. Lezioni americane sono il libro che Calvino, in fondo, non ha mai scritto. Ciò che resta è un’officina preparatoria del lavoro per le conferenze che avrebbe dovuto tenere ad Harvard: un’ampia serie di scritture e letture allo specchio, interrotte.

  • I libri della biblioteca. Nelle Norton Lectures Calvino offre un catalogo ragionato della sua biblioteca ideale in cui la letteratura rifrange la sua immagine nella filosofia, nell’antropologia, nelle scienze e si pone come crocevia fra i saperi. I sei valori, scaffali della mente della sua  biblioteca ideale, sono l’estrema sfida al labirinto della conoscenza e dell’esistenza umane. Un sistema di anomalie e di associazioni che seguono le linee di un pensiero che si nutre dei propri classici e affonda le radici nelle profondità dell’essere.

  • I libri di Calvino. Quando Calvino si interroga sul «Perché leggere i classici», in fondo si chiede «Perché leggere Calvino». Nel tentativo estremo di raccontare la sua visione del mondo e della letteratura, Calvino cerca fondamentalmente se stesso. Cerca non solo il suo posto nella biblioteca del mondo, ma ancora prima il posto della letteratura nelle possibilità di leggere e raccontare il mondo.


Calvino nello specchio delle lettere, di Emilio Russo

Le lettere rappresentano un dossier prezioso per attraversare la biografia e l’opera di Calvino: centinaia di testi distribuiti lungo oltre quaranta anni, a scandire i momenti fondamentali del Calvino scrittore, lettore, dirigente Einaudi, intellettuale. Mentre sono in corso i lavori per un’edizione aggiornata dell’epistolario, l’intervento cercherà di sottolineare la ricchezza di questo dossier, nel dialogo di Calvino con alcuni protagonisti della cultura italiana del secondo Novecento.

Si parlerà di:

  • Il lavoro per i libri degli altri. Riprendendo la famosa indicazione sull’impegno dedicato ai «libri degli altri», verranno riprese alcune lettere importanti, utili per sottolineare apprezzamenti e idiosincrasie, rapidità e lucidità di giudizio del Calvino al lavoro per Einaudi. Ne emergerà una poetica del redattore, da proiettare, seppure in modo oculato, sulla produzione narrativa calviniana. 

  • Il commento ai propri libri. Nelle lettere sono frequenti, e importanti, i commenti riservati da Calvino ai propri libri in lavorazione, ai progetti di romanzo abbandonati, e ancora le riflessioni sui libri già pubblicati, nel dialogo con la relativa ricezione critica, con le prime recensioni, con le reazioni ricevute da amici e sodali. Con alcuni esempi si tenterà di illustrare il giudizio affilato di Calvino sulle proprie opere, recuperando alcuni passaggi relativi soprattutto agli anni Cinquanta e Sessanta.

  • Schegge di autobiografia. Le lettere sono anche un banco di prova per cogliere il tono della voce di Calvino, per ritagliare qualche scorcio di autobiografia in uno scrittore dalla fisionomia sempre assai sfuggente, imprendibile. Alcune lettere, selezionate da diverse stagioni, offriranno esempi di una scrittura giocata su un registro assai privato, seppure mai priva di schermi.


Relatori


Mario Barenghi (Milano, 1956) insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università di Milano Bicocca. Si occupa di teoria letteraria, di memorialistica, di narrativa otto-novecentesca; è stato fra i curatori dell’edizione dell’opera di Calvino nei «Meridiani» Mondadori. Su Calvino ha pubblicato due volumi – Italo Calvino, le linee e i margini (Il Mulino, 2007) e Calvino (Il Mulino, 2009) – oltre a numerosi saggi apparsi in varie sedi. Gli ultimi suoi libri sono Poetici primati. Saggio su letteratura e evoluzione (Quodlibet, 2020) e Il chimico e l’ostrica. Studi su Primo Levi (Quodlibet, 2022).

Laura Di Nicola insegna Letteratura italiana contemporanea alla Sapienza Università di Roma. A Calvino ha dedicato numerosi saggi, è in corso di pubblicazione la sua monografia per Carocci Ordine e caos. La biblioteca di Italo Calvino (prevista nel 2023). Ha partecipato alla curatela del volume «E io non scenderò più!». Il Barone rampante di Italo Calvino, 1767-2017 (2019). È direttrice del Laboratorio Calvino.

Emilio Russo insegna Letteratura italiana alla Sapienza Università di Roma. Tra le sue pubblicazioni: l’edizione commentata dell’Adone di Giovan Battista Marino (BUR, 2013), Guida alla lettura della Gerusalemme liberata di Tasso (Laterza, 2014); la monografia Ridere del mondo. La lezione di Leopardi (Il Mulino, 2017); l’edizione commentata dei Pensieri di Leopardi (Oscar Mondadori, 2022).

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

 

Dal nostro Catalogo

PROFILO DI LETTERATURA ITALIANA

di Giancarlo Alfano, Paola Italia, Emilio Russo, Franco Tomasi


Il manuale offre una sintesi della storia della letteratura italiana, dalle Origini fino alla fine dell'Ottocento, attraverso la selezione di autori e questioni fondamentali. Articolato in dieci epoche, si propone come uno strumento mirato agli studi universitari, in funzione della preparazione di un esame unico di letteratura italiana; presenta pertanto una trattazione essenziale dei momenti principali della tradizione letteraria, intrecciando la raccolta delle informazioni storiche con la proposta di alcuni tra i testi più rappresentativi. Uno spazio significativo è riservato agli autori maggiori, presentati e commentati in capitoli autonomi, e individuati come snodi decisivi per la costruzione di un'identità culturale italiana.
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LETTERATURA ITALIANA

di Giancarlo Alfano, Paola Italia, Emilio Russo, Franco Tomasi


I due volumi propongono un racconto della storia della letteratura italiana, dalle sue Origini fino alla fine dell'Ottocento, attraverso la selezione di autori e questioni fondamentali. Articolato in dieci epoche, il manuale si propone come uno strumento mirato agli studi universitari; offre dunque una trattazione avanzata dei momenti principali della tradizione letteraria, intrecciando in modo equilibrato la discussione storica con una lettura approfondita dei testi più rappresentativi. Uno spazio significativo è infine riservato ai classici maggiori, presentati e commentati in capitoli autonomi (10 nel primo volume, 10 nel secondo), e individuati come testi decisivi per il definirsi di un'identità culturale italiana.
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Per una letteratura democratica. Manzoni e il suo tempo

Gli obiettivi


Il mito romantico per cui i geni sono sempre fraintesi e le grandi opere faticano ad imporsi tra i contemporanei trova una clamorosa smentita nella fortuna dei Promessi sposi, opera che fin da subito si è imposta come modello estetico e morale della nascente borghesia urbana. La lezione si ripropone, dunque, di ricostruire la penetrazione della lezione manzoniana all’interno dell’opinione pubblica italiana, esponendo non solo la fortuna di alcune idee presenti nei Promessi sposi, ma chiarendo anche l’importanza che la riforma linguistica anticlassicista operata da Manzoni ha avuto sia per la letteratura italiana, sia per l’ideologia risorgimentale. Particolare risalto verrà dato al fenomeno della peste, che agisce non solo come tema portante, ma anche come logica compositiva dell’intero libro, ribadendo tra l’altro – considerata la recente pandemia – la straordinaria attualità del più importante romanzo della letteratura italiana.

 

Gli interventi


Manzoni e la costruzione di un pubblico nazionale, di Roberto Balzani

Nei decenni che precedono il 1848 prende corpo in Italia un pubblico, cioè un’opinione relativamente diffusa nei ceti medi e medio-alti urbani, in grado di apprezzare opere letterarie e melodrammi; di discutere di storia e di progresso; di aspirare ad una prospettiva occidentale, senza perciò ipotecare il futuro politico della penisola. Per questo ambiente, Alessandro Manzoni rappresenta un punto di riferimento ineludibile: un autore destinato, già da vivo, a entrare di diritto nel canone nazionale.

Si parlerà di:

  • Come censire l’opinione italiana. I centri di produzione editoriale, le opere circolanti, il successo dei generi sono indicatori di un pubblico nascente; ma anche la proliferazione dei teatri e il diffondersi della passione per il melodramma.

  • L’impatto col passato e col presente. La nazione ha bisogno di un passato nel quale specchiarsi e di un presente nel quale combattere per il comune futuro. Il ponte temporale è un dispositivo ideologico e narrativo decisivo; e Manzoni lo domina da maestro. 

  • La costruzione del ‘canone’ risorgimentale. Durante il Risorgimento si forma un vero e proprio canone, connotato da autori celebrati, letti, frequentati. Manzoni è uno di questi. Il suo successo è testimoniato dalla diffusione virale dei suoi personaggi, ai quali attinge persino la satira politica.


«I promessi sposi» in tempo di peste, di Daniela Brogi

I recenti eventi della pandemia hanno reso l’opera di Manzoni un testo ancora più eloquente e capace di interpellarci. Il tempo della peste, infatti, non è più soltanto quello del Seicento, ma anche quello del presente in cui leggiamo, studiamo, insegniamo I promessi sposi. Alla luce di questa sollecitazione, la peste vale come contenuto storico, come malattia, trauma e, nel medesimo tempo, la peste agisce anche come logica compositiva. È il dispositivo narrativo e visuale attraverso cui costruire il corpo della scrittura e dare sguardo al destino delle moltitudini.

Significato e attualità di Manzoni, di Gino Tellini

L’intervento intende chiarire per quali ragioni Manzoni sia da considerare autore fondamentale della letteratura italiana e per quali ragioni ancora oggi la sua lezione sia da ritenere essenziale per la cultura contemporanea. Dopo una premessa di carattere storico, dedicata alla svolta radicale introdotta da Manzoni nel nostro costume letterario, si considerano in particolare alcuni aspetti dei Promessi sposi.

Si parlerà di:

  • La svolta radicale compiuta da Manzoni. Manzoni segna una svolta decisiva rispetto alla tradizione classicistica (avviata nel secondo Trecento con Petrarca e canonizzata da Bembo nel 1525) basata su questi presupposti: lingua scritta trecentesca e monolinguismo; letteratura elitaria e aristocratica; primato dell’io, della poesia lirica e del tema dell’amore.

  • La battaglia manzoniana. Manzoni si batte per una lingua dell’uso; per una letteratura democratica; contro il primato dell’io e per una prospettiva corale; per il genere anticlassicistico del romanzo, finora considerato inferiore (benché Manzoni proceda su una linea di forte discontinuità rispetto all’Ortis di Foscolo, 1802); contro la mitologia e contro il primato del tema (petrarchesco) dell’amore.

  • Funzionamento dei Promessi sposi. Lo «sliricarsi» e l’uscita dal recinto dell’io, l’angolatura pluriprospettica e la nozione (aperta) di «provvidenza»; il romanzo come multiforme fenomenologia della violenza; il «guazzabuglio del cuore umano» e la denuncia della mistica irrazionale del «cuore»; la responsabilità e la coscienza della parola contro le sue «manomissioni» (la parola della persona onesta, la parola del prepotente, la parola dei medici durante la peste, la parola «patria»).


 

Relatori


Roberto Balzani è Professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Bologna, Dipartimento di Storia Culture Civiltà (DISCI). Fa parte del comitato di direzione della rivista del Risorgimento e di Storia contemporanea “Il Risorgimento” di Milano. Fa parte del comitato editoriale della rivista di storia e storiografia online “Storia e Futuro”. Collabora al supplemento letterario domenicale del “Sole 24 Ore”. Dal 2009 al 2014 è stato Sindaco del Comune di Forlì. Fa parte del Comitato Scientifico della Società “Dante Alighieri”. È presidente dell’Istituto per i Beni Ambientali, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna

Daniela Brogi insegna Letteratura moderna e contemporanea all’Università per Stranieri di Siena. Si occupa di forme narrative nella letteratura e nel cinema, di arti visive e di Visual Studies. Ha scritto con Romano Luperini un commento a I promessi sposi. Collabora con diverse riviste scientifiche e testate culturali. Scrive sulla rivista on line «doppiozero». I suoi lavori più importanti sono: Il genere proscritto. Manzoni e la scelta del romanzo (1998); Giovani. Vita e scrittura tra fascismo e dopoguerra (2012); Altri Orizzonti. Interventi sul cinema contemporaneo (2015); Un romanzo per gli occhi. Manzoni, Caravaggio e la fabbrica del realismo (2018); Lo spazio delle donne (2022).

Gino Tellini, professore emerito di Letteratura italiana dell’Università di Firenze, ha fondato il Dottorato internazionale di ricerca in Italianistica e il Centro di Studi «Aldo Palazzeschi» dell’Università di Firenze. Insegna dal 1994 alla Italian School del Middlebury College (Usa, Vermont e California). Ha tenuto corsi per vari anni all’Università di Bonn. Si è dedicato a ricerche sulla civiltà letteraria dal Trecento al Novecento. Per Le Monnier Università/Mondadori Education ha pubblicato: Metodi e protagonisti della critica letteraria (2010, 2019); Letteratura italiana. Un metodo di studio (2011, 2014); Natura e arte nella letteratura italiana. Tra giardini, orti e frutteti (2015); Storia del romanzo italiano (2017); con Gino Ruozzi, ha curato il volume Didattica della letteratura italiana (2020).

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

 

Dal nostro Catalogo

LETTERATURA ITALIANA

di Gino Tellini


Esistono molti manuali d'avviamento allo studio letterario, non di rado oscuri e prolissi. Qui invece importano, con rigore, la chiarezza e l'essenzialità, in controtendenza rispetto all'attuale e invadente primato dei gerghi tecnicistici. Non è vero che le cose complesse esigono un linguaggio indecifrabile: "parlare al prossimo - dice Primo Levi - in una lingua che egli non può capire è un antico artificio repressivo". Il libro è soprattutto destinato agli studenti della laurea triennale nelle Facoltà umanistiche, e oggi una sintesi, che voglia essere in accordo con le esigenze dell'offerta formativa, deve presentare dati concreti e chiari, su aspetti istituzionali estesi all'intero arco della nostra letteratura. Più in generale, il libro si raccomanda a quanti hanno desiderio d'una guida aggiornata, ispirata a criteri di limpidezza e solidità informativa. L'opera propone un canone molto selettivo, da san Francesco a Italo Calvino: una galleria di scrittori altamente significativi non solo per la realtà storica della nostra identità nazionale, ma per il loro ruolo di autentici maestri nel panorama internazionale. Determinante è il fatto che il lettore deve ripensare l'intero disegno della civiltà letteraria italiana, dalle origini al Novecento. Ripensarlo di secolo in secolo, nella sua linearità e nelle sue svolte, nelle sue connessioni interne e nella sua polimorfa mutevolezza, sempre in dinamica attinenza con la situazione politica. "Ci sono cose - sostiene Calvino - che solo la letteratura può dare coi suoi mezzi specifici".Il libro a stampa si integra, attraverso uno stretto rapporto funzionale, con quattro parti in edizione digitale, consultabili on line e scaricabili dal sito dell'Editore (La fabbrica del testo; Strumenti; Due itinerari di lettura; Questioni).
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DIDATTICA DELLA LETTERATURA ITALIANA

di Gino Ruozzi, Gino Tellini


Argomento del libro è l'insegnamento della letteratura italiana nelle scuole superiori. Si rivolge a chi esercita quotidianamente questa professione e a chi desidera esercitarla, cioè agli studenti di Didattica della letteratura italiana nei corsi di Laurea Magistrale e, di riflesso, anche ai professori incaricati di questa disciplina. Per quanto il tema trattato implichi riflessioni e approfondimenti teorici, qui importa anzitutto offrire uno strumento utile, pratico e funzionale, che venga incontro alle esigenze di docenti impegnati nell'appassionante e difficile compito di trasmettere gli insostituibili valori della poesia a giovani distratti da mille curiosità, in una società che si è radicalmente trasformata nel corso degli ultimi anni. Le esigenze degli insegnanti sono tante e varie, perciò il volume raccoglie proposte e competenze di più autori. Nato all'interno dell'Adi (Associazione degli Italianisti) e dell'Adi-Sd (Adi-Sezione didattica), è frutto della collaborazione di un gruppo di colleghi uniti dal comune interesse per la didattica della propria disciplina. I diciotto capitoli affrontano questioni istituzionali (la periodizzazione, i generi, il canone, la lingua e la retorica, le biografie degli autori) e insieme considerano un'ampia gamma di convergenze (con le letterature straniere, la scienza, il diritto, le arti figurative, il cinema). Il lettore trova inoltre opportune indicazioni sui percorsi tematici e sulle tecnologie didattiche, sull'inclusione e sull'intercultura, sulla normativa scolastica e sul nuovo esame di Stato.
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METODI E PROTAGONISTI DELLA CRITICA LETTERARIA

di Gino Tellini


Il volume presenta un quadro articolato delle metodologie critiche più significative e più accreditate che hanno movimentato il dibattito sull'interpretazione dei testi letterari dal secondo Ottocento fino a oggi, con riferimento particolare, ma non esclusivo, alla situazione e alla letteratura italiana. Il che non significa che il riferimento sia ristretto ai confini nazionali, perché è fiorente un'italianistica anche oltralpe e oltreoceano, dall'Europa al Nordamerica. Il quadro è aggiornato, ma non schiacciato sul presente. Costante è stato il proposito di non restare prigionieri delle mode, con i loro relativi gerghi, che anche in questo campo s'inseguono con frenetico ritmo stagionale. Non per nulla la scelta è ampiamente retrospettiva e muove da De Sanctis, per giungere alle tendenze postfemministe e postcoloniali. Il passo della critica letteraria, per quanto in perenne rinnovamento, non va di corsa, anche se si vive in un'epoca ossessionata dal nuovo che incalza. Questa seconda edizione, oltre a offrire un sistematico aggiornamento bibliografico, con l'aggiunta di tre brani, brevi e magistrali (di Italo Calvino, Carlo Dionisotti, Natalia Ginzburg), si arricchisce di due nuovi capitoli: Biografia e poesia e Scrittori allo specchio. Autopresentazioni e interviste.
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STORIA DEL ROMANZO ITALIANO

di Gino Tellini


Questa Storia del romanzo italiano non offre soltanto un affollatissimo campionario di opere e di autori, bensì intende tracciare la carta d'identità e il diagramma (anche biografico) d'un genere umiliato e offeso, che è giunto a imporsi oggi come il prodotto più appetibile e seducente nel paesaggio letterario contemporaneo. Ma è stato un percorso accidentato: la storia della lenta e faticosa conquista d'un primato. Importa nondimeno avvertire che questo non è un repertorio da consultare, per misurare il valore delle presenze, né per lamentare il numero delle assenze. E neanche è un'enciclopedia, dove cercare ragguagli, notizie, informazioni su determinati autori. E neanche è una galleria di profili preconfezionati, come tante ce ne sono in giro. È bensì (lo dice il titolo) una storia che intende ricomporre linee, ragioni, connessioni, intrecci: propriamente un reticolato di rapporti e intersezioni. L'ideale destinatario del libro è un lettore desideroso di essere informato su come le cose si sono svolte, ma anche curioso di interrogarsi sul perché si sono svolte in quel modo, e non altrimenti.
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NATURA E ARTE NELLA LETTERATURA ITALIANA

di Gino Tellini


Ripercorrere le alterne vicende del giardino letterario in Italia significa tracciare il diagramma d'un mito che ha affascinato artisti e scrittori nel volgere dei secoli, ma al tempo stesso vuol dire riflettere sulla storia civile e culturale dei luoghi dove ha trovato attuazione quell'originale connubio di natura e arte che distingue lo speciale spazio del giardino. Il rapporto stretto tra la poesia e la natura che coinvolge l'interesse e le emozioni di tanti autori invita a riflettere sulla possibilità di leggere il paesaggio naturale al pari d'un componimento poetico. Il viaggio proposto in questo libro muove dal Trecento e giunge al Novecento, attraverso la lettura di brani classici, da Petrarca a Montale, attraverso l'Umanesimo fiorentino e il Rinascimento ferrarese, fino alla poesia contemporanea. Per ogni protagonista è dato risalto ai testi antologizzati, in modo da non perdere di vista la dinamica legata al tema del giardino, che come un filo rosso si dipana nel correre del tempo. I testi sono annotati e commentati, con selezionata proposta di pagine critiche, da sole sufficienti a suggerire un fondamentale catalogo bibliografico.
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NATURA E ARTE NELLA LETTERATURA ITALIANA

a cura di Romano Luperini e Daniela Brogi

di Alessandro Manzoni


L'edizione aggiornata di un commento autorevole, solido e sempre attuale.
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La Storia di Elsa Morante e la sua attualità

Gli obiettivi


La Storia (1974) è il terzo e penultimo romanzo di Elsa Morante (1912-1985) ed è uno dei maggiori del Novecento italiano. Scrittrice finora mai associata agli universi narrativi migratori postcoloniali, globalizzati e translingue, Morante ne è in realtà una precursora. La sua intera scrittura romanzesca trae infatti ispirazione dalle migrazioni interne all’Italia e dalle loro storie di sradicamento e di nuova appartenenza. In particolare nella Storia, esse sono raccontate come un nucleo decisivo dell’epos nazionale e come dimensione del trauma e dell’immaginario translingue italiano. Come già aveva fatto Manzoni con i Promessi sposi, più di un secolo prima, Morante mette al centro di questo epos due subalterni: Ida e Useppe, una madre e il suo bambino. Le «tracce» (Manzoni) lasciate sulla Terra da questi due umili sono però recuperate da una filosofia traumatica della Storia dai tratti molto estremi, aperti e problematici. Lo scopo di Morante è quello di fondare la verità storica della seconda guerra mondiale sul pathos di una intensa narrazione emotiva e sulla sua potente energia antiretorica. Un progetto che, come sappiamo, ha dato «scandalo» (parola-chiave del romanzo), suscitando resistenze e reazioni estreme nel dibattito letterario italiano.

Si parlerà di:

  • Migrazione. Al centro del plot spicca la vicenda della maestra elementare Ida Ramundo, trasferita da Cosenza a Roma, e di Useppe, il suo secondo figlio. La loro storia si allaccia nella trama ad alcuni grandi «ethnoscapes» (Appadurai) o scenari di esseri umani sradicati dalla seconda guerra mondiale. Questo epos di una moltitudine umana brulicante è incorniciato da due storie di migrazione e di marginalità. Nel primo capitolo, si dipana la storia genealogica dei genitori di Ida, il calabrese Giuseppe Mancuso e l’ebrea padovana Nora Almagià, con un intreccio tra lo sradicamento migratorio di entrambi e il terrore razziale di lei. Nell’ultimo capitolo, acquista un significato particolare la storia di Pietro Scimò, un bambino scappato dal riformatorio, anche lui di origini calabresi. Avviando il plot con la saga dei genitori di Ida e portandolo verso la conclusione con la figura solo apparentemente secondaria di Scimò, Morante ha creato un processo circolare di apertura e chiusura della narrazione e del suo pathos antitotalitario. Un pathos dei margini sradicati, meridionali e razzializzati d’Italia, della sua fondazione moderna, e della propria stessa genealogia matrilineare ebraica perseguitata.

  • Microstoria. Sin dalla forma integrale del titolo (La Storia. Romanzo), il romanzo valorizza il contrappunto tra la Grande Storia e la microstoria narrativa, tra il documento e l’invenzione,  esponendo i due poli ad una pressante e creativa tensione. Questo campo di tensione è estraneo sia al recupero delle gnoseologie ottocentesche sia all’aggancio delle nuove tendenze postmoderne. Per un verso, infatti, la struttura del romanzo decostruisce in modo radicale le forme verticali, razionalizzanti e difensive delle teleologie storiche tradizionali. Il romanzo non può quindi essere letto come una restaurazione del sentimento del tempo ottocentesco. Per l’altro, questi apparati storici verticali sono destrutturati da una micronarrazione trasversale e storico-emozionale del trauma, che non concede nulla al relativismo e all’ironia delle scritture postmoderne coeve al romanzo.

  • Realismo traumatico. Lo scenario di realtà costruito da Morante in questo romanzo è anche uno spazio archetipico del trauma, che collega tra loro epoche diverse. È stato giustamente sottolineato (Garboli) che La Storia è paradossalmente carica di ilarità, e introduce un registro comico anche in quelle porzioni del testo declinanti verso il tragico. Questa apertura al multiforme della vita è il realismo, che ha però nella Storia – e poi a seguire anche in Aracoeli – una sua qualificazione e un suo rilancio specificamente moderni e novecenteschi: è un «realismo traumatico», «un nuovo modo di vedere e ascoltare dal punto di vista del trauma» (Caruth), una capacità di rappresentare uno spazio di violenza come «zona di confine tra l’estremo e il quotidiano» (Rothberg).



Relatrice


Tiziana de Rogatis (Napoli) insegna Letterature comparate all’Università per Stranieri di Siena. Ha scritto su Montale, la poesia europea e il modernismo. È l’autrice di Elena Ferrante. Parole chiave (e/o, Roma, 2018). Attualmente si occupa del rapporto tra trauma, migrazione e translinguismo in scrittrici italiane, francofone e anglofone.

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

 

Italiano e dialetti in TV

Gli obiettivi


La lezione fornisce un quadro dei diversi impieghi dell’italiano e dei dialetti nei programmi televisivi contemporanei e mette a fuoco caratteristiche e funzioni dei differenti stili dell’italiano parlato in TV. Sono perciò analizzati i tre principali ambiti e contenitori degli usi linguistici in televisione: la comunicazione giornalistica e l’informazione; l’italiano delle serie e della fiction televisiva; l’italiano dell’intrattenimento e dei reality show. Preliminare alla descrizione degli stili della televisione contemporanea è la messa a fuoco del cosiddetto italiano trasmesso, ovvero della varietà di lingua impiegata nelle interazioni comunicative che prevedono l’uso di mezzi di comunicazione di massa. Inoltre, la lezione dà conto dei cambiamenti che hanno coinvolto il medium televisivo a partire dagli anni Ottanta: cambiamenti sintetizzabili attraverso le due immagini della televisione «maestra d’italiano» e della televisione «specchio delle varietà parlate» (anche basse e trascurate).

Si parlerà di:

  • L’italiano e i dialetti in TV: quante varietà, quali funzioni. L’impiego della lingua italiana e dei dialetti in TV non restituisce un quadro omogeneo e uniforme. In uno scenario caratterizzato dal trionfo dell’italiano dell’uso medio, si alternano e succedono diverse varietà d’italiano televisivo, più o meno marcate verso l’alto o il basso, e variamente distribuite in differenti generi televisivi: dal parlato serio semplice dell’informazione e della divulgazione (scientifica, culturale, politica, ecc.) a quello stilizzato e simulato della fiction, dall’italiano sciolto colloquiale dei talk show e dei quiz a quello trascurato dei reality show. L’italiano teletrasmesso assolve dunque più funzioni e i diversi stili riconducibili alla categoria di italiano televisivo meritano di essere osservati e descritti come elementi di una realtà linguistica complessa e sfaccettata.

  • L’italiano trasmesso. Si mette a fuoco il significato della nozione di italiano trasmesso, ovvero di un parlato veicolato tramite un sistema tecnico di riproduzione e trasmissione sonora e visiva.

  • L’italiano della paleo-televisione: la televisione come maestra d’italiano. Nei primi vent’anni circa di trasmissioni (dal 1954 al 1976), l’italiano televisivo ha esercitato un’indubbia funzione di modello di riferimento: il mezzo televisivo è stato una scuola di lingua indiretta e diffusa sul territorio. Coerenti con queste finalità erano le scelte linguistiche orientate sul modello dell’uso cólto fiorentino: cioè, su quel «fiorentino emendato» con cui il nostro standard ha puntato a coincidere.

  • L’italiano in TV dopo gli anni Ottanta: la televisione specchio delle varietà parlate? Le principali trasformazioni nell’uso dell’italiano in TV sono connesse al fatto che, a partire dagli anni Ottanta, il pubblico passa definitivamente dall’altra parte dello schermo, diventando il vero protagonista sia delle trasmissioni di informazione sia di quelle di intrattenimento. Questo cambiamento è stato accompagnato da una complessa ristrutturazione dei programmi, degli stili e delle caratteristiche dell’italiano della televisione.

  • L’italiano della comunicazione giornalistica e delle serie TV. In questa sezione è offerto un rapido quadro del parlato serio semplice dell’informazione e della divulgazione e sono mostrate le principali caratteristiche dell’italiano delle serie e delle fiction. Nella fiction gli italiani locali e i dialetti hanno trovato nuovi spazi per la loro circolazione e sono talora stati un serbatoio di forme con le quali conferire sia verosimiglianza sia espressività agli usi linguistici di ambientazioni e personaggi che puntano a essere ben riconoscibili per gli spettatori.

  • L’italiano dell’intrattenimento e dei reality-show: ibridazione e contaminazione. Sono proposti alcuni esempi di generi ibridi tipici dell’infotainment e dello sportainment, caratterizzati dalla necessità di intrattenere il pubblico con stili brillanti ed effetti che puntano alla spettacolarizzazione dei contenuti, anche di quelli propri dei settori informativi e culturali.



Relatrice


Chiara De Caprio è professoressa associata di Storia della Lingua italiana e Linguistica italiana presso l’Università di Napoli Federico II. È senior member del progetto ERC DisComPoSE – Disasters, communication and politics in Southern Western Europe. È nel comitato direttivo di «Filologia e Critica» e del neofondato «Giornale di Storia della Lingua Italiana». Si occupa di prosa di età medievale, moderna e contemporanea, romanzo e poesia contemporanea, linguaggi politici e amministrativi di età moderna, prosa saggistica e storiografica. Con Sergio Bozzola ha pubblicato una monografia dedicata alla prosa saggistica di Calvino dal titolo Forme e figure della saggistica di Calvino. Da Una pietra sopra alle Lezioni americane (Salerno Editrice, 2021).

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

 

Dal nostro Catalogo

LA CURA DELLE PAROLE

di Giuseppe Antonelli, Emiliano Picchiorri, Leonardo Rossi


Dalla norma all'uso, dalla parola al testo: una grammatica coinvolgente e innovativa che apre le porte all'attualità del linguaggio per trasmettere ai ragazzi il vero potere delle parole
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L'ITALIANO

di Patricia Bianchi, Nicola De Blasi, Chiara De Caprio, Francesco Montuori


L'italiano si articola in un insieme molto complesso di usi e in strutture grammaticali consolidate e variabili e si realizza concretamente attraverso l'elaborazione di testi. In questo manuale la descrizione di tali caratteristiche non si limita a una mera tassonomia di regole né a un prontuario di soluzioni di dubbi linguistici. È invece restituita, con rigore metodologico e in una forma facilmente comprensibile, la grande dinamicità della lingua italiana contemporanea, come strumento di comunicazione e di espressione di una grande comunità di parlanti e come lingua delle istituzioni, della prima alfabetizzazione, di molti mestieri, discipline e scienze, della musica e delle arti, della letteratura e dei mezzi di comunicazione di massa. Nell'uso quotidiano e in quello professionale l'italiano convive con molte altre lingue locali, i dialetti, e con lingue internazionali come l'inglese: perciò in questo manuale il lettore è invitato a riflettere anche sulle dinamiche e gli effetti di tale convivenza. Particolare attenzione ha richiesto anche la nozione di testo e l'analisi delle sue componenti, con l'esposizione dei requisiti necessari per comprendere e manipolare i testi e per descriverne le diverse tipologie. Per agevolare lo studio, si offre anche una descrizione sintetica delle strutture della lingua italiana e si fornisce un quadro aggiornato degli strumenti fondamentali per la ricerca. Completa il volume una ricca antologia di testi con commento linguistico, dalle poesie di Cavalcanti ai documenti istituzionali relativi all'emergenza sanitaria da Covid-19.
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L’Italia plurilingue oggi e l’italiano nel mondo

Gli obiettivi


Nel corso della lezione verrà illustrato lo stato del plurilinguismo dell’Italia contemporanea, sia in relazione alle lingue autoctone di immigrazione storica sia per quanto riguarda l’immigrazione recente. Nel far ciò vengono forniti, oltre a spunti di riflessione sociolinguistica, anche suggerimenti su come tale complessità possa e debba entrare nella classe di italiano, sia come L2 sia come lingua materna. Un cenno verrà infine fatto anche all’italiano nel mondo, alla sua diffusione e alle politiche linguistiche da adottare per promuoverlo.

Si parlerà di:

  • L’Italia plurilingue. Una storia millenaria: viene delineata la storia del plurilinguismo nella penisola italica.

  • Il plurilinguismo oggi. Viene tracciato un quadro della complessità sociolinguistica dell’Italia contemporanea, sia in merito al plurilinguismo storico (dialetti e lingue minoritarie) sia delle lingue immigrate.

  • L’italiano nel mondo. Si illustra brevemente lo status e la diffusione della lingua italiana nel mondo, anche con riferimenti alle ragioni storiche dello stato attuale.

  • Biografia sociolinguistica. Viene illustrato uno strumento utile per la conoscenza della storia linguistica degli alunni sia italiani sia di origine alloglotta.

  • Teoria dell’interdipendenza linguistica e BICS e CALP. Vengono presentate le teorie di Jim Cummins e le loro ricadute sul piano operativo.

  • Tre «C» come obiettivo dell’approccio socioglottodidattico. Si presenta un approccio che pone il focus sulla dimensione sociolinguistica e ne vengono illustrate le applicazioni anche in relazione alla «didattica sartoriale» (Bespoke Language Teaching Approach) e alla cosiddetta Classe a modelli variabili.

  • Uso materiali autentici e sviluppo competenza sociolinguistica. Si propongono esempi di materiali autentici da utilizzare per una riflessione sulla complessità del repertorio sociolinguistico italiano.



Relatore


Matteo Santipolo è professore ordinario di Didattica delle lingue moderne presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova, dove insegna anche Sociolinguistica. Dal 2022 è presidente della DILLE (Società Italiana di Didattica delle Lingue e Linguistica Educativa). Autore di circa 150 pubblicazioni scientifiche, è direttore scientifico di «RILA – Rassegna italiana di linguistica applicata» (una delle più prestigiose e antiche riviste del settore a livello internazionale) e co-editor di «ISSA – Italian Studies in Southern Africa». È inoltre fondatore e direttore della collana di volumi «La fiera della lingue» di Mondadori Education. È socio dell’Accademia dei Concordi di Rovigo e membro del suo consiglio direttivo. Nel biennio 2019-2021 è stato segretario generale della FIPLV (Fédération Internationale des Professeurs de Langues Vivantes). Ha tenuto corsi, seminari e conferenze in una cinquantina di Paesi in tutti e 5 i continenti. I suoi ambiti di ricerca riguardano la didattica a stranieri e la sociolinguistica di inglese, italiano e spagnolo; la politica linguistica, la linguistica educativa, il bilinguismo precoce, temi sui quali ha attualmente in lavorazione diversi volumi. Nel 2021 è stato rinominato da Andrea Riccardi membro del nuovo comitato scientifico del PLIDA presso la sede centrale della Dante Alighieri di Roma. Il suo più recente volume si intitola Educazione e politica linguistica. Teoria e pratica (Bulzoni, 2022).

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

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LA CURA DELLE PAROLE

di Giuseppe Antonelli, Emiliano Picchiorri, Leonardo Rossi


Dalla norma all'uso, dalla parola al testo: una grammatica coinvolgente e innovativa che apre le porte all'attualità del linguaggio per trasmettere ai ragazzi il vero potere delle parole
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L’italiano tra scritto e digitato

Gli obiettivi


È ormai evidente che scrivere e digitare non sono la stessa cosa: che la testualità frammentaria tipica della comunicazione telematica è qualcosa di diverso – e richiede abilità e competenze diverse (minori?) – rispetto a quella di un testo tradizionale. Da una parte l’italiano scritto, dall’altra l’italiano digitato: l’e-taliano dei messaggini, delle chat, dei social network. Il che, scrive Massimo Palermo nel suo Italiano scritto 2.0 (Carocci, 2017), porta a «fare della scuola il santuario del testo lineare»: il luogo di conservazione e tutela di «un’eredità culturale minacciata». I tre interventi di questa tavola rotonda sono pensati proprio come momenti di riflessione su alcuni aspetti della cura del testo che meritano particolare attenzione. Il primo, affrontato da Giuseppe Antonelli, è la punteggiatura: forse quello messo più a rischio nella comunicazione telematica odierna. Il secondo, illustrato da Emiliano Picchiorri, è quello dei connettivi: elemento decisivo per un’adeguata gestione della testualità. Il terzo, trattato da Leonardo Rossi, riguarda specificamente le produzioni scritte di studenti e studentesse della scuola superiore.

 

Gli interventi


La punteggiatura, di Giuseppe Antonelli

La percezione della punteggiatura non necessariamente coincide con i dati obiettivi ricavabili dalla prassi. Dipende più che altro da un discorso sociale ripreso, amplificato, a volte anche indirizzato dai media. Negli ultimi decenni, si è diffusa una nuova concezione della punteggiatura legata a una nuova concezione della scrittura. La ragione è fin troppo evidente: ed è la nuova centralità che la lingua scritta ha nella vita quotidiana di ciascuno di noi, grazie soprattutto alle nuove forme di interazione telematica che via via si sono diffuse: e-mail, sms, chat, social network.

Si parlerà di:

  • Punteggiatura soggettiva. Si ricostruiranno le ragioni di una percezione che considera sempre di più la punteggiatura come un uso libero, legato non solo ai gusti personali ma quasi alle emozioni del momento.

  • Punto per punto. Si passerà in rassegna l’evoluzione che i principali segni d’interpunzione hanno avuto ultimamente nell’uso e nella percezione.

  • Cinque punti critici. Ci si soffermerà su cinque errori tutt’altro che rari anche in scriventi piuttosto esperti.


I connettivi, di Emiliano Picchiorri

I social network espongono le nuove generazioni alla lettura e alla scrittura di testi sempre più frammentari e meno coesi: questo non aiuta gli studenti a sviluppare ed esercitare le competenze necessarie per produrre testi complessi come quelli argomentativi; è necessaria, quindi, una didattica che presti una specifica attenzione al ruolo dei connettivi.

Si parlerà di:

  • I connettivi frasali. A un primo livello è importante che gli studenti si impadroniscano dei connettivi frasali, fondamentali per gestire la costruzione di un ragionamento, come quelli che permettono di esprimere una conclusione (quindi, dunque, perciò), una concessione (anche se, sebbene, nonostante) o un’opposizione (ma, però, tuttavia).

  • I connettivi testuali. A un livello successivo, gli studenti potranno impadronirsi di connettivi che mettono in relazione parti più ampie di un testo, come quelli che consentono di riepilogare un ragionamento (insomma, in ultima analisi), di bilanciare un’affermazione (peraltro, ad ogni modo, semmai), di confermare un’affermazione precedente (appunto, in effetti) o di precisarne un aspetto (in particolare, soprattutto). Si tratta di capacità fondamentali per gestire testi ampi e strutturati come l’editoriale di un quotidiano o un saggio scientifico.


La cura delle parole a scuola, di Leonardo Rossi

Le produzioni scolastiche ci offrono un quadro di criticità che le tradizionali categorie di errore non sempre riescono a comprendere. Si tratta soprattutto dell’efficacia della comunicazione, della testualità, del lessico astratto. La cura delle parole si propone allora come un approccio globale più adatto alle sfide dei nostri tempi. Un approccio che guarda all’adeguatezza della comunicazione, alla sobrietà, all’inclusività.

Si parlerà di:

  • Il tradizionalismo linguistico nella scuola. La scuola propone spesso modelli linguistici antiquati. Di qui la resilienza di pronomi come egli e ella e di regole che non hanno fondamento (non si conclude la riga con l’apostrofo, accentare sé stesso è sbagliato…); la tendenza all’uso ipercorretto del congiuntivo; l’indicazione acritica a evitare sempre e comunque la ripetizione lessicale. 

  • La testualità: una dimensione trascurata. Alla constatazione della scarsa dimestichezza delle nuove generazioni con la scrittura di tipo argomentativo non si accompagna, nella scuola, un’attenzione alla testualità paragonabile a quella riservata ai tradizionali livelli di analisi (grammaticale, logica, del periodo). Uno strumento per conoscere e mettere a fuoco i meccanismi della testualità può essere allora quello di proporre esercizi di riassunto e sintesi, o esercizi di produzione testuale con il vincolo di un numero massimo di parole. 

  • Il lessico: la gestione del lessico astratto. Le difficoltà nella gestione del lessico sono più evidenti in alcuni settori: il lessico astratto, la coerenza semantica, le operazioni di riformulazione e sostituzione.

  • Il lessico: modelli di antilingua. I modelli che spesso vengono arieggiati nelle produzioni scolastiche sono quelli delle moderne antilingue: il lessico della burocrazia (entro e non oltre, ubicare, posizionare, effettuare ‘fare’, ecc.), ma soprattutto le parole di plastica, di fatto vuoti stereotipi linguistici (e quant’altro, senza se e senza ma, allucinante, a trecentosessanta gradi, vero e proprio, ecc.). La riflessione metalinguistica e appositi esercizi di riformulazione potranno fornire gli strumenti per contrastare questi comportamenti linguistici inerziali.


Relatori


Giuseppe Antonelli è professore ordinario di Storia della lingua italiana all'Università di Pavia, dove presiede il Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei. Scrive su «7» e «la Lettura» del «Corriere della Sera»; per molti anni ha raccontato storie di parole su Rai3 e Rai Radio3. Con Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin ha curato la Storia dell'italiano scritto in sei volumi (2014-2021; premio Cesare Pavese per la saggistica); con la collaborazione di Giovanni Battista Boccardo e di Federico Milone, è stato curatore scientifico della mostra Dante. Un’epopea pop (Museo d’Arte della città di Ravenna). Tra i suoi ultimi libri: Volgare eloquenza (Laterza, 2017), Il museo della lingua italiana (Mondadori, 2018), Il mondo visto dalle parole (Solferino, 2020) e Il piacere del significante (Cesati, 2022). Per Einaudi ha pubblicato da poco Il Dante di tutti. Un'icona pop (2022).

Emiliano Picchiorri è professore ordinario di Storia della lingua italiana all’Università «G. d’Annunzio» di Chieti-Pescara. Si è occupato di vari aspetti dell’italiano letterario, della lessicografia italiana e della storia della grammatica. È condirettore della rivista «Carte di viaggio. Studi di lingua e letteratura italiana». Con Giuseppe Antonelli è autore della grammatica per la scuola secondaria di secondo grado L’italiano, gli italiani. Norma, usi, strategie testuali (Einaudi scuola, 2016). Il suo ultimo libro è Giuseppe Rigutini lessicografo e grammatico (Serra, 2021).

Leonardo Rossi insegna lettere italiane e latine nei licei statali. Allievo di Luca Serianni, all’attività d’insegnamento ha costantemente affiancato quella di autore e consulente editoriale e di studioso della lingua e letteratura italiana. Ha al suo attivo collaborazioni e pubblicazioni con Salerno editrice, Libri Scheiwiller, Società Dante Alighieri, Bruno Mondadori, Le Monnier, Utet, Einaudi scuola, la rivista «Limes. Rivista italiana di geopolitica», l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani. L’ultimo lavoro uscito è Dalla parte di Aue. Una lettura delle Benevole di Jonathan Littell (Il Convivio, 2021).

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

 

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LA CURA DELLE PAROLE

di Giuseppe Antonelli, Emiliano Picchiorri, Leonardo Rossi


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L'ITALIANO SIAMO NOI

di Giuseppe Antonelli, Emiliano Picchiorri


Un'edizione compatta che riunisce in un solo testo grammatica e comunicazione, per imparare a scrivere e a comunicare nel modo giusto
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L'ITALIANO, GLI ITALIANI

di Giuseppe Antonelli, Emiliano Picchiorri


Una grammatica completa dell'italiano reale con le regole e gli esercizi per imparare a parlare e a scrivere correttamente in tutti i contesti comunicativi
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Le radici storiche e le conseguenze geopolitiche della guerra in Ucraina

Gli obiettivi


La guerra in Ucraina è spesso trattata dai media e nelle comunicazioni pubbliche come un evento singolo e singolare, quasi una follia. Una analisi meno superficiale indaga le origini più che secolari questo scontro fra un impero in decomposizione, quello russo, e una nazione in formazione, quella ucraina. Di qui emerge la continuità fra la formazione delle prime entità geopolitiche ucraine, durante la prima guerra mondiale, e la fase della rivoluzione e della guerra civile russa (1917-1922), di cui le vicende attuali sono filiazioni dirette. Con uno sguardo alle prospettive.

Si parlerà di:

  • Nascita e cause della questione ucraina. Ovvero le faglie interne all’impero zarista e le diverse interpretazioni dell’idea di Ucraina.

  • La fase 1917-1922. Ovvero il crollo dell’impero zarista, la vittoria tedesca sul fronte orientale, la vittoria dei rossi nella guerra civile e la nascita dell’Ucraina sovietica.

  • La questione ucraina durante e subito dopo la seconda guerra mondiale. Perché molti ucraini puntano inizialmente su Hitler, perché alcuni poi cambiano idea, e come questo incida sul periodo postbellico.

  • Dal 2014 a oggi. Dal rovesciamento di Janukovich all’invasione russa. Obiettivi russi e reazioni occidentali.

  • Prospettive. Perché questa guerra non finirà anche quando sarà ‘finita’.



Relatore


Lucio Caracciolo dirige la rivista italiana di geopolitica Limes. Giornalista, ha lavorato al settimanale Nuova Generazione dal 1973 al 1975, al quotidiano la Repubblica dal 1976 al 1983. Ed è stato caporedattore di MicroMega dal 1986 al 1995. Scrive per la Repubblica, La Stampa e per il settimanale l’Espresso. Ha tenuto corsi e seminari di geopolitica in alcune università. Dal 2009 al 2020 ha insegnato Studi strategici all’Università Luiss di Roma e dal 2017 al 2020 Geopolitica all’Università San Raffaele di Milano.  Per Le Monnier Università è autore, con Adriano Roccucci di Storia contemporanea e per A. Mondadori Scuola, sempre con Adriano Roccucci, del manuale di storia per la scuola secondaria di II grado Le carte della storia.

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

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STORIA CONTEMPORANEA

Lucio Caracciolo, Adriano Roccucci


Il mondo, divenuto negli ultimi due secoli sempre più interconnesso e interdipendente, è al centro di una ricostruzione originale dell'età contemporanea. Le trasformazioni della società, le evoluzioni dei sistemi politici, le elaborazioni culturali, i processi di modernizzazione sono esaminati nel rapporto ineludibile e costitutivo con le dinamiche geopolitiche e i fenomeni di interazione su scala globale. Dalla considerazione della pluralità di aree geopolitiche, di universi culturali e di itinerari storici che forma la trama del mondo contemporaneo deriva il superamento di una narrazione eurocentrica. Ne risulta arricchita l'intelligenza delle stesse vicende europee, come pure di quelle italiane, collocate nell'opportuna prospettiva mondiale. Questo volume offre un quadro ampio e chiaro di conoscenze e interpretazioni della storia contemporanea, utili a comprendere le vicende del mondo dalla metà dell'Ottocento, segnata dal protagonismo dell'«Europa mondiale», fino ai nostri giorni, caratterizzati da un «mondo senza centro». Un ricco apparato cartografico arricchisce il volume.
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LE CARTE DELLA STORIA

Lucio Caracciolo, Adriano Roccucci


Una ricchissima cartografia, una vasta selezione di fonti e costanti riferimenti interdisciplinari diventano i pilastri di quest'opera e dello studio stesso della Storia
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LIMES

Lucio Caracciolo, Adriano Roccucci


Lucio Caracciolo e Adriano Roccucci danno vita ad un corso di storia interdisciplinare ed inclusivo, pensato appositamente per gli Istituti Tecnici
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Storia dell’arte al femminile: un percorso nei secoli alla scoperta di grandi artiste

Obiettivi


Nei secoli passati si riteneva che lavorare nel campo dell’arte fosse un “lavoro da uomo”, sconveniente per una donna. Nonostante le difficoltà che si sono trovate ad affrontare, alcune donne sono riuscite ad affermarsi come artiste. Spesso questo è stato possibile grazie a padri, mariti o amicizie maschili che hanno loro “permesso” di cimentarsi nella pittura. Attraverso alcune figure emblematiche si rifletterà sul tema della parità di genere, promosso dall’obiettivo 5 dell’Agenda 2030. A partire dalle proposte del corso Sfidando le stelle si percorrerà la storia dell’arte al femminile parlando di Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Fede Galizia, Properzia de’ Rossi, Meret Oppenheim, Charlotte Salomon, Georgia O’Keeffe.

 

Relatore


William Dello Russo è laureato in Conservazione dei Beni Culturali e specializzato in Storia dell’Arte medievale. Collabora, in qualità di autore, editor e ricercatore iconografico, con diverse case editrici, tra cui Mondadori Education, Rizzoli Education, Electa, Touring Club Editore, a opere collettive e periodici. Tra i principali titoli d’arte pubblicati: Italia. Arte dal 1000 al 2000 (Rizzoli 2019); Sicilia antica (Sime Books, 2016), Il Nudo (Electa 2010), Bosch (Mondadori 2007), Bruegel (Mondadori 2007), Gemäldegalerie Berlino (Electa-Il Sole24Ore, 2005).


Moderatrice


Francesca Cologni, Redattrice Scuola Secondaria di Primo Grado Mondadori Education

 

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SFIDANDO LE STELLE

di Daniele Castello, Dionisio Castello


Un manuale per studiare con piacere la Storia dell'arte e per valorizzare la creatività di tutta la classe
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In dialogo con l’arte

Obiettivi


Il tempo in cui viviamo, dove per comunicare basta un’immagine o un video, sta mettendo a rischio la nostra capacità di guardare come processo di interpretazione e di attribuzione di senso. Per vedere apriamo sempre più gli occhi ma, pian piano, serriamo il nostro sguardo interiore, quello che veramente ci fa esplorare il mondo e, quindi, noi stessi. 

Educare alla cultura visuale, attingendo al patrimonio smisurato della storia dell’arte, può invece favorire il mettersi in ascolto di storie che aspettano solo fruitori sensibili, che si lasciano interrogare e coinvolgere, a partire anche da un minimo dettaglio. L’incontro propone alcuni esempi per percorrere questa strada in classe sfruttando la narrazione orale e la scrittura come strumenti con i quali iniziare un dialogo con l’arte, alla ricerca di elementi e valori che si intrecciano con i nostri vissuti e che danno nuova vita al patrimonio culturale.

 

Relatrice


Melania Longo si occupa di pedagogia dell’arte e mediazione del patrimonio culturale. Ha collaborato con il master in servizi educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e delle arti visive dell’Università Cattolica di Milano. Progetta le attività educative della Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce, museo di arte contemporanea. Cura anche percorsi di formazione per la Scuola, incontrando bambini, ragazzi e docenti intorno ai temi dell’educazione estetica e della cittadinanza attiva. È autrice di albi illustrati.

 

Moderatrice


Francesca Cologni, Redattrice Scuola Secondaria di Primo Grado Mondadori Education

 

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SFIDANDO LE STELLE

di Daniele Castello, Dionisio Castello


Un manuale per studiare con piacere la Storia dell'arte e per valorizzare la creatività di tutta la classe
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Sviluppare competenze con le immagini: scopri come con HUB Art e Sfidando le stelle

Obiettivi


Mondadori Education mette a disposizione di docenti e studenti un vero e proprio museo digitale on line con migliaia di immagini di alta qualità che possono essere utilizzate per una didattica efficace e coinvolgente. Attraverso le proposte del corso Sfidando le stelle questo webinar propone numerosi esempi per sfruttare al meglio tutte le potenzialità di HUB Art: ricerca, confronto, geolocalizzazione, itinerari… Attività didattiche concrete evidenzieranno l’efficacia di questo strumento per sviluppare e valutare diverse competenze.

 

Relatrice


Marta Alvarez Gonzalez, dopo aver lavorato nel settore editoriale come autrice e ricercatrice iconografica, dal 2016 è docente di storia dell’arte. Specializzata nell’insegnamento secondo la metodologia CLIL, svolge attività e laboratori nella Scuola Secondaria di I grado. Collabora con Mondadori Education come consulente sui temi della ricerca didattica per la progettazione dei testi scolastici.

 

Moderatrice


Francesca Cologni, Redattrice Scuola Secondaria di Primo Grado Mondadori Education

 

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SFIDANDO LE STELLE

di Daniele Castello, Dionisio Castello


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