Partigiani senza confini: italiani all’estero e stranieri in Italia

La lezione tratterà il tema della Resistenza in una prospettiva internazionale, tentando di andare oltre una visione puramente nazionale della lotta di liberazione e inserendola all’interno di una dinamica globale. In particolare si proporrà un’analisi dei diversi contesti e circostanze in cui partigiani italiani hanno operato fuori dai nostri confini e partigiani non italiani sono stati attivi nella Resistenza in Italia.

Si parlerà di:

  • Introduzione. La seconda guerra mondiale è un fenomeno globale, e così anche la Resistenza agli eserciti invasori ha avuto caratteri globali. In molti movimenti partigiani hanno operato,per diverse ragioni, combattenti stranieri.

  • Italiani all’estero e stranieri in Italia: macrotipologie di persone e circostanzeI partigiani stranieri in Italia e italiani all’estero appartengono di norma a 4 macrotipologie di individui:i disertori o gli evasi dai campi di prigionia o di internamento, i membri di missioni militari alleate e gli ex soldati di occupazione, i combattenti internazionalisti e gli individui di origini nazionali miste.

  • Numeri e contesti. Verrà fornita una rapida disanima dei casi principali di questo fenomeno in Italia e all’estero, nonché del suo sviluppo nei diversi contesti.

  • I casi più macroscopici in Italia. I disertori sovietici rappresentano sicuramente la categoria più numerosa di partigiani non italiani. Tuttavia, casi significativi sono anche quelli di tedeschi o austriaci, di africani, rom e ebrei. Infine, verrà preso in considerazione il fenomeno dei partigiani jugoslavi in Puglia.

  • I casi più macroscopici all’estero. Verranno presi in considerazione i casi degli italiani in Francia, delle resistenza militari a Cefalonia e in altre isole greche, e infine il caso delle due divisioni italiane in Jugoslavia.

  • Interpretazioni e memoria. Si tireranno le somme del fenomeno, discutendo il peso tanto numerico e quanto simbolico che ha avuto nella guerra, ma ricostruendo anche le difficoltà nei rapporti, le incomprensioni e le tensioni che facilmente generava all’interno dei movimenti resistenziali. Infine, si ricostruiscono le tracce memoriali lasciate nei contesti locali e l’uso politico che se ne è fatto nel dopoguerra.






Relatore


Eric Gobetti è uno storico indipendente, studioso di fascismo, seconda guerra mondiale, Resistenza e storia della Jugoslavia nel Novecento. Autore di due documentari (Partizani e Sarajevo Rewind) e diverse monografie, è un esperto in divulgazione storica, viaggi e politiche della memoria. I suoi ultimi libri sono E allora le foibe? (2021) e I carnefici del Duce (2023), entrambi editi da Laterza.

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

Israele, Palestina: le radici profonde di un conflitto secolare

Lo scoppio della guerra arabo-palestinese-israeliana del 1948 rappresentò una sorta di tsunami per l’intero Medio Oriente, con ripercussioni tuttora visibili anche a livello globale. Non fu l’inizio del più lungo conflitto della storia contemporanea, bensì la fase finale di uno scontro iniziato almeno sei decadi prima. La lezione fa luce sulle radici più profonde di tale retroterra, riavvolgendo il filo del discorso intorno a un concetto che lega quel tragico passato a un funesto presente: «il rifiuto».

Si parlerà di:

  • Palestina a cavallo del Novecento. Si stima che nella Palestina degli anni Sessanta dell’Ottocento vivessero circa 411.000 individui. Chi erano queste persone? Dove vivevano e come si autopercepivano?

  • «Rifiuto» e «separazione». Nel 1907 l’ottavo congresso sionista creò un dipartimento per la colonizzazione della Palestina, inviando a questo scopo Arthur Ruppin, il cui obiettivo era di dar vita a «un contesto ebraico e un’economia ebraica chiusa, in cui produttori, consumatori e intermediari siano tutti ebrei». Il concetto di «rifiuto» era ben presente nell’approccio e nella mentalità di Ruppin.

  • Muri fisici e mentali. I primi «scontri strutturali» tra le diverse comunità vennero registrati a Giaffa nel marzo del 1908, per poi proseguire negli anni successivi. Nell’arco di appena due decadi si registrarono un numero di casi di violenze di massa di gran lunga superiore rispetto ai complessivi quattro secoli precedenti. 

  • Il primo omicidio politico nella comunità sionista in Palestina. Jacob Israel de Haan (1881-1924), giurista olandese che si oppose con forza ad alcuni aspetti del sionismo, fu vittima di quello che è considerato il primo omicidio politico avvenuto all’interno della comunità sionista nella Palestina mandataria. Il suo omicidio è lo specchio di fratture dense di significati.

  • L’extra-territorializzazione della terra. La questione della extra-territorializzazione della Palestina fu quella che più colpì l’inviato britannico John Hope-Simpson nel corso dei sopralluoghi che compì in loco nel 1929. A questo proposito notò che «Il risultato dell’acquisto di suolo in Palestina da parte del Fondo Nazionale Ebraico è che la terra è stata extraterritorializzata. Cessa di essere terra da cui l’arabo può trarre vantaggio, ora o in qualsiasi momento futuro». Alla data del dicembre 1946, anno dell’ultima rilevazione ufficiale effettuata in materia, la somma di suolo acquistato dalle organizzazioni sioniste corrispondeva al 6 percento del totale della terra oggetto della spartizione suggerita dall’ONU.






Relatore


Lorenzo Kamel (1980) insegna Storia contemporanea all’Università degli Studi di Torino. Ha ottenuto incarichi di insegnamento e ricerca in numerose università in Medio Oriente, Europa e negli Stati Uniti, inclusa l’Università di Harvard, presso cui ha afferito per quattro anni. È stato Marie Curie Experienced Researcher alla Albert-Ludwigs-Universität Freiburg e ha ricevuto il Palestine Academic Book Award, il Premio Internazionale Giuseppe Sciacca e il Fritz Thyssen Grant. Ha pubblicato 15 libri (8 dei quali come autore) su temi legati al Medio Oriente, al Mediterraneo e alla Storia Globale. Oltre a essere editorialista per «Al Jazeera», «Il Manifesto» e altri quotidiani italiani ed esteri, è membro della direzione della rivista «Passato e Presente».

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

Dal nostro Catalogo

RIPENSARE LA STORIA

Prospettive Post-Eurocentriche

Lorenzo Kamel


Questo libro offre una prospettiva storica sulla circolazione di idee, culture, invenzioni, pratiche e istituzioni tra Asia, Africa, Europa e Americhe. Decostruisce un ampio numero di percezioni e concetti, inclusa la diffusa tendenza a fare riferimento a una «tradizione ebraico-cristiana occidentale», una gabbia analitica che rischia di accentuare pericolosi antagonismi e fenomeni di rottura, a scapito di una maggiore comprensione legata al retaggio storico condiviso che sottende le tre maggiori religioni monoteistiche. Queste ultime, così come molti altri temi e aspetti menzionati nel volume, sono il frutto di un percorso all'insegna dell'accumulazione: un processo che sovente, soprattutto ai nostri giorni, non viene compreso nella sua complessità e nel potenziale che può esprimere. È tempo di porre anche gli 'altri' al centro della scena, per comprendere meglio noi stessi e il mondo in cui viviamo.
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NAPOLEONE E MUHAMMAD 'ALI

Medio Oriente e Nord Africa in epoca tardo moderna e contemporanea

Lorenzo Kamel


Questo volume fa luce sulla storia del Medio Oriente e del Nord Africa in epoca tardo moderna e contemporanea. Con l’ausilio di fonti primarie in sette lingue, offre una prospettiva inclusiva che pone una particolare attenzione alle questioni di genere, al ruolo rivestito sia dalle componenti religiose ed etniche quanto dagli attori esterni alla regione, nonché alle problematiche connesse al continuo mutare dei confini politici e alla complessa interazione tra le varie realtà identitarie coinvolte. Il fine ultimo è quello di superare una diffusa e ‘segregante’ interpretazione che divide la ‘nostra storia’ dalla ‘loro storia’, aprendo la strada a un approccio più umile verso i popoli della regione. Come ha più volte insegnato la storia, ciò che inizia in Medio Oriente non rimane in Medio Oriente.
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Una crisi di sistema. L’Italia nel primo dopoguerra (1919-1922)

La crisi del primo dopoguerra e l’avvento del fascismo costituiscono una questione storiografica su cui generazioni di storici italiani e stranieri si sono confrontati. Il suo connotato è di essere una crisi multifattoriale, che va quindi decifrata nelle sue complesse articolazioni. La Grande guerra si era situata nella storia d’Italia come uno spartiacque. I processi che erano stati innescati o accelerati dal conflitto, nonostante il successo militare, avevano acutizzato la crisi dello Stato liberale. La società italiana si era trasformata ed era pienamente entrata nell’età delle masse. Era divenuta più complessa. Anche il quadro geopolitico dopo la guerra si era complicato. Le sue dinamiche sfidavano la classe dirigente a delineare il profilo della collocazione dell’Italia nei nuovi scenari internazionali in modo adeguato alle ambizioni di potenza e allo stesso tempo alle possibilità del Paese. I fenomeni di brutalizzazione della vita politica, indotti dalla guerra, segnarono profondamente la società italiana, attraversata da un conflitto politico violento che acquisì i connotati di una guerra civile, e costituirono il terreno su cui si affermò la soluzione fascista alla crisi dell’Italia liberale. Il fascismo fu figlio dell’esperienza di guerra, che ne plasmò la cultura politica. Il movimento fascista si venne configurando sin dalle sue origini come un partito-milizia, che fece dell’uso sistematico della violenza un tratto qualificante della sua azione politica.

Si parlerà di:

  • Dalla guerra mondiale a una caotica pace. La vicenda italiana del primo dopoguerra va inserita nel più ampio processo di violenta transizione che l’Europa conosce dopo la fine della guerra mondiale. Per il delinearsi della situazione futura è stato cruciale l’esito del congresso di Parigi e la nascita del mito della «vittoria mutilata».

  • Crisi economica e sociale. Il passaggio dall’economia di guerra a una di pace fu segnato dal rilevante indebitamento dello Stato, dal processo di riconversione dell’apparato produttivo e da una forte inflazione. Ne scaturirono forti turbolenze sociali che caratterizzarono il biennio 1919-1920.

  • Crisi politica e crisi di sistema. La crisi del dopoguerra si trasformò in una crisi di sistema, evidenziata dalla marcia su Fiume di Gabriele D’Annunzio. D’altro canto il sistema politico era attraversato da trasformazioni destabilizzanti. L’introduzione del proporzionale, voluta dal presidente del consiglio Francesco Saverio Nitti, mise in difficoltà la classe dirigente liberale a vantaggio delle formazioni politiche di massa, il partito socialista e il nuovo partito popolare, che furono i due vincitori delle elezioni politiche del novembre 1919.

  • La radicalizzazione del confronto sociale e politico. Nel 1920, da una parte si assistette allo sciopero agrario e all’occupazione delle fabbriche, dall’altra al consolidarsi della reazione antisocialista, alla quale un nuovo impulso era arrivato dal movimento fascista.

  • La diffusione del fascismo e la paralisi del sistema politico liberale. Alla diffusione del movimento fascista grazie all’uso sistematico della violenza, corrispondeva una incapacità della classe dirigente liberale a misurarsi con le sfide di una società profondamente modificata dall’esperienza della guerra. Ne conseguì una sostanziale paralisi del sistema politico.

  • La «marcia su Roma»: insurrezione fascista e debolezza dello Stato liberale. Il movimento fascista si trasformò in partito, senza perdere il carattere violento ed eversivo. L’insurrezione fascista degli ultimi giorni di ottobre si concluse con la sostanziale capitolazione dello Stato liberale e la formazione del governo Mussolini.






Relatore


Adriano Roccucci è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università Roma Tre. È il direttore del Centro interuniversitario di Ricerca sulla Russia Contemporanea e le sue Eredità Culturali-CiRRCEC. È anche Socio della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea, dell’Associazione Italiana Slavisti, dell’Associazione Italiana Studi di Storia dell'Europa Centrale e Orientale e dell’Istituto Luigi Sturzo. Dal 2015 al 2019 è stato direttore della rivista «Il mestiere di storico. Rivista della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea». È membro del consiglio editoriale delle riviste «Memoria e ricerca. Rivista di storia contemporanea» e «Intersezioni. Rivista di storia delle idee», e del Consiglio scientifico di «Limes».

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

Dal nostro Catalogo

STORIA CONTEMPORANEA

Dal mondo europeo al mondo senza centro

Lucio Caracciolo, Adriano Roccucci


Il mondo, divenuto negli ultimi due secoli sempre più interconnesso e interdipendente, è al centro di una ricostruzione originale dell'età contemporanea. Le trasformazioni della società, le evoluzioni dei sistemi politici, le elaborazioni culturali, i processi di modernizzazione sono esaminati nel rapporto ineludibile e costitutivo con le dinamiche geopolitiche e i fenomeni di interazione su scala globale. Dalla considerazione della pluralità di aree geopolitiche, di universi culturali e di itinerari storici che forma la trama del mondo contemporaneo deriva il superamento di una narrazione eurocentrica. Ne risulta arricchita l'intelligenza delle stesse vicende europee, come pure di quelle italiane, collocate nell'opportuna prospettiva mondiale. Questo volume offre un quadro ampio e chiaro di conoscenze e interpretazioni della storia contemporanea, utili a comprendere le vicende del mondo dalla metà dell'Ottocento, segnata dal protagonismo dell'«Europa mondiale», fino ai nostri giorni, caratterizzati da un «mondo senza centro». Un ricco apparato cartografico arricchisce il volume.
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LE CARTE DELLA STORIA

Spazi e tempi del mondo

Lucio Caracciolo, Adriano Roccucci


Una ricchissima cartografia, una vasta selezione di fonti e costanti riferimenti interdisciplinari diventano i pilastri di quest'opera e dello studio stesso della Storia
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LIMES

I confini della Storia

Lucio Caracciolo, Adriano Roccucci


Lucio Caracciolo e Adriano Roccucci danno vita ad un corso di storia interdisciplinare ed inclusivo
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Neutralisti e interventisti in Italia alla vigilia della prima guerra mondiale (1914-1915)

Tra l’autunno del 1914 e la primavera del 1915 le piazze italiane videro il confronto spesso violento tra le forze che auspicavano l’intervento nel conflitto e quelle che chiedevano che venisse mantenuta la condizione di neutralità. La lezione ripercorre i nodi principali di quel confronto politico-culturale così significativo per la storia d’Italia.

Si parlerà di:

  • La proclamazione della neutralità. Vengono analizzate la situazione delle forze politiche in Italia al momento dello scoppio della guerra e le diverse reazioni delle cancellerie europee.

  • Nascita dell’interventismo. Vengono esposte caratteristiche e diversità delle prospettive del fronte interventista. Si discute anche il modo in cui nazionalisti e democratici riescono a trovare una sintesi politica e il ruolo svolto dal Re e dal governo Salandra.

  • Le componenti del neutralismo. Si presentano gli obiettivi dei neutralisti che, divisi tra socialisti, cattolici e giolittiani, si muovono in ordine sparso e persino in conflitto tra loro, facilitando la sconfitta anche in termini di immaginario politico.

  • Una guerra civile. In quei dieci mesi in cui l’Italia si manterrà neutrale, nel Paese si combatte una vera e propria guerra civile a bassa intensità, prefigurando i futuri scenari del conflitto che all’inizio degli anni Venti preannuncia la «marcia su Roma».

  • Cause della rimozione storica del neutralismo nella storia d’Italia. Si indagano le ragioni della rimozione politica e storiografica del neutralismo che nei manuali di storia, anche dopo la caduta del fascismo, ha continuato a lungo ad essere considerato come un movimento predestinato alla sconfitta.






Relatore


Fulvio Cammarano è professore ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università di Bologna. Ha studiato a Oxford (1985-1886), PhD all’Università di Torino (1988) e insegnato storia italiana e britannica all’Università di Passau (1998). Dirige la collana «Quaderni di Storia» dell’editore Mondadori Education. Attualmente è direttore del Master di giornalismo dell’Università di Bologna. Nei suoi lavori si è occupato di storia politica italiana e inglese, con particolare riferimento ai contesti costituzionali e culturali. Collabora con numerosi quotidiani e con il settimanale «La Lettura».

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

Dal nostro Catalogo

STORIA CONTEMPORANEA

Dal XIX al XXI secolo - Seconda edizione

Fulvio Cammarano, Maria Serena Piretti, Giulia Guazzaloca


Questo volume, realizzato come uno strumento didattico per gli insegnamenti di Storia contemporanea nei Corsi di laurea universitari, ha l'ambizione di offrire uno sguardo ampio sulla storia dell'Ottocento e del Novecento e un quadro critico dei tanti fili che uniscono il passato al presente. Spaziando cronologicamente dal Congresso di Vienna ai giorni nostri, si contraddistingue, rispetto agli altri manuali di Storia contemporanea, per tre elementi caratterizzanti. In primo luogo l'attenzione rivolta alla dimensione politico-istituzionale delle trasformazioni avvenute tra XIX e XXI secolo; in questo modo, e senza tralasciare gli aspetti economico-sociali e culturali, si dà conto dei tanti processi che hanno segnato la modernizzazione politica durante l'età contemporanea. Il secondo elemento distintivo è dato dalla scelta di superare la prospettiva eurocentrica propria di molti manuali a favore di una trattazione globale del «sistema mondo». L'attenzione rivolta alle dinamiche delle relazioni internazionali e l'ampio spazio riservato alle diverse aree del mondo (Europa, Americhe, Medio Oriente, Africa, Asia) scaturiscono dalla consapevolezza che i recenti fenomeni di globalizzazione presentano in realtà una sedimentazione storica assai profonda. Infine il volume si caratterizza per la presenza di analisi «trasversali» su molti fenomeni e problemi che continuano ad avere un peso rilevante nella contemporaneità politica: dalla questione mediorientale al fondamentalismo islamista, dai processi migratori ai movimenti di emancipazione delle donne, dal sistema di Welfare State all'integrazione europea, dalle nuove potenze emergenti al riesplodere del nazionalismo nelle sue varie accezioni.
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ABBASSO LA GUERRA!

Neutralisti in piazza alla vigilia della Prima guerra mondiale in Italia

Fulvio Cammarano


Questo non è un libro sull'Italia alla vigilia della Prima guerra mondiale, ma un'indagine su cosa la gente comune ha fatto per rimanerne fuori. Attraverso le vicende, spesso violente, occorse dall'agosto 1914 al maggio 1915 in oltre cinquanta città e in molte decine di paesi, si è, per la prima volta, portato alla luce la prassi del neutralismo in Italia, vale a dire l'altra faccia di quella strisciante guerra civile che di solito vede come protagonista l'interventismo. Emerge dal viaggio nelle piazze neutraliste una realtà a geometria variabile, per tempi, modi e caratteristiche sociali, ma sempre espressione di una più o meno ribelle o rassegnata «eccedenza» rispetto alla grande politica. Nei mesi in cui si gioca il destino del Paese, il neutralismo fa emergere un disagio che è un intellegibile, per quanto scomposto, segnale di dolente dissociazione popolare (l'affollata ritualità religiosa pro pace, la rilevante presenza pubblica delle donne, la vivace partecipazione dei soldati, l'incremento di azioni attribuite alla «teppa»). Che il segnale non abbia trovato una adeguata sintesi politica a livello nazionale nulla toglie alla forza, anche disperata, di quel movimento a cui, a cent'anni dagli avvenimenti, va restituito il giusto posto nella storia d'Italia.
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IL MONDO CI GUARDA

L'Unificazione Italiana nella stampa e nell'opinione pubblica internazionali (1859-1861)

Michele Marchi, Fulvio Cammarano


Se fino alla prima metà dell'Ottocento la nostra penisola è stata terra di conquista e teatro di sanguinose contese dinastiche all'insegna del divide et impera, nel periodo 1859-1861 il lento e spesso contraddittorio processo di unificazione cattura l'attenzione delle opinioni pubbliche europee e mondiali. Garibaldi, Mazzini, Cavour, Vittorio Emanuele, Minghetti, Ricasoli, e molti altri diventano i protagonisti delle cronache di politica internazionale e degli editoriali dei principali quotidiani e dei più letti periodici dell'epoca. Il mondo osserva la penisola con un misto di apprensione, curiosità ed entusiasmo e per la prima volta da molti secoli (forse dall'epoca dell'Impero romano) l'Italia nel suo farsi si scopre protagonista mondiale. Emergono la stima, l'ammirazione, la curiosità e il coinvolgimento per un processo di unificazione che molti osservatori stranieri interpretano alla luce delle dinamiche interne ai loro Paesi. Le pagine di questo volume, raccogliendo l'eco della stampa di una ventina di Stati Nazione, offrono al lettore, a centocinquanta anni da quei momenti cruciali, istantanee fedeli dell'importanza attribuita da tutto il mondo all'emersione di una nazione, quella italiana, erede di una delle più grandi culture della civiltà occidentale. Il volume si rivolge a studiosi, studenti e appassionati di Storia contemporanea.
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L’Italia d’inizio secolo: luci e ombre della politica giolittiana

L’ingresso nel Novecento segnò una fase esaltante, quanto contraddittoria, per la storia del nostro Paese. Durante la cosiddetta «età giolittiana» – che arriva sino alle soglie della prima guerra mondiale – si aprì per l’Italia una stagione di modernizzazione economica, di riformismo sociale e di ampliamento degli spazi democratici senza precedenti. Tuttavia, tale progresso fu accompagnato da non pochi ostacoli, carenze e insidie che resero la figura e la strategia politica dello statista di Dronero quanto mai divisiva.

Si parlerà di:

  • Dalla reazione alla nuova politica liberale.

  • Sviluppo economico e progresso civile.

  • La questione meridionale.

  • Le «geometrie variabili» della maggioranza.

  • La politica estera e la guerra di Libia.

  • La crisi del sistema giolittiano.






Relatore


Salvatore Botta insegna Storia contemporanea presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. Membro della redazione di «Ricerche di Storia Politica», si occupa di storia politica e delle istituzioni in Europa in età contemporanea. È autore per la collana Quaderni di Storia (Le Monnier) dei volumi Macerie d’Italia. Storia politica di una nazione in lotta contro la natura e A domanda risponda! Il parlamento giolittiano alla prova del question time.

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

Dal nostro Catalogo

MACERIE D'ITALIA

Storia politica di una nazione in lotta contro la natura

Salvatore Botta


Le calamità si presentano come un'interruzione della vita quotidiana che costringe i sistemi politici ad una risposta capace di mettere in mostra l'essenza e il significato ultimo dell'azione di governo in tempo di pace. Affrontare terremoti, frane, esondazioni, eruzioni - dalla prevenzione alla ricostruzione, passando per i soccorsi - significa impiegare risorse normative, tecniche, finanziarie, culturali e umane che mettono in gioco gli equilibri politici e soprattutto svelano il rapporto sempre problematico tra lo Stato, le sue articolazioni e la società civile. Nel caso dell'Italia questi eventi traumatici hanno da sempre scandito non solo la storia del territorio della penisola, ma anche quella politica e sociale. Il volume getta lo sguardo sulle principali catastrofi naturali che dal secondo dopoguerra hanno interessato la penisola, con l'obiettivo di farne un «termometro» per misurare la salute delle istituzioni pubbliche della nostra storia repubblicana e democratica.
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Alla scoperta delle bioplastiche

"Bioplastiche" è una parola sbagliata. O meglio è un parola che crea confusione, perché comprende un vasto numero di materiali molto diversi tra loro, in termini di origine, utilizzo e smaltimento. Approfondiremo quindi la produzione di plastiche derivanti da biomasse, le plastiche biodegradabili e quelle compostabili, con esempi pratici, legati alla vita di tutti i giorni.

 

Relatore


Stefano Bertacchi, ricercatore in biotecnologie industriali presso l'Università Milano Bicocca. EU Bioeconomy Youth Ambassador per la Commissione Europea. Divulgatore scientifico e scrittore.

 

Moderatrice


Paola Priore, Redazione Area Scientifica Scuola Secondaria di Secondo Grado Mondadori Education.

 

Chiamami ambiente

Attraversare il mondo o il proprio quartiere, con le amiche e gli amici ci aiuta a vedere cose che da soli non noteremmo, ad apprezzare il patrimonio storico e ambientale che abbiamo ricevuto in eredità. Difenderlo è uno dei nostri primi doveri ma per farlo è necessario conoscere e saper raccontare.

Iniziamo il nuovo ciclo di Chiamami Educazione civica in pratica parlando di Ambiente insieme a Daniele Aristarco: l’ambiente non è solo un luogo da salvaguardare ma anche da conoscere, raccontare e vivere!

 

Relatore


Daniele Aristarco è autore di racconti, romanzi, testi scolastici e saggi divulgativi, pubblicati sia in Italia che in Francia e tradotti in molte lingue. Ha insegnato lettere nella scuola media e ora scrive libri per ragazze e ragazzi, oltre che per la radio e per il teatro. Tiene laboratori di scrittura creativa, cura progetti di formazione rivolti alla Primaria per conto di Mondadori Education.

 

 

Moderatrice


Maria Cristina Scalabrini Responsabile Redazione Scuola Primaria Mondadori Education

 

Chiamami invenzione

Capire è trasformare. Non è possibile comprendere il mondo se non si prova a trasformarlo e a “reinventarlo”. Stimolare l’inventiva delle bambine e dei bambini a scuola, può aiutarci a guardare il mondo da un altro punto di vista, ad affrontare le sfide della nostra epoca senza rinunciare al gioco.

In questo incontro di Chiamami Educazione civica in pratica si parla di Invenzione: scoprire e innovare è inventare e giocare. Insieme a Daniele Aristarco vediamo suggerimenti e pratiche per stimolare la creatività di bambine e bambini.

 

Relatore


Daniele Aristarco è autore di racconti, romanzi, testi scolastici e saggi divulgativi, pubblicati sia in Italia che in Francia e tradotti in molte lingue. Ha insegnato lettere nella scuola media e ora scrive libri per ragazze e ragazzi, oltre che per la radio e per il teatro. Tiene laboratori di scrittura creativa, cura progetti di formazione rivolti alla Primaria per conto di Mondadori Education.

 

 

Moderatrice


Alessia Vecchio Redazione Scuola Primaria Mondadori Education

 

Dal nostro Catalogo

Chiamami...Storia - Geografia - Matematica - Scienze

Francesca Locatelli, Simona Locatelli, Sergio Rossi, Daniele Aristarco, Marta Berogno, Andrea Raboni


Lo storytelling come stimolo per l'apprendimento. Un sussidiario che unisce storie coinvolgenti e laboratori interattivi, progetti STEAM e percorsi disciplinari. Un viaggio formativo che abbraccia Educazione civica, strategie di studio, didattica digitale integrata e inclusività, con strumenti che valorizzano ogni forma di intelligenza.
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Chiamami libertà

Non c’è responsabilità senza partecipazione. Come le storie, anche la Storia si scrive assieme. La scrittura dei bambini, individuale e collettiva, può aiutarci a muoverci nel tempo, nella Storia, e a costruire assieme un’idea di libertà.

In questo incontro di Chiamami Educazione civica in pratica si parla di Libertà insieme a Daniele Aristarco: suggerimenti e pratiche per costruire insieme a bambine e bambini un’idea concreta di libertà.

 

Relatore


Daniele Aristarco è autore di racconti, romanzi, testi scolastici e saggi divulgativi, pubblicati sia in Italia che in Francia e tradotti in molte lingue. Ha insegnato lettere nella scuola media e ora scrive libri per ragazze e ragazzi, oltre che per la radio e per il teatro. Tiene laboratori di scrittura creativa, cura progetti di formazione rivolti alla Primaria per conto di Mondadori Education.

 

Moderatrice


Maria Cristina Scalabrini Responsabile Redazione Scuola Primaria Mondadori Education

 

Chiamami benessere

Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? A porre la domanda è stato Gianni Rodari. Trovare un altro modo per insegnare e imparare, spetta a noi. Passeremo in rassegna alcune pratiche utili a “imparare ridendo”.

Nel secondo incontro di Chiamami Educazione civica in pratica si parla di Benessere insieme a Daniele Aristarco: suggerimenti e pratiche per affrontare il tema del benessere psicofisico di bambine e bambini.

 

Relatore


Daniele Aristarco è autore di racconti, romanzi, testi scolastici e saggi divulgativi, pubblicati sia in Italia che in Francia e tradotti in molte lingue. Ha insegnato lettere nella scuola media e ora scrive libri per ragazze e ragazzi, oltre che per la radio e per il teatro. Tiene laboratori di scrittura creativa, cura progetti di formazione rivolti alla Primaria per conto di Mondadori Education.

 

 

Moderatrice


Maria Cristina Scalabrini Responsabile Redazione Scuola Primaria Mondadori Education

 

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