#Maestre – le grandi donne della scienza

Dopo la grande partecipazione all’evento dello scorso anno, siamo lieti di poterti nuovamente invitare a seguire, in live streaming, un altro affascinante monologo dedicato al mondo della fisica con protagonista Gabriella Greison!

Cosa ci insegnano le grandi scienziate che ci hanno preceduto? Qual è il loro lascito? Gabriella Greison cerca nelle vite delle eroine della scienza una traccia da seguire per capire meglio il nostro quotidiano, per ricordarci le storie che ci hanno formato e per trovare un nuovo spunto di riflessione che ci invogli a realizzarci, e ci faccia crescere.

Non perdere questo appuntamento speciale, sarà un vero e proprio spettacolo didattico! L’evento si vuole rivolgere anche, e soprattutto, ai tuoi studenti.

NB: data l’eccezionalità della performance, la registrazione dell’intervento rimarrà a disposizione per un lasso di tempo molto limitato.


Relatrice

Gabriella Greison: fisica, scrittrice e divulgatrice scientifica. È definita la rockstar della fisica in Italia per il suo modo originale di raccontare la fisica quantistica, attraverso i suoi romanzi e suoi spettacoli teatrali. Ha pubblicato 2 libri con Mondadori: Guida quantistica per anticonformisti (2021) e Ucciderò il gatto di Schroedinger (2020).

 

Moderatrice

Isabella Randone, Responsabile Area Scientifica SS2 Mondadori Education

Fare poesia a scuola. L’esperienza del laboratorio

Gli obiettivi


Nella scuola la poesia contemporanea è completamente assente. Più in generale, scarsa è la familiarità dello studente con la poesia, nei casi migliori limitata ai pochi autori canonizzati nelle antologie scolastiche. L’esperienza del laboratorio di scrittura poetica, perciò, può essere un mezzo attraverso il quale provare a colmare questo vuoto. Nel laboratorio lo studente impara a fare poesia, ponendo al centro dei singoli incontri non i contenuti, gli autori o le correnti, ma le metodologie e le tecniche. Senza pretendere – è ovvio – di forgiare degli autentici poeti, ma valorizzando la creatività come insopprimibile strumento espressivo.

Si parlerà di:

  • Il vuoto di poesia nella scuola. L’approccio alla poesia nella scuola è quello tradizionalmente storicistico, specialmente al triennio, e, sul piano metodologico, quello della lezione frontale. Gli studenti sviluppano una scarsa familiarità con la poesia, concentrandosi al massimo su qualcuno degli autori canonizzati e ignorando completamente gli autori contemporanei.  

  • Il senso del laboratorio di poesia. Il laboratorio di poesia rappresenta un tentativo di avvicinare gli studenti alla poesia dal di dentro. La letteratura, così, diviene non un mero oggetto di studio, ma un qualcosa che si vive, che «si fa».

  • Creatività e spontaneismo. Creatività non è sinonimo di spontaneismo, come talvolta si è creduto nel passato. La creatività segue una precisa logica, o addirittura una «grammatica» (per riprendere il titolo di una notissima opera di Gianni Rodari), tanto da potersi inserire in un percorso organico, progressivo e guidato.

  • L’approccio esperienziale. Ogni incontro del laboratorio è dedicato a una tecnica o a una metodologia ed è diviso in due parti. La prima spiega la tecnica o la metodologia e mostra alcuni esempi degli autori di ogni epoca che hanno utilizzato queste tecniche nelle loro opere. Ma la parte propriamente esperienziale è la seconda: i partecipanti costruiscono poesie di loro invenzione, in cui si usano le tecniche del linguaggio poetico spiegate nella parte precedente. 

  • Il vincolo formale. Gli incontri sono dedicati ciascuno a un genere letterario caratterizzato da regole precise o a una tecnica diversa (metrica, linguistica o retorica), che verrà valorizzata rispetto al senso del testo. 

  • L’approccio ludico. La poesia è proposta come un gioco, non come un compito, ed è svincolata da criteri di ordine valutativo, o almeno di ordine valutativo tradizionale. 

  • Valutare il processo, non il risultato. Più che al prodotto finale, si guarda al processo creativo e alla crescita complessiva dei mezzi espressivi. Lo studente viene messo in grado di sperimentare approcci più liberi al linguaggio poetico, senza la paura di «sbagliare» (e di prendere un brutto voto), il che può portarlo a scrivere prodotti grigi e conformistici, modellati spesso sulle attese e sulle idee del docente. 

  • Approccio eclettico. Anche se il laboratorio dà un rilievo maggiore agli spunti italiani novecenteschi e contemporanei, ogni apporto è valido: la poesia medievale (anche Dante nella Commedia usa gli acrostici, ad esempio) o comunque la poesia del passato (il coro manzoniano Dagli atri muscosi, dai fori cadenti offre un esempio molto efficace di uso del ritmo nel verso), la poesia straniera (l’americano Carver o il caraibico Walcott possono costituire un esempio di poesia narrativa), la canzone (si guardi all’uso delle parole sdrucciole in Bella senz’anima di Riccardo Cocciante o in Occidentali’s karma di Francesco Gabbani), la trap o il rap (molti brani di Caparezza offrono notevoli calembours), ecc.



Relatore


Leonardo Rossi insegna lettere italiane e latine nei licei statali. Allievo di Luca Serianni, all’attività d’insegnamento ha costantemente affiancato quella di autore e consulente editoriale e di studioso della lingua e letteratura italiana. Ha al suo attivo collaborazioni e pubblicazioni con Salerno editrice, Libri Scheiwiller, Società Dante Alighieri, Bruno Mondadori, Le Monnier, Utet, Einaudi scuola, la rivista «Limes. Rivista italiana di geopolitica», l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani. L’ultimo lavoro uscito è Dalla parte di Aue. Una lettura delle Benevole di Jonathan Littell (Il Convivio, 2021).

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

 

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LA CURA DELLE PAROLE

di Giuseppe Antonelli, Emiliano Picchiorri, Leonardo Rossi


Dalla norma all'uso, dalla parola al testo: una grammatica coinvolgente e innovativa che apre le porte all'attualità del linguaggio per trasmettere ai ragazzi il vero potere delle parole
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L'ITALIANO SIAMO NOI

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Un'edizione compatta che riunisce in un solo testo grammatica e comunicazione, per imparare a scrivere e a comunicare nel modo giusto
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L'ITALIANO, GLI ITALIANI

di Giuseppe Antonelli, Emiliano Picchiorri


Una grammatica completa dell'italiano reale con le regole e gli esercizi per imparare a parlare e a scrivere correttamente in tutti i contesti comunicativi
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I dialetti e gli italiani regionali

Gli obiettivi


L’Italia si contraddistingue nel panorama europeo per il gran numero di varietà linguistiche locali, i dialetti, a cui ormai da tempo si sono affiancati gli italiani regionali. La complessità del repertorio disponibile ai parlanti nelle varie aree della penisola e nelle isole richiede alcune nozioni preliminari (la distinzione fra dialetto e lingua, la posizione degli italiani regionali, il concetto di continuum). Sarà quindi possibile dare una descrizione di massima delle principali aree dialettali e dei loro tratti più caratteristici, per concludere con una riflessione sulla vitalità dei dialetti e sul loro futuro.

Si parlerà di:

  • Che cos’è un dialetto? Si introduce la nozione di «dialetto» in rapporto alla nozione complementare di «lingua», mostrando come la distinzione tra lingua e dialetto sia legittima solo su base sociolinguistica e, ciò nondimeno, resti problematica. Si accenna quindi brevemente all’origine dei dialetti italiani che, come l’italiano, derivano direttamente dal latino e sono pertanto «dialetti primari», vale a dire sullo stesso piano della lingua nazionale anche per quel che riguarda la diacronia.

  • Che cosa s’intende per italiano regionale? Si passa quindi a illustrare le varietà locali di italiano note con il nome di «italiani regionali», qualificabili come «dialetti secondari», perché sviluppatisi dall’italiano e non direttamente dal latino. Attraverso alcuni esempi gli italiani regionali vengono distinti dai dialetti tradizionali, con cui pure condividono diversi tratti, dato che gli italiani regionali si sono originati dal contatto fra la lingua nazionale e i dialetti.

  • Quanti e quali sono i dialetti italiani? Dopo aver mostrato la difficoltà di tracciare confini dialettali e, di conseguenza, l’arbitrarietà di qualsiasi stima numerica dei dialetti parlati in Italia, si dà conto della classificazione della Carta dei dialetti d’Italia di G.B. Pellegrini (1977), ancora oggi di riferimento, distinguendo cinque sistemi dialettali (settentrionale, friulano, toscano, centromeridionale, sardo), a loro volta classificabili al loro interno in sottogruppi.

  • E gli italiani regionali? A complemento della classificazione dei dialetti, si tenta una tassonomia anche degli italiani regionali, che si caratterizzano per una diffusione più ampia e una maggiore influenza delle varietà cittadine (Roma, Milano, Napoli, ecc.).

  • Quali prospettive per i dialetti? La presentazione si conclude con una riflessione sul futuro dei dialetti, dati spesso per moribondi (se non già del tutto morti), e il cui uso invece conosce una nuova vitalità grazie a Internet, alle canzoni, alle serie televisive e ad altri vettori non tradizionali, benché in una forma che risente spesso dell’influenza dell’italiano.



Relatore


Daniele Baglioni (Roma, 1977) insegna Storia della lingua italiana e Dialettologia italiana all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove è coordinatore del dottorato di Italianistica. Si occupa di diffusione dei volgari italiani e dell’italiano fuori d’Italia (specie nel Mediterraneo medievale e moderno), di etimologia e di grammatica storica dell’italiano e dei dialetti italiani. Su questi temi ha scritto tre libri e diversi saggi in riviste specializzate e volumi di riferimento.

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

 

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LA CURA DELLE PAROLE

di Giuseppe Antonelli, Emiliano Picchiorri, Leonardo Rossi


Dalla norma all'uso, dalla parola al testo: una grammatica coinvolgente e innovativa che apre le porte all'attualità del linguaggio per trasmettere ai ragazzi il vero potere delle parole
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Le risorse digitali nella didattica della geografia: inclusione, personalizzazione e coinvolgimento

Obiettivi


Le risorse digitali del libro di testo e il nuovo atlante HUB Maps costituiscono un'occasione preziosa per elaborare strategie inclusive e motivanti.
Questo webinar mostrerà le potenzialità d'uso dell'offerta digitale del corso TravelBlogger di Ferrari-Mancini, illustrando con esempi concreti come progettare attività in digitale, personalizzare e rielaborare in modo mirato il corredo digitale dei volumi e confezionare percorsi di apprendimento a misura delle diverse esigenze di docenti e studenti.

 

Relatrice


Irene Russo è insegnante in una scuola secondaria di primo grado, copywriter e autrice di libri scolastici per Mondadori Education. Nel ricercare nuove metodologie didattiche e narrative, ha ideato app, podcast, libri interattivi, Escape Room game, albi illustrati, soggetti cinematografici. Formata presso la scuola “Bottega Finzioni”, si dedica in particolare alla sperimentazione di prodotti editoriali, multimediali e audiovisivi per bambini e ragazzi. 


Moderatrice


Luisa Rinaldi, editor della redazione umanistica di Mondadori Education

 

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TRAVEL BLOGGER

AA. VV.


Un manuale di geografia per la Scuola Secondaria di Primo Grado fortemente operativo e inclusivo, ricco di strumenti per coinvolgere gli studenti e avvicinarli ai grandi temi di educazione civica e di attualità.
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Coinvolgere e motivare allo studio della geografia attraverso storytelling e apprendimento attivo

Obiettivi


L’approccio narrativo alla geografia può aumentare il coinvolgimento in classe e facilitare la comprensione dei contenuti, in una prospettiva inclusiva e motivante.
Questo webinar mostrerà le potenzialità didattiche del corso Travel Blogger di Ferrari-Mancini, con particolare riferimento agli elementi di storytelling e agli strumenti di apprendimento attivo inclusi nell’offerta. Attraverso il racconto, l’esplorazione del mondo si arricchisce di sfumature che possono aumentare l’ingaggio motivazionale, risvegliando l’emozione del viaggio fisico e mentale.  

 

Relatore


Irene Russo è insegnante in una scuola secondaria di primo grado, copywriter e autrice di libri scolastici per Mondadori Education. Nel ricercare nuove metodologie didattiche e narrative, ha ideato app, podcast, libri interattivi, Escape Room game, albi illustrati, soggetti cinematografici. Formata presso la scuola “Bottega Finzioni”, si dedica in particolare alla sperimentazione di prodotti editoriali, multimediali e audiovisivi per bambini e ragazzi. 

Stefano Tiozzo, è fotografo paesaggista, documentarista, scrittore e storyteller specializzato in viaggi e natura. Il suo canale YouTube è uno dei canali di viaggio più importanti in Italia e conduce workshop di fotografia in tutto il mondo. Spesso ospite delle principali radio e testate italiane, tra il 2022 e il 2023 ha condotto su La7 il programma Storie di palazzi.


Moderatrice


Luisa Rinaldi, editor della redazione umanistica di Mondadori Education

 

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TRAVEL BLOGGER

AA. VV.


Un manuale di geografia per la Scuola Secondaria di Primo Grado fortemente operativo e inclusivo, ricco di strumenti per coinvolgere gli studenti e avvicinarli ai grandi temi di educazione civica e di attualità.
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La geografia come strumento privilegiato per l’approccio all’Educazione Civica

Obiettivi


La Legge 92/2019, come noto, ha introdotto l’insegnamento obbligatorio trasversale di Educazione Civica nelle scuole; il D.M. 35/2020 ha emanato le relative “Linee Guida”. L’attenta lettura dei due documenti suggerisce il superamento della mera disciplinarità ai fini della realizzazione dell’integrazione tra discipline. 

Lo studio della Geografia, che si occupa soprattutto della relazione tra l’uomo e l’ambiente, ovvero dei rapporti tra le società umane e il pianeta che le ospita, favorisce questa integrazione. 

L’intervento si propone di:

  • analizzare in che modo lo studio della Geografia consente di approfondire le chiavi di lettura per la comprensione delle problematiche della contemporaneità;

  • mostrare, attraverso l’analisi dei materiali del manuale di Geografia, alcuni esempi di interazione con l’Educazione Civica e con la Storia;

  • condividere alcune strategie di lavoro che favoriscono l’integrazione tra i percorsi di conoscenza e valorizzazione degli elementi del territorio con percorsi educativi di sensibilizzazione alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della collettività, come prevede la Legge.


 

Relatrice


Anna Rossato ha insegnato per molti anni Lettere nella scuola secondaria di I grado; successivamente ha diretto Istituti Comprensivi in provincia di Varese e Milano, cercando di promuovere, attraverso il curriculum esplicito e implicito, l’educazione alla cittadinanza e il senso di appartenenza alla comunità. È coautrice di diversi testi scolastici di Italiano ed Educazione Civica per il I ciclo e ha collaborato alla elaborazione della didattica di testi scolastici di Storia.   


Moderatrice


Luisa Rinaldi, editor della redazione umanistica di Mondadori Education

 

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TRAVEL BLOGGER

AA. VV.


Un manuale di geografia per la Scuola Secondaria di Primo Grado fortemente operativo e inclusivo, ricco di strumenti per coinvolgere gli studenti e avvicinarli ai grandi temi di educazione civica e di attualità.
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The Power of Gamification

How can we get our students to actively engage in activities, interact with each other effectively and at the same time learn as much as possible? One answer is Gamification. In this talk we will be looking at what gamification is, what the benefits are and examples of games taken from Mondadori’s new book called Upskill. We want the learners to go from passive to active learners, from simple recipients to critical thinkers and hopefully stimulate their learning at the same time.

 

Relatrice


Josefina Ares has been teaching English and training teachers for more than twenty five years. Her experience comes from teaching all ages and levels. She has worked for many different academies around the world including International House and The British Council. She is also a Cambridge examiner and examines from Young Learners to IELTS. She is a freelance speaker and collaborates with MacMillan, Cambridge and Mondadori at a variety of teachers’ events. Apart from this, she has many different passions and hobbies which include watching films, dancing tango, acting and singing in a choir.

 

La poesia italiana dagli anni Sessanta ad oggi

Gli obiettivi


A partire dagli anni Settanta, la poesia italiana è sempre stata descritta come sottoposta a degli «effetti di deriva» che ne hanno frammentato il panorama, scoraggiando qualunque lavoro di storicizzazione che si proponesse di riorganizzare un materiale sparpagliato e riconoscere delle linee consistenti. Nonostante questo, è possibile individuare alcune questioni centrali che attraversano in maniera trasversale il campo della poesia e che hanno spinto i poeti a posizionarsi, elaborando ciascuno la propria soluzione personale. La lezione si ripropone dunque di presentare e discutere alcuni di questi problemi, a cominciare da quello della forma (se la scrittura di un testo poetico non è più legata, come in passato, al dominio di una tecnica compositiva, qual è – se esiste – la specificità del linguaggio poetico?) e del destino dell’io lirico (alcuni autori e critici hanno duramente contestato l’egocentrismo della lirica e hanno cercato soluzione sperimentali per eliminare l’io dalla poesia; altri hanno sfruttato la plasticità del genere lirico per rifunzionalizzare l’io). Infine, si tenterà una periodizzazione e una descrizione unitaria della poesia italiana degli ultimi sessant’anni, mettendo in evidenza alcune dominanti tematiche e formali.

 

Gli interventi


Lo specifico della poesia, di Stefano Carrai

L’intervento mira a presentare un problema che è tipico della poesia moderna e soprattutto di quella del nuovo millennio, cioè: dopo che si è perduto il necessario riferimento ad una sapienza di ordine tecnico (metrico, retorico, ecc.), qual è la specificità del linguaggio poetico e come si riconosce che un testo, scritto in versi o anche in prosa, è poesia. Nell’impossibilità di adire le vie di un ritorno al passato, cioè a un modo di fare poesia che non è più proponibile in quanto si riferisce a una società e a un sistema culturale che non sono più i nostri, come si può distinguere nel mondo contemporaneo la poesia dagli altri tipi di scrittura?

Si parlerà di:

  • Riconoscibilità formale e neometricismo. Verso la fine del secolo scorso, al fine di ritrovare una riconoscibilità formale per la poesia, si è affermata una certa tendenza al neometricismo, a partire dall’Ipersonetto di Zanzotto e dai metri chiusi in Medicamenta di Patrizia Valduga fino a Lime di Gabriele Frasca o ancora nei vari sonetti inclusi da Raboni nelle sue ultime raccolte.

  • Poesia in dialetto, in latino, in metrica tradizionale. Al fine di recuperare una specificità del linguaggio poetico, il Novecento ha compiuto scelte spesso estreme, riuscendo ad una sorta di canto, per così dire, in falsetto. Lettura di due mie poesie in cui accenno ad alcune di queste soluzioni: Timpanaro (da La traversata del Gobi) e A Patrizia Valduga (da Equinozio).

  • Lo specifico della poesia. Il problema di una riconoscibilità del linguaggio poetico esiste, ma non può essere risolto in direzione classicistica, cioè non con il recupero di modalità definitivamente superate. Eppure far versi non può essere solamente andare a capo ogni tanto. Qual è allora oggi lo specifico del linguaggio poetico? Qui si entra in un campo un po’ misterioso, in una sorta di terra di nessuno in cui ogni poeta cerca e spera di trovare la sua personale risposta, ma pur sempre, credo, in un ambito di non facile definibilità.



La manutenzione dell’io, di Guido Mazzoni

La linea maggiore della poesia moderna è, alla lettera, egocentrica: colui o colei che prende la parola nel testo è un io che esprime contenuti personali in uno stile che vuole essere personale, cioè sensibilmente diverso dal grado zero dalla comunicazione ordinaria. Contestato da più parti negli ultimi decenni, questo modo di scrivere poesia, lirico in senso lato, non ha mai perduto la sua centralità. L’intervento prenderà in considerazione alcuni tra i poeti che hanno saputo rinnovarlo adattando la prima persona singolare all’atmosfera psichica del XXI secolo.

Si parlerà di:

  • Lirica e non-lirica nella poesia del XXI secolo.

  • L’io e lo Spirito del Tempo

  • Quattro esempi: Buffoni, Benedetti, Bordini, Anedda.


L’«i/o» che parla nella poesia contemporanea: da Nanni Balestrini al GPT-3, di Gilda Policastro

L’intervento si propone di considerare la mutazione dell’autore da «io lirico» a «input/output» all’interno di un processo di creazione condiviso con la macchina. A partire dal prototipo di Tape Mark I, poesia ‘scritta’ da Nanni Balestrini e da informatici dell’IBM nel 1961, si esamineranno le tecniche di creazione e postproduzione di testi sought o found nell’immenso e indifferenziato serbatoio della rete, fino alle forme più avanzate di scrittura automatica attraverso la rete del GPT-3.

Si parlerà di:

  • Tape Mark I di Nanni Balestrini. Si riesaminerà il procedimento adoperato da Nanni Balestrini nella ‘scrittura’ della prima poesia italiana pensata per la ricombinazione casuale del calcolatore, a partire dalla ricostruzione del programma da parte di tre informatici italiani a partire dal 2016.

  • I linguaggi della rete. Si esamineranno modi, linguaggi e tecniche provenienti dall’enorme e indifferenziato serbatoio della rete, prendendo spunto dal «googlism» e dal «flarf» teorizzati dal poeta statunitense K. Silem Mohammad.

  • Scrittura e intelligenza artificiale. Si mostreranno i potenziali e i limiti delle forme di scrittura automatica praticabili oggi grazie all’avvento del GPT-3, la più grande rete neurale finora concepita.


Mito delle origini, nevrosi della fine. Un’ipotesi per la poesia italiana degli ultimi decenni, di Gianluigi Simonetti

Dall’inizio degli anni Settanta del Novecento la scena della poesia italiana contemporanea viene rappresentata come un ambiente frantumato, caotico, privo di caratteri veramente unitari. Il fenomeno critico si consolida negli anni Ottanta e si rafforza nel nuovo millennio: mentre le analisi sistematiche disponibili insistono sulla impossibilità di una ricomposizione, molte delle antologie più recenti si rifanno o a canoni esplicitamente e spesso orgogliosamente policentrici o a visioni scorciate ed ostentatamente parziali. L’intervento tenterà di fornire una ipotesi di lettura unitaria, e una proposta di periodizzazione, ordinamento e descrizione formale del variegato panorama della poesia italiana degli ultimi decenni.

Si parlerà di:

  • L’usura del linguaggio poetico e la crisi della tradizione novecentesca. Quando e perché finisce il Novecento in poesia, con quali autori e quali libri sembra abbia voglia di ‘suicidarsi’.

  • Due atteggiamenti psicologici, due risposte alla crisi. Quali sono i due modi prevalenti, e le due principali strategie formali, con cui le generazioni poetiche che esordiscono negli anni Settanta del Novecento scelgono di reagire alla fine della tradizione moderna.

  • Il ‘mito delle origini’. Inteso come ideale di poesia come espressione sottratta alla dialettica storica, eterno inizio o ricominciamento, forma assoluta e senza orpelli.

  • La ‘nevrosi della fine’. Intesa come possibilità manieristica di un dialogo perpetuo con la tradizione, artigianato formale, artificio e maschera, esercizio eternamente postumo.


Relatori


Stefano Carrai insegna Letteratura italiana alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Si è occupato di Dante e di altri autori antichi e anche di autori della modernità (Svevo, Saba, Montale). Parallelamente alla sua attività di studioso e di docente ha coltivato la poesia in proprio. Col suo primo libro (Il tempo che non muore, postfazione di Luigi Surdich, Interlinea, 2012) ha vinto il Premio Pisa per la Poesia nel 2013 e il Premio Contini Bonacossi nel 2014. Con La traversata del Gobi (postfazione di Niccolò Scaffai, Aragno, 2017), ha vinto il Premio Viareggio Rèpaci per la Poesia nel 2017. Nel 2021 è uscito il suo terzo libro di versi Equinozio (prefazione di Clelia Martignoni, Industria e Letteratura).

Guido Mazzoni (1967) ha scritto, tra le altre cose, i libri di poesia I mondi (Donzelli 2010) e La pura superficie (Donzelli 2017), i saggi di critica e teoria della letteratura Sulla poesia moderna (Il Mulino 2005) e Teoria del romanzo (Il Mulino 2011) e un libro sulla politica e la società contemporanea I destini generali (Laterza 2015). Insegna all’Università di Siena. Vive a Roma.

Gilda Policastro insegna Letteratura italiana presso UniPegaso e Poesia e Romanzo presso l’Accademia di scrittura «Molly Bloom» (a Roma e Milano). È redattrice del sito Le parole e le cose, collabora con Snaporaz.online e Linkiesta. Ha pubblicato saggi tra cui L’ultima poesia: scritture anomale e mutazioni di genere dal secondo Novecento a oggi (Mimesis, 2021), e romanzi tra cui La parte di Malvasia (La Nave di Teseo, 2021). Di imminente pubblicazione, il libro di poesia La distinzione (Giulio Perrone, 2023).

Gianluigi Simonetti insegna Letteratura italiana contemporanea, Letterature comparate e Storia della critica all’Università di Losanna. Studia soprattutto la poesia italiana del Novecento e il romanzo contemporaneo; scrive di novità letterarie sul «Sole-24ore» e sulla «Stampa». Il suo ultimo libro è La letteratura circostante. Narrativa e poesia nell’Italia contemporanea, Il Mulino, 2018.

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

Il multiforme universo gaddiano

Gli obiettivi


La lezione si propone di far luce su tre aspetti della cultura gaddiana: le sue conoscenze scientifiche e matematiche, la sua concezione del femminile e il suo rapporto con le arti figurative. Indagare l’orizzonte intellettuale all’interno del quale si muove Gadda, ricostruire la sua visione del mondo e della realtà sono infatti presupposti essenziali per poter comprendere in profondità il senso della sua opera e della sua ricerca stilistica. A questo scopo, la discussione delle influenze culturali sarà sempre accompagnata dall’analisi di brani tratti da romanzi e racconti.

 

Gli interventi


Un ingegnere di letteratura, di Paola Italia

Con l’opera di Carlo Emilio Gadda non siamo solo di fronte a un’originale forma narrativa, ma a un tentativo di utilizzare la letteratura per dare forma a una complessa concezione della realtà, teatro continuo di uno scontro tra principi razionali e irrazionalità umana. La sua passione per la matematica e per la filosofia lo avvicinano a un ‘filosofo naturale’ moderno che, attraverso una lingua rinnovata dalla contaminazione con le scienze e le tecniche, indaga il mondo non per comprenderlo in «schemi», ma per capirne le anime.

Si parlerà di:

  • La passione per la matematica. Nonostante Gadda stesso abbia alimentato l’idea che la sua vocazione alla letteratura fosse stata ostacolata dalla coazione all’ingegneria, abbiamo ragioni di credere che il suo rapporto con la realtà fosse mediato da modelli razionali e schemi, allo scopo di «mettere ordine nel mondo» (Roscioni).

  • La passione per la filosofia. Se pure non si possa dire che Gadda sia un filosofo, la sua passione per la filosofia lo ha portato a elaborare una teoria della conoscenza della realtà basata sull’interazione di sistemi, che deformano il dato conosciuto, ma anche il soggetto conoscente.

  • Le metafore scientifiche. La lingua di Gadda non è solo originale perché accoglie i «contributi espressivi delle tecniche», ma perché ha utilizzato nei suoi testi letterari lo strumento della metafora in ambito scientifico, in forma originale e – direbbe Gadda – «euristica».


Personaggi femminili nella narrativa di Carlo Emilio Gadda, di Siriana Sgavicchia

Nonostante la proverbiale misoginia, che assume particolare evidenza nel pamphlet antimussoliniano Eros e Priapo in cui si muove una ferocissima invettiva contro le donne del ventennio, Gadda assegna un ruolo non irrilevante al femminile nella cognizione della complessità del mondo e dell’invenzione.

Si parlerà di:

  • Il femminile nella riflessione teorica. Nel Racconto italiano di ignoto del Novecento Gadda illustra la relazione narratore-personaggio e personaggio-lettore che caratterizza la sua scrittura come un «duetto d’amore» tra uomo e donna, valorizzando la componente femminile dell’invenzione.

  • Le donne nel racconto. Maria Ripamonti nella Madonna dei filosofi e Adalgisa dell’omonimo racconto, Jole di San Giorgio in casa Brocchi e Zoraide della Meccanica sono proiezioni, non solo psicoanalitiche, della figura del narratore.

  • Il corpo esposto. Il corpo femminile esposto e violentato come culmine dell’esperienza conoscitiva, espressione della degenerazione morale e della deformazione del mondo: la madre della Cognizione del dolore e Liliana del Pasticciaccio brutto de via Merulana.


Riferimenti iconografici espliciti e impliciti nel Pasticciaccio: una dichiarazione di poetica, di Maria Antonietta Terzoli

L’intervento propone un’indagine della cultura figurativa di Gadda, mostrandone l’importanza nella costruzione del Pasticciaccio: sia quando è esplicitamente dichiarata sia quando è riconoscibile solo in maniera indiziaria. Tra i molti oggetti artistici menzionati, si circoscrive l’analisi ad alcune immagini, reali o fittizie, indicate come materialmente presenti sulla scena. Di alcune si riconosce il valore metatestuale, che veicola importanti suggerimenti di lettura.

Si parlerà di:

  • Contaminazione di modelli e arti figurative nel Pasticciaccio. La decifrazione della cultura dell’autore, il riconoscimento del riuso e della parodia di opere precedenti, letterarie e non, sono spesso funzionali alla comprensione del Pasticciaccio. In particolare va considerato il rapporto privilegiato che quest’opera intrattiene con le arti figurative.

  • Zeusi, Elena e la perfetta bellezza. Un’immagine emblematica, che compare in un contesto fortemente segnato da riferimenti parodici alla produzione artistica, sembra fornire un’applicazione paradigmatica di una teoria dell’imitazione come ricorso a recuperi plurimi e contaminatori.


Relatori


Paola Italia insegna Filologia Italiana e Scholarly Editing all’Università di Bologna. Si è occupata di autori e temi dell’Ottocento (Manzoni e Leopardi) e del Novecento (Gadda, Bassani, Savinio, Tobino), con una particolare attenzione allo studio e all’edizione delle varianti degli autori (Che cos'è la filologia d'autore, scritto con Giulia Raboni, Carocci, 202212). Studia da trent’anni le carte e l’opera di Gadda (Come lavorava Gadda, Carocci, 2017) e con Giorgio Pinotti e Claudio Vela è responsabile della nuova edizione Adelphi delle sue Opere (Giornale di guerra e di prigionia, Adelphi, 2022).

Siriana Sgavicchia insegna Letteratura italiana contemporanea nell’Università per stranieri di Perugia. Ha scritto su autori e autrici, in particolare del secondo Novecento e nel versante della sperimentazione narrativa e poetica (D’Arrigo, Gadda, Pasolini, Morante, Rosselli, Ortese, Ramondino, Volponi, Pagliarani, Giuliani). Ha curato per Rizzoli la prima redazione del romanzo Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo, al quale ha anche dedicato una monografia uscita nella Collana Giacomo Debenedetti dell’editore romano Ponte Sisto. Tra le sue pubblicazioni «La Storia» di Elsa Morante (a cura di, Ets, 2012); Carlo Emilio Gadda (Mondadori Education, 2013), Il romanzo di lei. Scrittrici italiane dal secondo Novecento a oggi (Carocci, 2016).

Maria Antonietta Terzoli, già ordinaria di Letteratura italiana all’Università di Basilea, si è occupata di autori dal Tre al Novecento. Ha lavorato su romanzo epistolare, autobiografie, testi di dedica; ha allestito edizioni e commenti di lettere (Ungaretti), poesie (Ungaretti, Saba), romanzi (Foscolo). Attualmente lavora su Dante e sul rapporto letteratura-arti figurative. Tra monografie, edizioni e curatele ha pubblicato una cinquantina di volumi in varie lingue. Dirige la rivista open access «Margini». Nel 2015 ha pubblicato il commento integrale al Pasticciaccio di Gadda.

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

 

Dal nostro Catalogo

CARLO EMILIO GADDA

di Siriana Sgavicchia


Scrittore eclettico e irregolare, Carlo Emilio Gadda è uno dei maggiori narratori del Novecento italiano. Questa è la prima antologia che raccoglie un'ampia scelta di suoi testi dall'opera omnia: pagine dalle prime prove diaristiche e dagli scritti saggistici sulla letteratura, dalle meditazioni filosofiche e dal pamphlet antimussoliniano, dagli studi di narrazione breve, dai romanzi meno noti e da quelli che anche fuori dall'Italia sono riconosciuti come capolavori, La cognizione del dolore e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Il libro intende consentire al lettore di accostarsi alle varie tipologie della scrittura di Gadda attraverso brevi ma significative testimonianze testuali e di soffermarsi sulla varietà della sua prosa, che è insieme veicolo espressivo e strumento di indagine conoscitiva. La scelta antologica, accompagnata da un'introduzione, da commenti, da annotazioni e da aggiornate informazioni bibliografiche, valorizza il talento narrativo dell'autore che, spregiudicato e ironico nei confronti della tradizione, cattura il lettore mettendo in scena sorprendenti spettacoli barocchi in cui rappresenta la ricchezza e la complessità dell'animo umano, dei fenomeni storico-culturali e dell'invenzione letteraria.
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L’italiano e i dialetti al cinema

Gli obiettivi


La lezione propone una riflessione sulle caratteristiche della lingua parlata al cinema. Particolare attenzione sarà riservata, attraverso l’illustrazione di alcuni casi esemplari, alla rappresentazione dell’italiano regionale e dei dialetti e alla funzione simbolica che questi assumono nella storia del cinema.

Si parlerà di:

  • La rappresentazione del parlato al cinema. Il parlato filmico ha caratteristiche diverse da quello spontaneo: proviene da un testo scritto (il copione), è prodotto in un contesto diverso da quello reale e ha come vero destinatario lo spettatore. Quali differenze comportano queste diverse condizioni?

  • Il registro aulico e il doppiaggio. Il parlato filmico tende spesso a un innalzamento del registro linguistico verso il polo aulico. Questo avviene, ad esempio, nel doppiaggio, che nel corso del Novecento ha contribuito a diffondere mode e stereotipi linguistici.

  • L’italiano regionale al cinema. In tutta la storia del cinema italiano la componente locale ha avuto un ruolo centrale. Più che il dialetto vero e proprio, però, è stato spesso rappresentato l’italiano regionale, un italiano fortemente influenzato da elementi locali. Da Totò ad Alberto Sordi, si mostreranno alcuni esempi dell’elemento locale nel cinema italiano. 

  • Le funzioni simboliche del dialetto. Il dialetto al cinema ha spesso rivestito funzioni simboliche: da quella lirico-nostalgica di Fellini o Olmi, a quella espressiva di Monicelli o Scola, a quella farsesca o macchiettistica di molta commedia all’italiana.

  • Italiano e dialetto nel cinema recente. Il cinema degli ultimi anni ha conosciuto un uso sempre più frequente del dialetto per caratterizzare realisticamente determinati contesti sociali. Questo è stato possibile anche grazie alla diffusione sempre maggiore dei sottotitoli, come nel caso di Gomorra.



Relatore


Emiliano Picchiorri è professore ordinario di Storia della lingua italiana all’Università «G. d’Annunzio» di Chieti-Pescara. Si è occupato di vari aspetti dell’italiano letterario, della lessicografia italiana e della storia della grammatica. È condirettore della rivista «Carte di viaggio. Studi di lingua e letteratura italiana». Con Giuseppe Antonelli è autore della grammatica per la scuola secondaria di secondo grado L’italiano, gli italiani. Norma, usi, strategie testuali (Einaudi scuola, 2016). Il suo ultimo libro è Giuseppe Rigutini lessicografo e grammatico (Serra, 2021).

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

 

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