«Raccontare qualsiasi storia in qualsiasi modo»: genesi e fortuna della forma romanzo

Il romanzo è la più importante delle arti occidentali, quella che raffigura la totalità della vita o, come ha scritto un romanziere contemporaneo, l’ammiraglia che la letteratura schiera contro il pensiero sistematico, contro la scienza e contro la filosofia. Nessun’altra forma d’arte ha ispirato, negli ultimi duecento anni, così tanti saggi critici e così tante riflessioni; nessun’altra forma d’arte ha contribuito in modo così profondo a trasmettere modelli identitari, schemi di comportamento e idee della vita sociale. Grazie al romanzo, la letteratura occidentale ha allargato il raggio dei propri temi e delle proprie forme, arrivando a raccontare qualsiasi storia in qualsiasi modo. Questo allagamento dello spazio narrativo ha reso disponibili degli argomenti che erano rimasti ai margini della letteratura premoderna, a cominciare dal tema che noi lettori moderni consideriamo più importante: la vita quotidiana delle persone comuni. Ma quando nasce il romanzo? Quali sono le tappe del suo sviluppo?

Si parlerà di:

  • Che cos’è il romanzo? Nelle maggiori lingue europee il termine che designa il «romanzo» ha due radici: o deriva dall’espressione latina medievale romanice loqui (il francese roman, l’italiano romanzo, il tedesco Roman) o dall’aggettivo latino novus attraverso la mediazione dell’aggettivo latino medievale novellus (l’inglese novel, lo spagnolo novela). In entrambi i casi la parola designa inizialmente un genere letterario medievale (il romanzo cortese, la novella) e poi estende il proprio significato fino a comprendere una classe di testi più ampia.

  • Quando nasce il romanzo? Il romanzo conosce tre tappe di sviluppo cruciali: la prima si colloca intorno al 1550, la seconda intorno al 1670 e la terza intorno al 1800.

  • Che cosa significa il romanzo? Il romanzo ha contribuito a distruggere l’antico sistema classicistico dei generi letterari e ha reso possibile raccontare qualsiasi storia in qualsiasi modo.






Relatore


Guido Mazzoni (1967) ha scritto, tra le altre cose, i libri di poesia I mondi (Donzelli 2010) e La pura superficie (Donzelli 2017), i saggi di critica e teoria della letteratura Sulla poesia moderna (Il Mulino 2005) e Teoria del romanzo (Il Mulino 2011) e un libro sulla politica e la società contemporanea I destini generali (Laterza 2015). Insegna all’Università di Siena. Vive a Roma.

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

Leopardi e il Novecento: il caso di Andrea Zanzotto

Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 1921-2011) è fra i maestri della poesia italiana del secondo Novecento. Fin dal suo libro d’esordio (Dietro il paesaggio, 1951), il rapporto con l’esempio di Leopardi diventa fondamentale nella sua parabola poetica. La lezione cercherà di illustrare le caratteristiche principali del leopardismo zanzottiano, tentando di misurarne forme e temi su una poesia esemplare, e collocandolo poi nel più generale contesto della fortuna novecentesca di Leopardi.

Si parlerà di:

  • Autori, temi e forme della fortuna leopardiana nel XX secolo. Leopardi rappresenta un punto di confronto ineludibile per l’intera poesia novecentesca. Verranno dunque ricostruite le coordinate fondamentali del ‘leopardismo’.

  • Andrea Zanzotto: un breve profilo. Verrà rapidamente presentata la figura di Zanzotto, spiegando quali sono stati i suoi modelli e esponendo temi, forme e momenti della sua poesia.

  • Leopardi e Zanzotto: una lunga fedeltà. Verranno messe in luce le caratteristiche del leopardismo di Zanzotto ripercorrendo i momenti e i testi più importanti, ma anche dedicando uno sguardo ai saggi dedicati a Leopardi.

  • Leopardi e Zanzotto: una poesia esemplare. Verrà analizzato il testo Nel mio paese (da Dietro il paesaggio) e messo a confronto con La quiete dopo la tempesta.

  • Ipotesi di lavoro sulla fortuna di Leopardi. Si proporrà una panoramica sul rapporto tra Leopardi e la poesia del Novecento (e contemporanea), proponendo nomi, temi e percorsi interpretativi possibili.






Relatore


Massimo Natale insegna Letteratura italiana all’Università di Verona. Fra i suoi interessi di studio c’è anzitutto Leopardi (con F. D’Intino ha curato Leopardi, Carocci, 2018 e ha scritto Il canto delle idee. Leopardi fra 'Pensiero dominante' e 'Aspasia', Marsilio, 2009). Ha studiato anche il teatro tragico (Il curatore ozioso. Forme e funzioni del coro tragico in Italia, Marsilio, 2013 – Premio Marino Moretti 2015), la fortuna dell’antico e la poesia novecentesca. Il suo lavoro più recente, Corpo a corpo. Sulla poesia contemporanea: sette letture, è uscito nel 2023 per Quodlibet. Membro del comitato scientifico del Centro nazionale di studi leopardiani, collabora con «Alias» – supplemento del «Manifesto» – per cui tiene la rubrica Poeti italiani.

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

Why don’t students go home and study?

We ask our students to go home and study for the test, a few will do it, some will open their book and stare at it, while others won’t do anything at all. How can we help? In this very practical session, we’ll look at some interactive activities which encourage students to take more responsibility for their learning. In particular we’ll look at how we can reuse coursebook exercises so that our students do even better in the grammar, vocabulary and writing parts of a test. We hope that participants will leave with a bag of ideas for their next few classes.




Relatrice


Emma Heyderman has been in ELT since 1989, working for several schools, including Lacunza – International House, San Sebastian, the Bell School, Regents Park and the University of the Arts in Westminster. An experienced ELT writer, Emma’s titles include Interface and Get Involved for Macmillan. She runs workshops for local teachers, she is a teacher trainer for NILE (Norwich Institute for Language Education) and she is also a regular speaker at national and international events.

 

Perché leggere, cosa leggere e come leggere: riflessioni, spunti e percorsi sulla lettura a scuola

Le storie non sono sostituibili con nessun altro strumento di educazione e di formazione. Dunque la lettura in classe, collettiva o individuale, non è solo un’integrazione dei programmi didattici, ma un’occasione di crescita emotiva e intellettuale. Ma come promuovere la lettura e l’ascolto nei bambini, oggi così distratti da altre forme di comunicazione? E quali storie suggerire e presentare? Non è facile scegliere che cosa proporre in classe, ma si può provare a individuare qualche criterio (non infallibile) che aiuti nella selezione. Inoltre, si forniranno alcuni spunti per valorizzare la lettura e renderla un’esperienza unica e al tempo stesso organicamente inserita nel percorso educativo.




Relatrice


Anna Vivarelli si è dedicata alla scrittura di testi teatrali, racconti e radiodrammi per la Rai, per poi consacrarsi a tempo pieno alla letteratura ragazzi. La sua produzione spazia dai libri per i più piccoli alla narrativa per adolescenti. Ha vinto diversi premi letterari, tra i quali il Premio Il Battello a Vapore, il Premio Città di Cento, il Premio Selezione Bancarellino e il Premio Andersen nel 2010 come Miglior Autrice. È attiva promotrice della lettura nelle scuole, dove tiene laboratori e corsi di formazione. Ha fondato insieme ad altri una compagnia di teatro per ragazzi, che lavora attivamente sia con spettacoli che con laboratori.

 

Moderatrice


Maria Cristina Scalabrini Responsabile Redazione Scuola Primaria Mondadori Education

 

Gestire le emozioni con il gioco e il movimento

Le emozioni in gioco: aiutiamo gli alunni a riconoscere e gestire le emozioni attraverso il gioco, l’espressività corporea e il piacere di fare movimento

Le emozioni sono stati affettivi innati che si manifestano attraverso cambiamenti fisiologici, cognitivi e comportamentali. Svolgono un ruolo essenziale nella vita di tutti noi, influenzando il nostro comportamento e modi di agire. Per questo motivo, è fondamentale educare i bambini a riconoscere e gestire la propria emotività: aiutarli nella scoperta delle loro emozioni imparando a riconoscerne gli aspetti positivi e negativi e a dare loro un nome, a saperle accettare ed esprimere. 

Anche se la formazione emotiva avviene inizialmente in famiglia, la scuola è lo spazio ideale per lavorare sulle emozioni. È il luogo per eccellenza per la trasmissione di valori, oltre che di conoscenze, dove la maggior parte degli studenti passa più tempo negli anni fondamentali dell’educazione. In questo scenario educativo il compito fondamentale spetta agli insegnanti che devono essere in grado di attivare e implementare nei bambini l’apprendimento cooperativo, assumendo un atteggiamento di fiducia nelle capacità di ognuno, favorendo le emozioni positive e implementando l’autostima. 

Lo spazio- palestra deve costituire un ambiente emotivamente accogliente e giocoso, ambito privilegiato per le dinamiche di gruppo e per la relazione condivisa, dove l’alunno può provare emozioni, imparare a distinguere il piacere e il dolore fisico da quello emotivo. Nelle ore di educazione motoria l’alunno si abitua ad elaborare soluzioni impegnandosi nel gioco e in attività che coinvolgono il linguaggio del corpo (mimica facciale, posture, gestualità teatrale, ecc). Il gioco e lo sport inoltre possono stimolare endorfine, serotonina e ossitocina, una miscela di sostanze che inonda il corpo di gioia, felicità e soddisfazione.




Relatrice


Cristina Salvetti, insegnante di Educazione Fisica, a partire dal 2009 è stata docente a contratto all’Università Cattolica di Milano, nel Corso di Laurea Magistrale in Scienze e tecniche delle attività motorie Preventive e Adattate e docente nel Laboratorio di Didattica e Metodologia delle attività motorie Laurea Magistrale Scienze della Formazione Primaria.

È stata docente regionale della Scuola dello sport del CONI Lombardia per i corsi di formazione e di aggiornamento per Insegnanti e educatori sportivi, supervisore nel Progetto Pilota Alfabetizzazione motoria per le scuole primarie di Milano e formatore regionale. Ha maturato una lunga esperienza nelle Scuole dell’Infanzia e Primaria sia con i bambini come Esperto sia come Formatore degli Insegnanti. Ha partecipato a numerosi corsi di formazione e attivato progetti nelle scuole. Autrice di libri di testo di educazione fisica e scienze motorie per le scuole secondarie 1° e 2° e per l’infanzia; dal 2012 scrive testi anche sul disagio giovanile e la didattica inclusiva.

Nel 2023 ha pubblicato per la scuola primaria “Educazione fisica nella scuola primaria”, Mondoni-Salvetti, libreriauniversitaria.it e la Guida “Obiettivo Educazione motoria”, Mc. Salvetti, Mondadori Education.

 

Moderatrice


Maria Cristina Scalabrini Responsabile Redazione Scuola Primaria Mondadori Education

 

Come mettere in pratica le life skills in palestra

Metodi di insegnamento dell’educazione motoria per l’apprendimento e il benessere: come mettere in pratica le life skills in palestra

La scuola è un ambiente che consente di sviluppare le life skills in modo informale, nella quotidianità, ma è anche l’ambiente adatto per inserirle all’interno di un percorso strutturato che prevede attività specifiche e interdisciplinari. Ma cosa sono le life skills secondo l’OMS? Si tratta delle abilità che ci permettono di conoscerci meglio, di stare con gli altri, di risolvere i problemi, le situazioni difficili, di affrontare in modo efficace la vita. 

L’utilizzo di una metodologia applicata in palestra sul modello delle LIFE SKILLS dimostra che con il movimento e il gioco si possono raggiungere obiettivi fondamentali per la crescita e lo sviluppo di caratteristiche personali: la consapevolezza, la gestione delle emozioni, il superamento dei propri limiti, la comunicazione e le relazioni efficaci, la concentrazione, l’attenzione, la motivazione, l’empatia, l’autostima, ecc. L’educazione motoria diventa così uno strumento per sviluppare le competenze specifiche della disciplina, come mantenersi in forma, essere consapevoli della propria corporeità, interiorizzare i valori sociali, maturare uno stile di vita sano e attivo, ma anche competenze trasversali che vanno al di là della disciplina stessa perché coinvolgono la persona nella sua interezza. 

Si possono trovare insieme molti spunti per gestire sessioni di lavoro utili al potenziamento delle life skills, anche con l’obiettivo di creare un buon clima di classe. Non si tratta di lezioni teoriche, ma di proposte attive e interattive che fanno da acceleratore dell’esperienza. I metodi d’azione utilizzati per potenziarle sono metodologie di apprendimento che favoriscono la costruzione di un ponte tra «cervello che pensa», «cervello che sente» e il corpo che sperimenta.




Relatrice


Cristina Salvetti, insegnante di Educazione Fisica, a partire dal 2009 è stata docente a contratto all’Università Cattolica di Milano, nel Corso di Laurea Magistrale in Scienze e tecniche delle attività motorie Preventive e Adattate e docente nel Laboratorio di Didattica e Metodologia delle attività motorie Laurea Magistrale Scienze della Formazione Primaria.

È stata docente regionale della Scuola dello sport del CONI Lombardia per i corsi di formazione e di aggiornamento per Insegnanti e educatori sportivi, supervisore nel Progetto Pilota Alfabetizzazione motoria per le scuole primarie di Milano e formatore regionale. Ha maturato una lunga esperienza nelle Scuole dell’Infanzia e Primaria sia con i bambini come Esperto sia come Formatore degli Insegnanti. Ha partecipato a numerosi corsi di formazione e attivato progetti nelle scuole. Autrice di libri di testo di educazione fisica e scienze motorie per le scuole secondarie 1° e 2° e per l’infanzia; dal 2012 scrive testi anche sul disagio giovanile e la didattica inclusiva.

Nel 2023 ha pubblicato per la scuola primaria “Educazione fisica nella scuola primaria”, Mondoni-Salvetti, libreriauniversitaria.it e la Guida “Obiettivo Educazione motoria”, Mc. Salvetti, Mondadori Education.

 

Moderatrice


Maria Cristina Scalabrini Responsabile Redazione Scuola Primaria Mondadori Education

 

Postura e sedentarietà in età evolutiva: ruolo dell’educazione motoria

Gli effetti della sedentarietà sull’organismo e sulla postura in età evolutiva: fenomeni correlati e strategie educative nella scuola primaria

Per età evolutiva si intende il periodo di vita che va dalla nascita ai 18-19 anni. Sono anni di formazione del SNC, di crescita staturale, e, dunque, non solo di formazione dell’aspetto fisico ma anche di consolidamento degli schemi posturali e motori. Noi apprendiamo tutto attraverso il movimento e la memoria chinestetica riguarda i nostri gesti: dall’aprire una porta, a lavarsi i denti, ad andare in bicicletta, ecc. Quindi, più esperienze motorie si hanno più si favorisce lo sviluppo fisico e l’arricchimento degli schemi motori.

La crescita staturale coinvolge anche lo schema posturale: in tutte le fasi della vita, a partire proprio dall’età evolutiva, è necessario trovare un equilibrio posturale fisiologico per evitare sovraccarichi e alterazioni che, in uno scheletro in crescita, possono diventare alterazioni strutturali permanenti. Prima di conquistare la conformazione adulta molte sono le insidie, e il riconoscimento precoce delle alterazioni/vizi posturali è l’unica forma di prevenzione.

I nostri bambini con la scuola dell’obbligo vengono finalmente educati al movimento, al controllo posturale e ad apprendere informazioni sull’educazione comportamentale necessaria per acquisire corretti stili di vita attiva, per combattere la sedentarietà, l’analfabetismo motorio e il sovrappeso.




Relatrice


Elena Anna Rita Martinelli, è professore associato presso la Scuola di Scienze della Salute Umana, Dipartimento di medicina Sperimentale e Clinica (Università degli Studi di Firenze). Ha svolto un’intensa attività di ricerca sulle problematiche legate alla postura, alle patologie dell’apparato locomotore e alle sindromi dolorose, in particolare relative alla colonna vertebrale, in età evolutiva, adulta e anziana per le quali studia e mette a punto le strategie posturali e comportamentali di mantenimento della salute, di prevenzione dei disturbi, di prevenzione delle ricadute e programmi di attività fisica personalizzata e adattata.

 

Moderatrice


Maria Cristina Scalabrini Responsabile Redazione Scuola Primaria Mondadori Education

 

Alle radici delle crisi del Medio Oriente: dalla caduta dello Shah all’invasione sovietica

Nel 1979 giungono a maturazione una serie di eventi di lungo periodo che andranno ad imprimere una svolta decisiva alle strutture di potere ed alle economie, così come alle stesse società di alcune delle potenze regionali dell’area del Medio Oriente e del Golfo Persico, tra cui Iran, Iraq, Arabia Saudita e Afghanistan. Il loro impatto si riverbererà anche sull’intero assetto della sicurezza dell’area, i cui effetti sono ancora oggi presenti e sono le cause dell’instabilità e delle crisi cui stiamo assistendo. Quegli eventi sono quindi una importante chiave di lettura per comprendere l’attualità: la drammatica situazione che si vive oggi in Afghanistan, così come la profonda frattura politico-sociale dell’Iraq, l’autocrazia saudita e il processo di ribilanciamento dei rapporti tra la monarchia e il clero wahhabita, gli sforzi per riconquistare la fiducia di parte della diplomazia occidentale da parte dell’Iran, sono in qualche modo legati agli episodi che si dipanano nell’arco di quel solo anno.

Si parlerà di:

  • La cornice generale: le dinamiche della Guerra Fredda. In questa parte verranno tratteggiati brevemente quali sono gli elementi portanti e le dinamiche della Guerra Fredda, periodo che rappresenta il quadro di riferimento geopolitico e ideologico del secondo dopoguerra. La disamina delle sue direttici consentirà una più precisa collocazione concettuale delle dinamiche che sono andate evolvendo nell’area medio-orientale e del Golfo Persico negli ultimi decenni.

  • L’Afghanistan e l’invasione sovietica. L’invasione sovietica dell’Afghanistan è tra gli eventi di maggiore impatto che chiuderanno il decennio degli anni Settanta. Verranno brevemente ripercorse le principali tappe della politica interna e sociale afghana per meglio identificare le basi portanti della crisi che da oltre quarant’anni interessa questo Paese.

  • Iran: dalla monarchia alla repubblica. Tra gli eventi cardine che caratterizzano gli anni Settanta e che avranno conseguenze di lungo periodo è senza dubbio la rivoluzione iraniana. Una rivoluzione che traghetterà il Paese da una monarchia ad una repubblica islamica e che cambierà radicalmente sia lo scacchiere geopolitico regionale, sia soprattutto la stessa società iraniana, i cui effetti sono visibili ancora oggi all’interno della sua società, come le recenti ondate di proteste oggi dimostrano.

  • Iraq: il consolidamento di potere di Saddam Hussein. Il 1979 segna l’effettiva presa del potere da parte di Saddam, per mezzo di un golpe bianco. Negli anni Ottanta sarà uno dei principali alleati dell’Occidente, per arginare l’espansionismo rivoluzionario iraniano. Il regime di Saddam avrà anche importanti ricadute a livello locale e andrà gradualmente ad ampliare le diversità settarie presenti in Iraq, che esploderanno in tutta la loro veemenza dopo la sua caduta, nel 2003.

  • Modernismo vs. conservatorismo. Il filo rosso che attraversa gli eventi iraniani, iracheni e afghani, oltre alle dinamiche internazionali dettate dalla Guerra Fredda, è lo scontro che si ha in questi Paesi tra afflati di modernizzazione e velleità conservatrici, una chiave di lettura essenziale per leggere ancora oggi parte del Medio Oriente.






Relatore


Michele Brunelli è docente di Politica, comunicazione e Società del Medio Oriente e di Storia ed Istituzioni dei paesi afro-asiatici nell’Università degli studi di Bergamo. Nello stesso ateneo è anche Direttore del Master in Prevenzione e contrasto alla radicalizzazione e al terrorismo e per le politiche di integrazione. Si occupa di tematiche inerenti la storia, le relazioni internazionali e la geopolitica del Vicino e Medio Oriente, Golfo Persico e Caucaso, con particolare riferimento alla Repubblica Islamica dell’Iran. Tra le ultime sue pubblicazioni: Il fenomeno del terrorismo di matrice islamica ed i processi di radicalizzazione (Rubbettino, 2021); Il 1979. L’anno del Medio Oriente (Le Monnier, 2023).

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

Dal nostro Catalogo

1979. L'ANNO DEL MEDIO ORIENTE

Michele Brunelli


Ruhollah Khomeini, Saddam Hussein, Juhayman al-‘Utaybī e Hafizullah Amin sono solo alcuni tra i più noti personaggi che, alla fine degli anni Settanta del XX secolo, hanno contributo a dare una svolta radicale alle politiche e alle società dei loro paesi, così come alla condotta delle relazioni internazionali, in un contesto, come quello della guerra fredda, solo in apparenza immobile. La rivoluzione iraniana, l’effettiva presa del potere di Saddam Hussein quale presidente della Repubblica irakena, l’attacco alla Grande Moschea della Mecca e l’invasione sovietica dell’Afghanistan sono i quattro eventi che si dipaneranno lungo il corso di un unico anno, il 1979, dietro i quali si celerà un conflitto molto più profondo, a tratti insanabile, tra afflati di modernità e stretto conservatorismo, che ancora oggi riverbera i suoi effetti su quelle stesse società e che è alla base delle molte crisi del Medio Oriente e del Golfo Persico.
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Accogliere lo straniero? L’immigrazione in Italia: una riflessione storica

L’Italia non è più soltanto un Paese di emigrazione. I flussi migratori verso la Penisola sono ormai un fenomeno strutturale che necessita un cambiamento di prospettiva, una revisione a tutto tondo dell’approccio alla sua gestione, che non può più essere soltanto emergenziale. Una ricostruzione storica del panorama sociale, culturale e normativo del nostro Paese, senza dimenticare il quadro europeo, consente di comprendere la realtà quotidiana in cui viviamo e la complessità di un fenomeno dalle importanti implicazioni politiche, economiche, sociali ed umane.

Si parlerà di:

  • L’Italia Paese di immigrazione. Si illustrerà come l’Italia si sia affermata come Paese di immigrazione ricostruendo brevemente la storia della presenza delle più numerose comunità straniere immigrate (romeni, marocchini, cinesi, ucraini, e non solo). 

  • Il panorama normativo italiano: un breve excursus. Uno sguardo storico-politico sulla legislazione nazionale in materia di immigrazione e asilo a partire dal primo provvedimento normativo in materia, la legge Foschi del 1986, fino al decreto-legge Minniti-Orlando del 2017. 

  • Uno sguardo alla politica europea. Per meglio comprendere la cornice entro la quale il nostro Paese si muove verranno messi in luce i passaggi che hanno condotto alla nascita della politica europea in materia di immigrazione e asilo. 

  • Una realtà plurale. La presenza straniera in Italia ha modificato non solo il panorama delle nazionalità, ma anche quello delle culture e delle religioni. Ci si soffermerà, quindi, sulle minoranze religiose presenti nel nostro Paese e sui loro rapporti con lo Stato italiano. 

  • Quale accoglienza? Una riflessione conclusiva sul modello italiano di accoglienza e sul ruolo che la scuola e le associazioni del terzo settore svolgono in questo fondamentale ambito.






Relatrice


Virginia Minnucci si occupa di immigrazione in Italia sotto il profilo storico. Dopo aver conseguito il Dottorato di ricerca presso l’Università per Stranieri di Perugia, ha avviato la sua collaborazione con l’Università per Stranieri di Siena dove svolge attività didattica e di ricerca.
Attualmente è assegnista di Storia contemporanea presso il medesimo Ateneo. È autrice del recente volume Accogliere, integrare, respingere. Italia e Unione Europea di fronte al fenomeno migratorio, Le Monnier (2023), nonché di numerosi saggi ed articoli sui temi migratori.

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

Storicizzare don Milani. L’uomo, il contesto, l’opera

La traiettoria esistenziale di don Milani, sospesa tra avvento del fascismo, guerra e democrazia, descrive un momento cruciale della trasformazione storica e culturale della società italiana. Due sono gli aspetti principali da mettere in evidenza: il primo riguarda il trasferimento delle classi popolari sul terreno della vita urbana e dei codici culturali del consumismo e della secolarizzazione; il secondo si riferisce all’avvento della scolarizzazione di massa. Dal suo remoto osservatorio toscano, don Milani risponde alle sollecitazioni del proprio tempo elaborando, nell’arco di un ventennio, una proposta che fa perno sull’educazione religiosa del popolo e fornisce la versione radicale di un progetto di democrazia cristiana. Messo di fronte alla novità di una scolarizzazione prolungata dei ceti subalterni, don Milani da un lato rifiuta drasticamente il modello culturale della scuola pubblica così com’era, dall’altro immagina una scuola del «servizio sociale» che possa fare dei figli del popolo i maestri della propria classe. Questo progetto, che trova forma nella celebre Lettera a una professoressa, incontra gli spiriti incipienti del Sessantotto andando incontro ad un clamoroso fraintendimento, ma anche ad una fortuna straordinaria. Con questa fortuna carica di equivoci facciamo i conti ancora oggi.

Si parlerà di:

  • Il dopoguerra e le speranze di un rinnovamento sociale affidato alla Dc. Illusioni e delusioni del 18 aprile 1948.

  • San Donato di Calenzano e l’elaborazione delle Esperienze pastorali.

  • Il conflitto con la chiesa fiorentina e l’«esilio» a Barbiana.

  • Gli anni Sessanta. Antimilitarismo e scuola di massa.

  • Lettera a una professoressa.

  • La fortuna di don Milani. Dal Sessantotto a noi.






Relatore


Adolfo Scotto di Luzio è professore ordinario di Storia della pedagogia all’Università degli studi di Bergamo. Si occupa di storia della cultura italiana tra Ottocento e Novecento. Alla scuola e alle idee educative ha dedicato un lungo ciclo di ricerche che hanno trovato in questi anni espressione in diversi libri. Nel 1999 è stato pubblicato per il Mulino Il liceo classico, e nel 2007 per lo stesso editore La scuola degli italiani. Nel 2013 è uscito per Bruno Mondadori La scuola che vorrei, nel 2015 Senza educazione. I rischi della scuola 2.0 (il Mulino). Per Einaudi ha pubblicato nel 2020 Nel groviglio degli anni Ottanta. Politica e illusioni di una generazione nata troppo tardi. Nel 2023 è uscito ancora per Einaudi L’equivoco don Milani. Per Mondadori Università sta scrivendo una Storia dell’educazione in Italia dal Settecento ai giorni nostri.

 

Moderatore


Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education

 

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