Normale a chi?
di Edwige Pezzulli
- Obiettivo Primario: 10 - Ridurre le diseguaglianze
- Obiettivo Secondario: 12 - Consumo e produzioni responsabili
- Materia: Educazione civica
Normale a chi?
Il concetto di normalità è un costrutto relativamente recente. La sua nascita è legata alle nozioni di norma e devianza, grandezze partorite nel mondo della probabilità e dell’astronomia ma finite presto per assumere significati al di là di quelli puramente matematici. È così che alcune discriminazioni sono state trattate da semplici descrizioni della realtà, camuffate in abiti scientifici e celate dietro il linguaggio della neutralità.
Il 1 gennaio 1801 l’astronomo Giuseppe Piazzi osservò per la prima volta Cerere, un corpo celeste in orbita tra Marte e Giove. La traiettoria di Cerere venne monitorata per poco più di un mese, quando la distanza in cielo tra l’oggetto e il Sole diventò così piccola da rendere impossibili altre osservazioni.
A partire da quei pochi dati un giovane matematico tedesco, Carl Friedrich Gauss, cercò di stimare il moto dell’oggetto, affrontando il problema del calcolo delle orbite celesti che attanagliava la comunità astronomica dell’epoca. Nella prefazione del testo Theoria Motus Corporum Coelestium in sectionibus conicis solem ambientium Gauss scrisse: “Avrei mai potuto trovare un'occasione più opportuna per testare il valore pratico delle mie concezioni che impiegarle ora per determinare l'orbita del pianeta Cerere, che durante questi quarantuno giorni aveva descritto un arco geocentrico di soli tre gradi, e che dopo un anno doveva essere cercato in una regione del cielo molto lontana da quella in cui era stato visto l'ultima volta?”. L’occasione era ghiotta, e il giovane matematico lavorò duramente per prevedere in che punto sarebbe riapparso il corpo celeste, integrando le scarse misure disponibili con la statistica.
Quando alla fine del 1801 le osservazioni gli diedero ragione, Gauss si guadagnò la celebrità e l’impresa lo rese così famoso e apprezzato da fargli ottenere la cattedra di Astronomia e la direzione dell’Osservatorio di Gottinga all'età di 30 anni.
È proprio durante lo studio dell’astronomia, in particolare delle misurazioni delle orbite celesti, che Gauss propose una funzione per le deviazioni (dovute a errori di misura casuali) rispetto all’andamento medio dei dati astronomici.
A partire da quei pochi dati un giovane matematico tedesco, Carl Friedrich Gauss, cercò di stimare il moto dell’oggetto, affrontando il problema del calcolo delle orbite celesti che attanagliava la comunità astronomica dell’epoca. Nella prefazione del testo Theoria Motus Corporum Coelestium in sectionibus conicis solem ambientium Gauss scrisse: “Avrei mai potuto trovare un'occasione più opportuna per testare il valore pratico delle mie concezioni che impiegarle ora per determinare l'orbita del pianeta Cerere, che durante questi quarantuno giorni aveva descritto un arco geocentrico di soli tre gradi, e che dopo un anno doveva essere cercato in una regione del cielo molto lontana da quella in cui era stato visto l'ultima volta?”. L’occasione era ghiotta, e il giovane matematico lavorò duramente per prevedere in che punto sarebbe riapparso il corpo celeste, integrando le scarse misure disponibili con la statistica.
Quando alla fine del 1801 le osservazioni gli diedero ragione, Gauss si guadagnò la celebrità e l’impresa lo rese così famoso e apprezzato da fargli ottenere la cattedra di Astronomia e la direzione dell’Osservatorio di Gottinga all'età di 30 anni.
È proprio durante lo studio dell’astronomia, in particolare delle misurazioni delle orbite celesti, che Gauss propose una funzione per le deviazioni (dovute a errori di misura casuali) rispetto all’andamento medio dei dati astronomici.