Lo sport entra in Costituzione
Il riconoscimento di un valore, non di un diritto
Redazione giuridica Mondadori Education, Settembre 2023
Approvato in via definitiva il disegno di legge costituzionale che aggiunge un comma all’articolo 33 della Carta fondamentale, riconoscendo il valore della pratica sportiva.
Completato l’iter di approvazione
Il 20 settembre 2023, con la seconda e ultima deliberazione da parte della Camera dei deputati che ha approvato all’unanimità, è terminato l’iter legislativo per l’approvazione del disegno di legge costituzionale n. 715-B che inserisce lo sport nella Costituzione italiana.
Il testo dell’articolo
All’articolo 33 è aggiunto, in fine, il seguente settimo comma:
La restante parte dell’articolo 33, che rimane invariata nella precedente formulazione, afferma:
La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme.
La restante parte dell’articolo 33, che rimane invariata nella precedente formulazione, afferma:
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Un valore, non di un diritto
Come ha affermato il Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi: «La Costituzione da oggi riconosce il valore, ma non determina un diritto, e sarà proprio una nostra responsabilità, della classe dirigente, quella politica, ma anche quella sportiva, trasformare il riconoscimento del valore in un diritto da garantire a tutti, partendo dalle persone più in difficoltà e dalle periferie urbane e sociali».