La corsa ai vaccini: una cento metri o una maratona?
di Stefania Franco
I tempi dei vaccini
“Presto e bene raro avviene”, dice la saggezza popolare per invitarci alla calma e alla cura dei dettagli. Guardando questo grafico la domanda sorge spontanea: perché il vaccino contro COVID-19 ha richiesto solo dieci mesi dall’inizio della ricerca alla sua approvazione, mentre per altri vaccini i tempi sono stati molto più lunghi? Non sarà che nella fretta è stato trascurato qualcosa che potrebbe mettere in pericolo la nostra sicurezza?
L’era dei farmaci biotecnologici
Dalla stessa radice nasce il filone della terapia genica, che inizialmente si concentra sulla modificazione del DNA per poi passare, negli anni Novanta, a quella del mRNA: in questo modo non è più necessario modificare in modo permanente il DNA, ma soltanto l’RNA messaggero, che trasferisce le informazioni genetiche alle proteine. A credere in questa tecnologia è Katlin Karikò, una ricercatrice di origine ungherese all’università della Pennsylvania, ma purtroppo non riesce a ottenere finanziamenti per le sue ricerche: il problema è che l’mRNA sintetico produce spesso una reazione immunitaria perché l’organismo lo riconosce come estraneo. Sembra dunque che questa strada non sia percorribile, ma Karikò non abbandona l’idea e all’inizio degli anni 2000 inizia la collaborazione con Drew Weissmann, che stava cercando un vaccino per l’HIV.
Il risultato arriva nel 2005: i due ricercatori scoprono che modificando una lettera nell’mRNA si inibisce la reazione immunitaria dell’organismo. Questa scoperta, passata abbastanza in sordina al momento della pubblicazione, attira l’attenzione di due personaggi chiave per la storia dei vaccini a mRNA: Derek Rossi, tra i fondatori di Moderna nel 2010 e Ugur Sahin che insieme alla moglie Özlem Tureci fonda BioNtech nel 2008. Le due aziende acquistano i diritti di utilizzo della scoperta di Karikò e Weissmann e cominciano a lavorare a progetti indipendenti. I loro sforzi convergono a partire dall’inizio del 2020 per portare alla scoperta dei due principali vaccini a mRNA che hanno finora ottenuto l’autorizzazione da parte di Stati Uniti ed Unione Europea (oltre che di altri Stati). Si tratta di un’autorizzazione provvisoria, ma nessuna fase dei trial clinici di routine è stata saltata: semmai il processo è stato accelerato, dal momento che l’utilizzo di piattaforme digitali comuni ha permesso di avviare gli studi di fase tre mentre erano ancora in corso quelli di fase due. E con questo veniamo a un altro punto chiave della nostra storia: la digitalizzazione.
La digitalizzazione della ricerca
Sempre più veloce
Ma non rischiamo, in questo modo, di sacrificare la sicurezza? Il detto popolare “chi va piano arriva sano e va lontano” non è sempre confermato dall’esperienza. Per esempio, la maggior parte degli incidenti ferroviari non coinvolge i treni ad alta velocità, ma i treni più lenti, che sono spesso più vecchi e viaggiano su infrastrutture deteriorate. Allo stesso modo la corsa ai vaccini potrà continuare spedita a patto di mantenersi su binari sicuri.
Sitografia:
- Coronavirus Vaccine Tracker (NYT)
- The lightning-fast quest for COVID vaccines — and what it means for other diseases (Nature)
- Vaccino COVID, la battaglia tra Pfizer e Moderna per la «rivoluzione mRNA» (Corriere della Sera)
- Le donne che hanno fatto il vaccino (AGI)
- The story of mRNA: how a once dismissed idea became a leading technology in the COVID vaccine race (Stat)
Scheda Studente – Indagine
Scheda Studente – Confronto e dibattito – Educazione Civica
L’espressione corsa ai vaccini è entrata nel linguaggio giornalistico in tempi recenti e rimanda a un’altra corsa scientifica, quella allo spazio condotta a partire dagli anni Sessanta. Tuttavia le due corse sono molto differenti tra loro, al punto che, per rimanere nella metafora agonistica, potremmo quasi parlare di sport differenti.
La corsa allo spazio e quella ai vaccini sono rappresentative di due modelli di ricerca differenti: uno basato sull’accentramento in programmi di ricerca pubblici, l’altro basato sulla competizione tra tante aziende indipendenti. Dividetevi in due gruppi di opinione. Un gruppo dovrà argomentare vantaggi e svantaggi della ricerca scientifica guidata dallo Stato (per quanto riguarda obiettivi e finanziamenti); l’altro gruppo, invece, metterà in luce vantaggi e svantaggi della competizione tra aziende private in relazione al progresso scientifico e ai profitti sociali ed economici.